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Hcs, Moscherini: "Una proposta senza senso, speranza e senza futuro"

L'ex Sindaco dice la sua sulla proposta di fondere insieme Civitavecchia Infrastrutture e la Holding per sanarne i debiti

"Una proposta che porta il Comune dritto al default". Così ha definito l'ex sindaco Gianni Moscherini la proposta presentata ieri in Commissione Bilancio dall'amministrazione comunale. L'idea proposta era quella di fondere insieme Civitavecchia Infrastrutture e Hcs per utilizzare il patrimonio comunale per sanare i debiti della holding. "Devono avere - ha detto Moscherini - l'umiltà e la sensibilità di riprendere il bando di gara per la vendita del 60% delle quote. L'unica strada percorribile. Se Civitavecchia Infrastrutture e la Holding sono state separate dalla mia amministrazione ci sarà un motivo: quello cioè di salvaguardare il patromonio comunale. Con quello che hanno intenzione di fare mettono in serio pericolo le finanze comunali". Insomma, per il consigliere d'opposizione si tratta di una "proposta senza respiro, senza speranza e senza futuro. Non siamo più in campagna elettorale e devono ammettere che il mantenimento pubblico al 100% dei servizi - ha proseguito - annunciato in campagna elettorale è solo un'utopia irrealizzabile".

Per il consigliere di Sel Giulio Agostini, invece, quella di Moscherini (e cioè la sua contrarietà a fondere insieme le due società) "paradossalmente" non fa altro che "mostrare la sua volontà di far fallire la Holding". Per questo, la sua amministrazione aveva deliberatamente deciso di separare il patrimonio e la gestione dei servizi. Intanto, ieri pomeriggio il delegato alle partecipate Emiliano Santori ha incontrato l'assessore alle Finanze Giorgio Venanzi e i liquidatori di Hcs per reperire ulteriore patrimonio da usare per sanare i debiti della società. "Stiamo pensando - ha detto Santori di trasferire alcune unità immobiliari dentro Civitavecchia Infrastrutture così da aumentarne il patrimonio". Si tratta di circa 200 alloggi (zona De Santis, centro storico e alcuni locali commerciali) che il Comune aveva assegnato a cittadini in emergenza abitativa circa 30 anni fa. Ora lo scenario che Santori vorrebbe aprire è quello del riscatto dei beni immobiliari da parte di chi vi abita. "Vorremmo proporre loro - ha spiegato - di acquistare gli immobili a prezzi ragionevoli". Si parla di circa 60-70mila euro, anche se il prezzo va ancora valutato.

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