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Il Porto di Civitavecchia prova a investire nonostante la crisi

Nei prossimi giorni il presidente dell'Autorità Portuale Pasqualino Monti presenterà il nuovo piano operativo del porto di Civitavecchia che dovrà sostenere lo sviluppo infrastrutturale

Il porto di Civitavecchia prova ad investire. Il presidente dell'Autorità Portuale, Pasqualino Monti nei prossimi giorni infatti (il 16 novembre) presenterà il piano di investimenti per i prossimi tre anni, progetti in nuove infrastrutture portuali "già esecutivi" (già cantierizzabili) per un valore complessivo di oltre 300 milioni di euro, dato che strappa il ruolo di più importnate stazione appaltante nel campo della portualità italiana.

Il programma si pone molteplici obiettivi strategici riguardanti la seconda area di produzione e consumo in Italia (Lazio, Umbria e Marche, collocate su un ideale corridoio Tirreno-Adriatico, destinato a spezzare la cronica incomunicabilità tra i due mari). Il primo obiettivo sarà quello di replicare nelle merci e nella logistica la primazia raggiunta da Civitavecchia nel traffico crocieristico, facendo del porto della Capitale un hub per container e altre tipologie di merce (c'è la disponibilità di aree retro portuali per oltre 5 milioni di metri quadri e gli accosti in acque profonde (22 metri) non hanno paragoni in Italia). Il secondo obiettivo sarà rappresentato dalla realizzazione del nuovo porto commerciale di Fiumicino (gestito come anche Gaeta dall'Autorità Portuale di Civitavecchia nell'ambito di un network regionale), che diventerà un secondo scalo crocieristico in grado di sviluppare su quattro accosti un traffico di oltre 1,8 milioni di passeggeri aggiuntivi rispetto ai 2,6 che oggi Civitavecchia (leader nel Mediterraneo) già accoglie.

Il terzo obiettivo, infine, sarà quello di fare di Civitavecchia un polo di progettazione di business nel settore delle crociere e delle autostrade del mare. Il vice ministro ai Trasporti, Mario Ciaccia ("Io credo in Civitavecchia perché credo nella portualità italiana") ha invitato l'Autorità Portuale a sfruttare ulteriormente "l'autonomia finanziaria dei porti" esplorando meglio le possibilità che possono venire dalle obbligazioni di scopo e dai prokect bond ("Sono stato contattato da fondi investimento esteri, non perdiamo queste opportunità"). Si muove intanto qualcosa dal punto di vista istituzionale. Il vice ministro dei trasporti Mario Ciaccia, infatti, ritorna sull'annosa questione dell'autonomia finanziaria dei porti: "Stiamo seguendo con attenzione l'iter del decreto di ripartizione delle risorse ai porti perché la materiale assegnazione di questo fondo avvenga il più presto possibile".

"Nello specifico il finanziamento di infrastrutture portuali in corso di ripartizione - ha ricordato Ciaccia - è stato così suddiviso: 20 milioni per il Porto di Genova, 25 per il Porto di Savona, 4.3 milioni per il Porto di Gioia Tauro e Cagliari, 33 milioni in 9 rate annuali per il Porto di Civitavecchia".

"Con il decreto sullo sviluppo è stata finalmente disposta l'autonomia finanziaria dei porti, attraverso una specifica norma con la quale si è stabilito di dare impulso all'infrastrutturazione portuale, destinando ai porti parte dell'Iva e delle accise in essi prodotte", ha detto ancora il vice ministro.

"Per poter essere effettivamente competitivi con i porti del Mar del Nord - ha continuato Ciaccia - occorre che all'interno dei sistemi dell'alto Adriatico e dell'alto Tirreno ognuno degli scali sia messo in condizione di ricevere e trattare le grandi navi di domani. Questo per consentire l'interoperabilità, come terminali mediterranei efficaci, rispettivamente del corridoio Genova-Rotterdam e del corridoio Adriatico Baltico. Considerazioni analoghe - ha aggiunto Ciaccia - vanno condotte per i sistemi portuali campano, pugliese e siciliano, da vedere come sblocchi mediterranei del corridoio Helsinki-La Valletta a servizio di quella parte d'Europa costituita dal Mezzogiorno d'Italia".

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