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Municipio: nasce la Consulta per le Comunità straniere

Cittadini europei ed extracomunitari potranno contribuire nella definizione di strategie e scelte da sottoporre all'Amministrazione Municipale. Un passo in avanti verso una società dell'inclusione

“Oggi è stata approvata all’unanimità dal Consiglio del Municipio Roma XII la delibera proposta dal gruppo consiliare del Partito Democratico di istituire nel Municipio XII, la Consulta municipale delle Comunità straniere” dichiarano in una nota Andrea Santoro, Coordinatore del Pd del Municipio XII e Domenico Durastante, consigliere del Pd e primo firmatario della delibera.
 
“La Consulta – proseguono Santoro e Durastante - sarà formata dai migranti dei Paesi comunitari e dei Paesi non appartenenti all’Unione Europea che vivono, producono, studiano e consumano nel Municipio XII. La sua finalità sarà quella di partecipare attivamente alla definizione di strategie, priorità ed obiettivi relativi ai programmi di contenuto multietnico ed interculturale dell’Amministrazione municipale, promuovendo la conoscenza e lo scambio di esperienze tra le realtà cittadine straniere e l’intera comunità municipale”.
 
“L’approvazione di questa delibera – concludono Santoro e Durastante - è un fatto importante per questo Municipio . L’idea è quella di creare uno strumento di inclusione che consenta a tutti i cittadini, italiani e non, di sentirsi parte attiva di una comunità. Una comunità, quella municipale, che considera l’inclusione e la partecipazione attiva gli unici strumenti per combattere la paura e l’insicurezza.

Un approccio interessante, che nasce da una concezione diversa e meno ingenua del multiculturalismo. Le differenze socio culturali divengono una risorsa, solo quando vengono contestualizzate, in un rapporto paritario, all'interno di una cornice in cui preesistono cultura e tradizione.


In questo modo, la partecipazione e la condivisione diventano gli ingredienti necessari ad avviare un percorso che, a partire dalla trasmissione delle reali istanze, sappia innestarle in un contesto di cui già si conoscono risorse e carenze. Senza approcci pregiudizievoli, nè in positivo, nè in negativo. In altre parole, il primo passo verso l'obiettivo di una società dell'inclusione.

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