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Mercoledì, 24 Aprile 2024

VIDEO | Tor Sapienza, via i migranti ma il degrado resta: il quartiere rischia di esplodere ancora

Pezzi di calcinacci che si staccano dai balconi, box e cantine allagate dai liquami di fogna, infiltrazioni d’acqua. E sono solo una parte dei disagi a cui sono costretti ad abituarsi gli inquilini degli alloggi popolari che sorgono a Tor Sapienza

La caduta dei calcinacci da un balcone del terzo piano avvenuta pochi giorni fa, ha riportato all’attenzione la situazione in cui si trovano i palazzi Ater di viale Giorgio Morandi: “Aspettano che succeda la tragedia prima di intervenire”, tuonano gli abitanti, mentre la parte del cortine interessata è stata transennata dai vigili del fuoco. “Tanto la lasceranno così - dice Elvio Macario del comitato di quartiere, mentre ci accompagna in giro per il quartiere - c’è una intera ala del cortile dove i ponteggi sono qui da almeno 7 anni”.

Era novembre 2014 quando proprio qui scoppiò la “rivolta” dei cittadini contro il centro di accoglienza che sorgeva proprio di fronte ai palazzoni Ater. Entrando nei cortili del comprensorio, tra degrado, incuria e occupazioni abusive degli ex locali commerciali e box, emerse una situazione al limite della sopportazione dove gli abitanti convivevano, e lo fanno tutt’ora, con il completo abbandono di Ater, quindi Regione Lazio, da una parte, e Comune di Roma dall’altra.

Sono infatti circa 700 gli alloggi popolari che sorgono tra viale Morandi e via Tranquillo Cremona (qui 205 sono di proprietà del Campidoglio). Ma a distanza di circa tre anni, con i richiedenti asilo portati via poco tempo dopo le proteste, poco è cambiato: “Ci hanno fatto solo promesse - dice Nuccia D’Alessandro, vice presidente del comitato di quartiere ‘Morandi-Cremona’ -. Abbiamo più volte provato a contattare la sindaca di Roma, Virginia Raggi, ma senza successo, non ci ha mai ricevuto. La nostra paura è che il quartiere esploda di nuovo”. Ma il disagio più grande si vive nei 500 alloggi di proprietà di Ater: “Zingaretti forse non ha mai capito che Ater è competenza sua - conclude Macario -, forse è il caso che qualcuno glielo dica vista che così la gente non può più vivere”.

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