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Marino Marino / Corso Vittoria Colonna

A Marino le memorie ritrovate dei partigiani dei Castelli Romani

La Salateatro Vittoria di Marino celebra la Festa della Liberazione con uno spettacolo a tema, “Memorie ritrovate” scritto e diretto da Sabina Barzilai, che porta in scena le storie dei partigiani dei Castelli Romani

Carla Capponi, Severino Spaccatrosi, l'assalto al ponte delle Sette Luci sull'Ardeatina, i bombardamenti dei Castelli Romani del 1944, sono solo alcuni dei personaggi e degli eventi della Seconda Guerra Mondiale che prendono vita nello spettacolo "Memorie Ritrovate", andato in scena a Marino presso la Sala Teatro Vittoria in occasione dei festeggiamenti per il 25 aprile.

Lo spettacolo è uno spaccato femminile a più voci sugli anni dell’occupazione tedesca e della Resistenza nei Castelli Romani e vedrà coinvolti per una mattinata di studio e approfondimento anche gli studenti del Liceo “Amari-Mercuri” di Marino, nell'ambito dei progetti di alternanza scuola-lavoro.

Lo spettacolo è scritto e diretto dall'attrice e regista Sabina Barzillai, che da alcuni mesi dirige la stagione teatrale marinese: “Raccogliere, leggere, selezionare, e in parte rivivere, il materiale sulla Resistenza ai Castelli Romani è stato un viaggio, prima che un lavoro un viaggio dell’anima attraverso gli orrori narrati in prima persona, a tal punto che non è stato facile sintetizzare il materiale in archivio: e tanto ce ne sarebbe ancora tanto da poter immaginare la produzione di altri spettacoli sull’argomento”.

Proprio sui ricordi e gli scritti dei partigiani dei Castelli Romani, si basa la struttura dello spettacolo "Memorie ritrovate" che si snoda lungo tre itinerari, tre blocchi di storie che non s’incontrano mai, ma che hanno in comune un’unica terribile esperienza: la giovane Ersilia  che vive a Velletri  e il suo diario: una adolescente che racconta lo sfollamento della famiglia dalla cittadina laziale, il rifugio sul Monte Artemisio, la fuga a Roma ed infine il ritorno alla campagna romana per gli esami di maturità. Ida Maria – a Roma, quartiere periferico di Centocelle, giovanissima anche lei, 18 anni, di origine sarda, - che per sfuggire ai fascisti si nasconde quattro giorni nella grotta dove usava appartarsi con l’amica Rita, per giocare da piccola e dove le scorre davanti tutta la sua breve vita, sotto forma di un monologo flusso di coscienza. I

partigiani e le partigiane combattenti di Albano, Genzano, Marino e zone limitrofe: il racconto della permanenza di un capo partigiano sfuggito miracolosamente alla morte pur rinchiuso nella prigione di via Tasso; i protagonisti di uno dei più grandi attentati della zona all’epoca: il Ponte Sette Luci. La guerra vista da tre angolature: chi la combatte eroicamente, chi la subisce con la paura attaccata alla pelle e chi la guarda con occhi da adolescente che la guerra, farà crescere in fretta.

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