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Baratto amministrativo, i comitati del IX Municipio perdono la pazienza: "Dal M5s solo chiacchiere"

Niente sgravi fiscali in cambio della manutenzione del verde. Il Coordinamento dei Comitati di Quartiere esprime forte delusione per le richieste inascoltate: "Siamo molto delusi dal comportamento della maggioranza"

Da un anno e mezzo i Comitati di Quartiere del IX Municipio, costituitisi in un apposito Coordinamento, stanno avanzando una proposta. Chiedono l'applicazione dell' ex art 24 del decreto legge "Sblocca Italia", ora assorbito nell'art 190 del nuovo codice degli appalti. Vogliono, in altre parole, che sia loro data la possibilità di fruire di sgravi economici in cambio della manutenzione di spazi pubblici e aree verdi. E' il cosiddetto baratto amministrativo che, a Roma, fatica ad imporsi.

Il confronto con il Municipio IX

La scena del Municipio IX non si discosta molto da quanto accade nel resto della Città. Con la differenza che qui, i Comitati, hanno deciso di farsi ascolare. " Avevamo chiesto di apportare due piccoli emendamenti alla proposta di delibera – spiega l'avvocato Carla Canale, che per il Coordinamento segue proprio la questione del baratto amministrativo – non volevamo mandare in fumo una proposta che i cittadini aspettano da tempo. Purtroppo hanno deciso di bocciarla perchè presentata dagli avversari politici. Ma questo atteggiamento miope non aiuta".

La richiesta inascoltata

Come spiegato dal Coordinamento municipale dei comitati di Quartiere, erano statri mossi "rilievi da uno dei due dipartimenti interpellati, che potevano in breve essere superati con un emendamento, chiamando in commissione gli uffici. Cosa che hanno deciso di non fare". La commissione cui si fa riferimento è quella al bilancio. Tra l'altro "il Dipartimento Patrimonio era invece favorevole" alla delibera.

La delusione dei Comitati di Quartiere

"Ad oggi quindi non c'è stato nessun passo avanti sul baratto, solo rassicurazioni senza costrutto. Appuntamenti disdettati e mai rifissati, che testimoniano di contro la non volontà di condividere con la cittadinanza,che da anni si batte per la cura dei beni comuni, le scelte di governo. Come coordinamento dei Comitati di Quartiere del Municipio IX - fanno sapere i suoi referenti attraverso una nota - siamo molto delusi dal comportamento della maggioranza  non costruttivo e fatto di sole parole, peraltro contraddittorie". D'altra parte, come sottolieano i Comitati di Quartiere "per altre delibere passate da questo municipio, come quella  sullo stadio a Tor di Valle, si e' ritenuto di votare positivamente anche alla presenza di piu' pareri negativi degli uffici".  Il risultato è che il baratto amministrativo, per ora, non si farà. I cittadini possono continuare a sistemare le aree verdi, senza che questo comporti per loro uno sgravio fiscale.

Cosa prevede il baratto amministrativo

L'articolo 190 del dlgs 50/2016:  "Gli enti territoriali possono definire con apposita delibera i criteri e le condizioni per la realizzazione di contratti di partenariato sociale, sulla base di progetti presentati da cittadini singoli o associati, purché individuati in relazione ad un preciso ambito territoriale. I contratti possono riguardare la pulizia, la manutenzione, l'abbellimento di aree verdi, piazze o strade, ovvero la loro valorizzazione mediante iniziative culturali di vario genere, interventi di decoro urbano, di recupero e riuso con finalità di interesse generale, di aree e beni immobili inutilizzati. In relazione alla tipologia degli interventi, gli enti territoriali individuano riduzioni o esenzioni di tributi corrispondenti al tipo di attività svolta dal privato o dalla associazione ovvero comunque utili alla comunità di riferimento in un'ottica di recupero del valore sociale della partecipazione dei cittadini alla stessa".

La replica del Movimento Cinque Stelle

La risposta del M5s nel Municipio IX è affidata al vicepresidente della Commissione Bilancio Marco Maria Crescenzi.

Nel corso dei lavori della V Commissioni Bilancio e Patrimonio, come gruppo di maggioranza abbiamo rilevato che la deliberazione proposta fosse significativamente mancante di elementi sostanziali a sostegno della stessa. Quali tra gli altri, la mancanza di precise previsioni regolamentari inerentemente alla correlazione necessaria tra la riduzione dell’esenzione proposta e fissata in maniera forfettaria al 50% della TARI, con la specie dell’intervento o dell’attività svolta; ancora dando seguito al parere negativo del Dipartimento Risorse Economiche, si è rilevato come non fosse esplicitato in maniera puntuale, la convenienza anche economica delle tipologie di intervento proposte.Si è poi focalizzata l’attenzione sulla mancanza di una necessaria verifica inerente alla "…monetizzazione degli interventi per quantificare i risparmi che ne deriverebbero all’Amministrazione…". Infatti come detto la proposta altro non fa se non limitarsi a concedere un tranciante 50% di sgravio dalla tassa rifiuti, senza che alcuna verifica circa la sostenibilità economica sia stata preventivamente effettuata. La bocciatura di questa proposta, in ultima analisi, altro non è se non la normale conseguenza di una mancata istruttoria preliminare nella commissione capitolina a quo. È stato bocciato un atto fondamentalmente superficiale.

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