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Giovedì, 18 Aprile 2024
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Stadio Tor di Valle, cittadini contestano: "Cemento + mattone che c'entra col pallone?"

Il plastico dello stadio e delle torri di Libenskind, è stato esposto alla "Casa della partecipazione". All'iniziativa si sono presentati anche cittadini contrari al progetto che, secondo loro, "ricorda un film già visto"

Nel pomeriggio di martedì 7 luglio, alla Casa della Partecipazione, è arrivato il plastico con il futuro Stadio della Roma ed il Business Center di Tor di Valle. "L’esposizione  - era stato annunciato nei comunicati che lanciavano l'evento -intende favorire la più ampia conoscenza possibile di un intervento tanto importante per il futuro della città, non solo in ambito sportivo ma anche per le sue implicazioni di carattere ambientale, urbanistico e occupazionale".

IL PROBLEMA TRASPORTISTICO - All'appuntamento si sono presentati anche i residenti che, da mesi, stanno contestando l'operazione. Tuttavia "Non c'era nessuno con cui relazionarsi – ci spiega Massimo Sabbatini, del Comitato Salviamo Tor di Valle – dei sei assessori annunciati, è intervenuta solo Cattoi. Comunque abbiamo esposto il nostro striscione e ribadito la nostra contrarietà al progetto, che proveremo ad esporre anche in seno all'Osservatorio cittadino che ora sarà attivato". Entrando nel merito della contestazione, il cittadino ha ribadito che "restano tutte le perplessità di sempre. A partire dal ridicolo progetto di creare un tronchetto della metro B tra Magliana e Tor di Valle. Per noi invece, ed i fatti di questi giorni tornano a dimostrarlo, bisogna prioritariamente ammodernare il trenino Roma Lido".

L'OPERAZIONE IMMOBILIARE - "Cemento + mattone = devastazione. Che c'entra col pallone" si leggeva nello striscione tenuto in mano dai cittadini contrari all'operazione Tor di Valle. "Quell'area era destinata ad altro, ed in particolare al Parco Fluviale del Tevere. Ora invece con la copertura dello stadio, si vuole nascondere un'operazione di pura speculazione immobiliare. Mi ricorda il film 'Le mani sulla città' – osserva Sabbatini  – soprattutto nel primo minuto del film, laddove c'è un costruttore che spiega un meccanismo che sembra sempre lo stesso: si compra il suolo quando non è ancora edificabile, si ottiene l'edificabilità dell'amministrazione cittadina ed a quel punto si costruisce. La cosa curiosa, è che nella sequenza successiva viene mostrato un plastico, davanti ai pezzi grossi incravattati. Ed in quel plastico si vede anche uno stadio, pensa. Il film è degli anni Cinquanta - conclude il cittadino - ma è ancora molto attuale. Ne consiglio la visione".

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