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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Carceri: detenuti impiegati come spazzini nei Fori Imperiali

Cinque detenuti degli istituti penitenziari della Capitale, ammessi al lavoro esterno, lavoreranno come spazzini ai Fori e al Teatro di Marcello

Cinque detenuti degli istituti penitenziari della Capitale, ammessi al lavoro esterno, saranno impiegati fino al 31 dicembre 2010 come spazzini. L'obiettivo è favorire e indirizzare, attraverso il lavoro, il recupero e la riabilitazione dei detenuti. I cinque detenuti lavoreranno 3 ore al giorno per 5 giorni settimanali, per un totale di 1.620 ore e con un compenso di 7,50 euro netti, per un totale di spesa di 16.200 euro. L'Ama nei giorni scorsi ha formato i detenuti e fornirà le attrezzature per lo svolgimento delle operazioni (scope, rastrelli, pinze raccoglitrici, occhiali). Provvederà, inoltre, allo smaltimento dei rifiuti raccolti.
L'iniziativa, presentata stamattina al Foro di Traiano, dal sindaco di Roma, Gianni Alemanno, dall'assessore alla cultura, Umberto Croppi, dal soprintendente ai beni culturali del Comune, Umberto Broccoli, dal presidente Ama, Daniele Clarke, dal capo dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, Franco Ionta e dal direttore di Rebbibia, Stefano Ricca, nasce da un protocollo d'intesa, firmato il 13 aprile scorso, tra la Sovraintendenza ai Beni Culturali del Comune, il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria e l'Ama, l'azienda di igiene urbana di Roma.
Stamani all'opera, con tanto di scopa e tuta, uno dei 5 detenuti coinvolti nell'iniziativa: "Questo lavoro - ha detto - mi aiuta ad alleggerire la condanna e mi serve come riscatto sociale: ho fatto degli sbagli ma in questo modo faccio anche qualcosa per Roma. Poi avere un lavoro in questo momento di crisi è importante". "Bisogna sempre scommettere sulla dignità delle persone e sul loro recupero - ha sottolineato Alemanno - si tratta di mettere insieme diversi segnali: il lavoro e l'attenzione del contesto in cui viviamo. E' un segnale molto forte ed emblematico che questo esempio venga dai detenuti e arrivi ai cittadini". "E' la prima volta - ha spiegato Broccoli - che si mette in campo un progetto del genere. Si tratta di un punto di arrivo ma anche un punto di partenza per la pulizia delle aree archeologiche". Per Ionta "é un'operazione culturale ma anche di sicurezza perché chi lavora non delinque". Clarke giudica l'iniziativa "valida e intelligente perché non solo favorisce il reinserimento sociale ma coniuga anche l'attenzione e decoro della città quindi ha anche una funzione educativa". Per Croppi " è un simbolo importante, un atto di rieducazione che vale per i detenuti e per gli altri".

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