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Tor Sapienza Collatino

Centro Carni all'Ama, gli operatori non ci stanno: partito il ricorso al Tar

Promettono lotta dura gli operatori che a tutt'oggi lavorano nella struttura di viale Palmiro Togliatti. A Roma Today hanno raccontato la loro storia, fatta di discriminazioni e trattamenti di serie B da parte dell'amministrazione comunale

Per favore non chiamatelo “Ex centro carni”! Il mattatoio di viale  Palmiro Togliatti non ha mai smesso di funzionare, nonostante  l'approvazione della delibera comunale che ha sancito il passaggio di  proprietà del complesso all'Ama. Sono più di quaranta le persone che  quotidianamente lavorano ancora in questa importante realtà, ricca di storia e tradizione e da qui – ci dicono – non hanno intenzione di  andare via, non vogliono rischiare di “far chiudere una delle strutture  più grandi e importanti d'Italia”. 

Contro la decisione del Comune hanno già presentato ricorso al Tar del Lazio nella speranza di ottenere, nell'immediato, la sospensione dell'atto.  Il ricorso, riconducibile alla quasi totalità degli operatori, contiene diverse motivazioni, alcune già avanzate nello stesso procedimento presentato nel 2006, quando gli stessi avevano contestato l'ipotetico conferimento dell'area a “Risorse per Roma”. 

In quell'occasione, però, l'amministrazione comunale revocò la delibera e il procedimento decadde automaticamente. Secondo i firmatari del nuovo ricorso, con il trasferimento della struttura all'Ama verrebbero, tra l'altro, violati i principi sull'indebitamento delle aziende e la normativa in tema di aiuti di Stato. 

Già alla sola diffusione della notizia dell'approvazione della  delibera, gli operatori hanno cominciato ad avere le prime perdite. “All'interno del Centro Carni – ci spiega il presidente dell'Unione operatori Centro Carni, Alessandro Piroli- c'è una persona che gestisce un punto vendita di carne al pubblico. Ebbene molti clienti hanno smesso di venire a comprare perchè pensano che siamo stati già trasferiti”. 

Tuttavia, la paura più grande è che la municipalizzata “che continua ad accumulare debiti – ha aggiunto il presidente –  arrivi a perdere anche questa struttura  per morosità con le banche. Nessuno ci ha garantito la sopravvivenza qui dentro e per questo lotteremo sino alla fine. Ci hanno prospettato il trasferimento a Guidonia ma non è in regola con la legge. Quando si sposta un mercato, infatti, si deve consentire agli operatori di mantenere le stesse condizioni iniziali, la stessa clientela, quindi deve essere fatto in zone attigue a quella di partenza non in un altro Comune”.

Piroli ha raccontato a Roma Today la storia dell'importante realtà economica che prende vita, ormai da decenni, su viale Palmiro  Togliatti, senza tralasciare l'elenco degli investimenti sostenuti dagli operatori. “Il Centro Carni esiste 1975 ed offre alla città il più ampio assortimento di prodotti carnei al minor prezzo su scala europea – ha detto  -  In tutti questi anni gli operatori si sono fatti carico a loro spese dei locali loro assegnati all'interno dello stabilimento, hanno regalato al Comune, nel 1997, il progetto di ristrutturazione a norma Ce dell'intero Centro, in assenza della quale lo stabilimento avrebbe chiuso. Inoltre, dopo l'incendio che ha devastato l'intero edificio n. 7 privando ci della struttura principale del mercato delle carni, l'amministrazione ha stanziato dei fondi per la ristrutturazione ma ancora oggi l'edificio è un relitto su cui è 
calato l'oblio.”. 

La “svendita” - come la definisce il presidente dell'unione operatori - del complesso all'Ama rappresenta una perdita in tutti i sensi: “Il Comune avrebbe potuto guadagnare con noi, già da anni, cifre da reinvestire sul territorio se solo avesse dato seguito alle richieste di poter recuperare i 12.000 metri quadrati dell' edificio a nostre spese”. Nelle condizioni attuali, dunque, molti operatori vivono il disagio di non poter investire sul proprio lavoro, perchè senza garanzie di sopravvivenza. “Chi avrebbe bisogno di rinnovare attrezzature o altro non lo fa perchè non sa se nei prossimi mesi potrà continuare a lavorare qui -conclude Alessandro Piroli - Il Centro Carni in questi anni ha controllato migliaia di capi reperiti e recuperati nel Lazio e nelle regioni limitrofe, ha provveduto al loro abbattimento e al loro smalti mento per distruzione impedendo che carni infette finissero sulla tavola dei consumatori. Il nostro Sindaco ha detto che l'operazione fatta è finalizzata alla salvaguardia degli operatori dell' Ama, come se il Centro Carni fosse una landa deserta e non uno stabilimento che dà, per indotto e per occupazione, posto a migliaia di persone”

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