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Centro, due anni di governo Alfonsi a caccia di risorse e senza poteri

La presidente del I municipio fa il punto a due anni dall'insediamento. "Alla carenza di risorse abbiamo dato una risposta con lo spirito di iniziativa". Ma restano nodi da sciogliere: l'abusivismo commerciale e i rifiuti

Le casse sono vuote e il decentramento è ancora un sogno. Ma, tutto sommato, si è tentato di portare il risultato a casa, puntando su programmazione, reti territoriali e mecenati che hanno sostituito il pubblico dove possibile. La presidente del I municipio, Sabrina Alfonsi, fa il punto a due anni dall'insediamento.

Parla al teatro dei Dioscuri, a due passi dal Quirinale, davanti a centinaia di uditori. "Raccontiamola tutta" è il titolo della conferenza. C'è bisogno di "raccontarla tutta - esordisce il minisindaco - perché molte delle cose fatte, forse le migliori, non trovano posto sulla stampa". E allora si parte dalle battaglie vinte, frutto di un lavoro quotidiano svolto "nell'ombra". 

Politiche sociali, interventi nei settori dell'infanzia, dei giovani e degli anziani, iniziative adottate nelle politiche scolastiche e culturali. Perché se è vero che il piatto delle finanze piange, e non è un segreto per nessuno, lo è altrettanto che non sono mancate strade alternative per perseguire gli obiettivi. "Alla carenza di risorse abbiamo dato una risposta con lo spirito di iniziativa, trovando fondi aggiuntivi".

I RISULTATI OTTENUTI - Qualche esempio. L'Ufficio Europa Municipale, che ha permesso la partecipazione a sei progetti europei, il bando Roma Sei Mia, con i privati che hanno partecipato a lavori pubblici per la cura e la manutenzione del territorio, i progetti culturali autofinanziati, il Roma Fringe Festival, le arene estive, il festival del cinema a Trastevere. Tutto senza costi per l'amministrazione. 

Si è lavorato molto anche sul fronte scuola, "attraverso la Conferenza Municipio - Rete delle Scuole, un organismo che mette a confronto istituti, assessorato e commissione consiliare sull'uso delle risorse economiche disponibili, sull'offerta formativa, sulla condivisione di progetti". E sui giovani, con l'istituzione del "Centro Giovanile Municipale, uno spazio di incontro, formazione, e aggregazione, dei giovani della città di Roma". Insomma, il messaggio è chiaro: laddove si poteva, si è fatto. 

I NODI DA SCIOGLIERE - Poi però ci sono i tasti dolenti, quelli che fanno notizia. Primo fra tutti l'abusivismo commerciale, il più che noto "tavolino selvaggio". Task force della Polizia Municipale, blitz con il minisindaco sempre presente, rimozione degli arredi che occupano illegalmente vicoli e strade del centro storico, e ora, da qualche settimana, anche l'applicazione del codice penale. Ma i risultati sono ancora sotto le aspettative. 

C'è chi non si fa spaventare neanche dalle manette, e continua a posizionare i dehors fuori dai confini consentiti. "E' evidente che bisogna rivedere le regole del commercio - spiega Alfonsi - se vogliamo davvero sviluppare attività di qualità nel centro storico di Roma". Ma questa, si sa, è materia del Campidoglio. Idem per i rifiuti.

"All'inizio del nostro mandato abbiamo trovato una città sporca, con una raccolta di rifiuti non in linea con le direttive europee e con una bassissima percentuale di differenziata". Criticità particolari sono state registrate a Trastevere, dove la raccolta è stata riprogettata "per renderla più adeguata alle caratteristiche del territorio". Risultati? "Li vedremo nei prossimi tre anni". 

Altro tema caldo è il traffico, i bus turistici in particolare. E qui la posizione del parlamentino, che in materia non è competente se non con funzioni di indirizzo, è limpida: i torpedoni si devono fermare fuori dal centro. Una priorità se poi si guarda al Giubileo e alle decine di migliaia di pellegrini che attraverseranno Roma. Sul punto l'assessore ai Trasporti capitolino, Stefano Esposito, sembra aver chiaro l'obiettivo di allontanare i "mostri" a quattro ruote. Ma ancora la partita è tutta da giocare. 

IL DECENTRAMENTO MANCATO - Insomma, "un biennio impegnativo" per la presidente della City romana, che forse non si aspettava, tra le tante, di dover fronteggiare un evento di portata planetaria sul suo territorio. Una cosa è certa, il decentramento è rimasto sulla carta. "Non si è ragionato su come definire al meglio la divisione delle competenze tra l'amministrazione centrale e i nuovi enti, su come assicurare a questi ultimi una maggiore autonomia di bilancio, su come intervenire per migliorare una struttura amministrativa inefficiente e obsoleta". E un'altra cosa sembra certa: "Non rifarei un altro mandato in queste condizioni". 


 

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