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Regionali. Nuova visita di Nicola Zingaretti a Civitavecchia

Ha incontrato anche i lavoratori della Compagnia portuale. Dichiarazioni sulle nomine dell'ultim'ora in Regione e sulle parole di Berlusconi

Nuova visita dell'ex presidente della Provincia di Roma e candidato alla presidenza della Regione Lazio, Nicola Zingaretti a Civitavecchia. A riceverlo all'aula Pucci del comune, anche il sindaco Pietro Tidei. Successivamente ha incontrato i lavoratori del porto nella sede della storica Compagnia portuale presieduta da Enrico Luciani, che quest'anno compie 116 anni, "ultimo esempio - ha spiegato Luciani - di cooperativa autogestita che ridistribuisce i guadagni".

"Se oggi sono qui a Civitavecchia - ha spiegato Zingaretti - è perché ho un obiettivo, che non è solo mio, ed è ricominciare a produrre lavoro e ricchezza e redistribuirla in modo solidale. In passato - ha proseguito il candidato alla presidenza della Regione Lazio - sono state illuse le persone che il lavoro era finito, che bisognava pensare alla finanza. Era una stupidaggine che si potesse tenere in vita il mondo senza lavoro. L'Italia era un Paese produttore ma è diventato consumatore, ma non si può consumare se non si produce, non si spende se non si incassa. Civitavecchia è importante per questo, perché se vogliamo voltare pagina dobbiamo scommettere sulle forze della nostra Regione e questa città è uno dei pochi polmoni produttivi del Lazio e uno dei più importanti d'Italia. Più forte è il porto, più nel mondo questa città sarà punto di rifacimento".

Durante la sua visita alla città portuale, l'ex presidente della Provincia di Roma ha commentato anche le indiscrezioni su "una nuova valanga di nomine come per Sviluppo Lazio e altre aziende" che Zingaretti ritiene "veramente un ennesimo e vergognoso saccheggio delle risorse pubbliche e dei soldi dei cittadini". E lancia un appello "a tutti i candidati affinché si pronuncino contro questa vergogna, e chiedano alla Regione di fermare queste intenzioni, se fossero vere". Zingaretti si rivolge soprattutto al presidente Cremonesi: "Gli chiedo di difendere l'autonomia delle aziende, di ribellarsi a questa filiera partitica e politica che rischia di dare un durissimo colpo alla competitività del sistema. Basta col saccheggio delle risorse pubbliche, basta con le furbizie, basta con una pratica di depauperamento dei soldi dei cittadini. Fare delle nomine - ha aggiunto Zingaretti - a otto giorni dal voto per i prossimi anni è una cosa che si commenta da sola. Faccio appello a tutte le forze produttive che si pronuncino e chiedano, come me, di fermare il rischio di un nuovo colpo di mano di chi sembra avere un disprezzo assoluto per la cosa pubblica". E a chi ha chiesto se avrebbe impugnato davanti alla magistratura queste nomine, Zingaretti ha risposto: "Sicuramente se entreremo in Regione tireremo fuori tutto dai cassetti e lo manderemo innanzitutto al Tar per non far ricadere sui cittadini questo saccheggio politico che è una vergogna indecente. Lancio davvero un allarme - ha concluso - perché non sembrano esserci limiti alla tracotanza e all'arroganza di chi, ancora per alcune ore, gestisce il potere".

Riferendosi poi alle recente dichiarazioni di Silvio Berlusconi, il candidato alla Presidenza della Pisana ribatte: "Il miliardario ridens che torna in televisione per dire che le tangenti ci sono sempre state, sono normali, si deve vergognare: è un modo di prendere in giro gli italiani. Dove c'è l'illegalità c'è la mafia, le camorre. La morte della legalità e della democrazia. Comincio a chiedere scusa a tutti quei grandi filosofi e politici - ha aggiunto - che vi hanno raccontato che si sarebbe diventati ricchi con la finanza, o se si è furbi e si ammazza quello vicino. Hanno promosso la cultura della solitudine. La verità è che pochissimi sono diventati miliardari, e il costo è stato la miseria del Paese". E ha aggiunto: "Quelli che oggi si ricandidano a governare il Lazio sono le stesse facce che hanno permesso lo scandalo Fiorito-Maruccio. Se ne vadano. È una vergogna che i cassintegrati neanche ricevano i soldi della cassa integrazione, e a sette giorni dalle elezioni quelli fanno le nomine per tre anni. Vergogna. Queste sono ore decisive, quelle in cui si convincono gli indecisi. Questa è la fase in cui si decide se e per chi votare. C'è tanta rabbia, e ci sarà anche la tentazione di fare una scelta clientelare, una fase in cui tutti la spareranno grossa. Ma sono anche ore in cui abbiamo la possibilità di cambiare. Rimbocchiamoci le maniche. Il nostro assillo - ha dichiarato Zingaretti - è invece quello di riprendere a creare ricchezza, e ridistribuirla con equità e solidarietà nel segno dell'uguaglianza. Questa è una Regione in cui la gente si sente sola, una Regione che ha fatto tanti passi indietro. Se fosse un'azienda privata, sarebbe già fallita. Hanno fatto i buffi coi soldi che possiamo farcela. Non è vero che non c'è speranza, non è vero che c'è solo la politica del rapporto clientelare e del favore. La prima missione di questa campagna elettorale è la difesa di una democrazia in cui cresce la disillusione. C'è rabbia, e io la comprendo: quella di chi è precario da 12 anni e vede i superstipendi, quella del pensionato che non ce la fa a cui dobbiamo dare risposte. Ma quella rabbia, se rimane solo distruttiva - ha proseguito - farà un favore ai potenti, a chi non vuole il cambiamento. Dobbiamo raccoglierla noi questa rabbia, farla nostra, per la sobrietà della politica, per il bene delle persone. Questa - ha concluso Zingaretti - è la bella politica, la politica che vogliamo fare".

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