rotate-mobile
Eur Eur / Via Kenia

Eur, inaugurata la Casa di Leda: "E' un progetto unico in Italia"

La villa dell'Eur, confiscata alla criminalità organizzata, ospita madri detenute che devono scontare la pena agli arresti domicilia. Staranno con i loro figli. D'Innocenti (M5s): "Abbiamo già incontrato e tranquillizzato i residenti"

Pannelli di legno lungo le pareti. Lampadari di cristallo. Stucchi ad impreziosire pareti e soffitti. La villa di via Kenia che è stata confiscata alla criminalità organizzata, sembra uscita da un film. Sui muri, non tinteggiati di fresco, si notano ancora i segni dei quadri. Opere che si presume fossero d’autore, secondo il gusto un po’ barocco del precedente proprietario. Ora invece ci andranno a vivere delle madri detenute. Alloggeranno in stanze arredate con mobili forniti da Ikea. Camere frugali che contrasteranno col manierismo di una villa sfarzesca. La differenza tra il prima ed il dopo si può cogliere anche da questi semplici particolari.

Agli arresti domiciliari

La villa di Leda è la prima a dare esecuzione ad una legge nazionale (62/2011) che garantisce i minori a vivere con i propri genitori. In un ambiente sano, diverso da quello che può essere un carcere. D’altra parte le persone che vi andranno a stare “sono donne detenute che dovrebbero finire di scontare la propria pena agli arresti domiciliari – spiega il presidente del Municipio IX Dario D’Innocenti – e che tuttavia non hanno un domicilio sicuro dove andare”.   Qui, come ha spiegato l’assessora alle politiche sociali Fiorella Caminiti  “sono presenti in questo momento quattro bambini con altrettante mamme. Ne dovrebbe arrivare a breve una quinta, con i suoi due figli, ma la struttura può arrivare ad ospitarne ancora altre due”.

Un progetto unico

Numeri a parte, questo progetto “è il primo del genere in Italia” conferma Caminiti che, con il Municipio, si è data da fare per trovare dei posti nelle scuole d’infanzia del territorio. L’obiettivo condiviso dall’amminstrazione locale e dal governo nazionale, resta infatti quello di una piena integrazione.  “Non possiamo accettare l’idea che un bambino, per il fatto di essere nato in una famiglia con problemi, ne resti segnato nel corso di tutta la vita – ha osservato il Ministro Andrea Orlando –  Si pensi anche soltanto a l’imbarazzo che avrebbe a raccontare agli insegnanti ed agli altri bambini, la sua precedente esistenza in un carcere”.

Le rassicurazioni ai residenti

L’annuncio del progetto La Casa di Leda, non è stato accolto di buon grado dai residenti, preoccupati per le conseguenze sul piano della sicurezza. “Li abbiamo incontrati a gennaio – ha fatto sapere il minisindaco D’Innocenti – abbiamo spiegato il progetto, con l’obiettivo di dissolvere le loro preoccupazioni. C’era la paura che, la presenza di queste donne detenute, potesse provocare un via-vai di visite, magari di persone con precedenti penali. Ma stiamo parlando di donne in regime di detenzione, agli arresti domiciliari. Quindi le visite, quando sono consentite, vengono effettuate secondo i termini di legge e coprono solo alcune ore la settimana. Non ci sarà nessun via-vai ed anzi – ha concluso il presidente – si tratterà di situazioni controllatissime”. Difficile stabilire se quest’incontro sia stato sufficiente a rasserenare gli animi. La cerimonia di presentazione a porte chiuse, ha impedito l’espressione di qualsiasi forma di dissenso. Nel clima disteso, dentro una sontuosa villa appartenuta a qualche criminale, parte così un progetto innovativo. Il primo in Italia. “Non è un fiore da mettersi all’occhiello – ha dichiarato nel suo intervento il Ministro Orlando –  è piuttosto un fiore che è appena sbocciato”.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Eur, inaugurata la Casa di Leda: "E' un progetto unico in Italia"

RomaToday è in caricamento