Il I Municipio mappa le caldarroste: la metà sono di Tredicine
Un elenco con le postazioni e le generalità del titolare pubblicato dal I Municipio. Trentotto in totale divisi per zone. La metà delle licenze appartiene alla famiglia Tredicine
Solo dieci sono in via del Corso, cinque in zona Navona. Poi c'è piazza di Spagna, Termini, Repubblica, via Cavour, il Vaticano. I venditori di castagne, in gergo 'caldarrostari', sono famosi in tutta Roma. Coni di marroni fumanti quasi solo per turisti, visti i prezzi da gioielleria, che il Comune ha deciso di mappare.
Un elenco con le postazioni, regolarmente provviste di licenza, pubblicato dal I Municipio. Trentotto in totale divisi per zone. Un metro quadrato per sgabello, fornello e ombrellone che costano 221 euro di canone annuo in zona 1 (Vaticano) e 293 nelle zone centrale (2,3 e 4).
I dati comprendono ubicazione delle postazioni e generalità dei titolari. O, sarebbe quasi il caso di dire, "del titolare". Quello delle caldarroste è quasi un monopolio, come si evince piuttosto chiaramente dai nomi pubblicati. La leggendaria famiglia Tredicine la fa da padrone, con Alfiero, il più anziano, Dino e Tania Donatella. In tutto hanno 17 postazioni su 38, la metà. D'altronde sono loro i pionieri della categoria.
Alfiero Tredicine è figlio del famoso Donato, il primo caldarrostaio di Roma, emigrato dall'Abruzzo. E fondatore dell’impero dei camion bar. Lo stesso Alfiero si è scagliato settimane fa contro un emendamento del decreto Valore Cultura per la limitazione delle postazioni dei camion bar nelle aree monumentali.