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Centocelle Quadraro / Via Casilina, 713

Parco di Centocelle, lavori al via ma gli 'sfasci' restano dove sono

Nessuna inversione di rotta sugli autodemolitori dopo la proroga concessa in estate

Dopo un anno e mezzo di attesa - la pubblicazione del bando pubblico risale al luglio 2013 - intorno a metà gennaio dovrebbero finalmente partire i lavori di riqualificazione del parco di Centocelle. Si tratta di un progetto da 2,5 milioni di euro che prevede la realizzazione di percorsi pedonali, archeologici e ciclabili, e porterà ad ampliare la porzione di verde fruibile dai cittadini - oggi appena 33 ettari su un totale di 120.

Giulia Pietroletti, assessore all'ambiente nel Municipio V, ha annunciato che, oltre ai lavori già preventivati, verrà effettuata anche la bonifica del canalone, ex tracciato della metropolitana di Mussolini che, "tornerà ad essere percorribile come percorso pedonale e ciclabile" garantendo l’accesso al parco da via dei Ciceri. 

AUTODEMOLITORI - Fin qui le notizie positive. Resta invece aperta la partita per il trasferimento dei rottamatori. Quasi un quarto dei 110 autodemolitori romani si trova infatti sulle vie d’accesso al parco. Il Municipio V ne ha già chiesto in più occasioni il trasferimento - l’ultima memoria di giunta è di pochi giorni fa - ma dal Comune non è arrivato nessun segnale positivo. Tutt’altro. L’ultimo atto partorito dal Campidoglio - una delibera di giunta approvata il 25 giugno 2014 - sconfessa invece tutte le promesse fatte per il trasferimento dei così detti sfasci. 

NUOVA PROROGA - Nella delibera la giunta Marino stabilisce che "al fine di dare impulso alle procedure volte ad un definitivo e complessivo riassetto del settore", le attività istruttorie per individuare nuovi siti "necessitano di un tempo presumibilmente non inferiore a 18 mesi a decorrere dal 1° luglio". Lo conferma anche un avviso pubblicato da Roma Capitale avente per oggetto "l’Autorizzazzione provvisoria all’esercizio dell’attività di autodemolizione e rottamazione" per un periodo che va dal luglio 2014 a giugno 2015, ma "con riserva a procedere, qualora si rendesse necessario, ad un’estensione dell’autorizzazione fino al 31 dicembre 2015, come previsto dalla Deliberazione della Giunta Capitolina n.181 del 25 giugno 2014". Diciotto mesi, appunto. 

REBUS LOGISTICO - Ma a che cosa si deve questo ennesimo inciampo? Il nodo principale resta sempre quello logistico. Secondo la delibera, dei cinque siti individuati per la delocalizzazione in un accordo stipulato nel 1997 da Comune, Provincia e Regione, resta disponibile la sola area di Osteria Nuova. Viene inoltre specificato che l’indisponibilità parziale di queste 5 aree "determina la carenza di spazi sufficienti ad ospitare la delocalizzazione dei Centri di autodemolizione e rottamazione, non intercettando utilmente la domanda di servizi esistente nel settore". 

NUOVE INDAGINI - Si è rilevata dunque "la obiettiva necessità di svolgere una procedura in senso ricognitivo e riepilogativo (...) da contemperarsi con la necessità di assicurare continuità alle attività svolte nell’ambito dei Centri di autodemolizione e rottamazione, pena lo stallo del settore e l’insorgenza di serie criticità correlate anche alla natura speciale dei rifiuti in parola". Tutto ciò comporta insomma "un più articolato e complesso iter istruttorio" per "il reperimento di ulteriori superfici utili alternative in sostituzione di quelle non più disponibili". 

COLPA DELLA CRISI - Non manca nel documento un passaggio in cui si fa riferimento al difficile contesto socio economico e alla volontà del Campidoglio di evitare dissidi con gli operatori: "Dato atto che la situazione complessiva in atto, anche sotto un profilo politico-generale, merita particolare attenzione ed il dovuto approfondimento, tenuto conto che essa manifesta, anche in ragione del difficile periodo di congiuntura economica ed occupazionale in atto, possibili riflessi destinati ad estrinsecarsi anche in un ambito socio economico, dando vita a criticità relazionali con l'ampia ed articolata compagine degli operatori".

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