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Marino Marino / Corso Vittoria Colonna

Marino: riapre il museo civico e si parla del mito del Fiume Almone

Mito, leggenda e attualità per recuperare un fiume ora nel degrado ambientale che nasce nel territorio di Marino: il Fiume Almone. Con un convegno su questo mitico corso d'acqua riapre il museo civico marinese

Il mito e la storia dei Castelli Romani: così il museo civico di Marino "Umberto Mastroianni" ha deciso di aprire i battenti dopo i lavori di ristrutturazione iniziati durante l'estate.

Nella giornata di domani, sabato 19 novembre alle ore 16.30, la riapertura dello spazio museale marinese verrà celebrata con un convegno che ripercorre la leggenda del fiume Almone dal titolo evocativo: “La terra è di chi la ama, il percorso del fiume Almone – tra mito, storia e tradizione dai Colli Albani a Roma, stato attuale e possibilità di recupero”.

L’Almone è piccolo fiume dell’Agro Romano che nasce dai Colli Albani  dalla sorgente Ferentina ai piedi di Marino e che sfociava fino al secolo nel Tevere, nei pressi del monte Testaccio, ma il suo percorso è stato deviato per poi terminare nel collettore del depuratore dell'appia Sud.

In età romana il fiume Almone era un fiume sacro in cui si praticava il rito della "Lavatio Mastris", un rito legato alla dinività Cibele la cui statua portava incastonata  nella testa la pietra giunta da Megalesia nel 204 a.C.. La statua della dea CIbele veniva messa su un carro e portata fino al fiume Almone e spinta nel fiume: qui l'arcigallo lavava la statua, asciugandola e cospargendola di cenere e poi portata fino al ponte Palatino.

"La storia dell’Almo nobile che ristora e nutre, è strettamente legata all’antica Roma e al Lazio, segnando uno dei confini sacri della Roma primitiva. I Romani, ancor prima degli Etruschi, hanno fatto dell’acqua e delle sue vie la loro forza", spiega la scultrice Pristinae Gargano che organizzerà in occasione del convegno una mostra per illustrare i progetti di riqualificazione del fiume.

"Un profondo rispetto li legava alla vita, sulla terra e nel cielo, tanto da attribuire ad ogni manifestazione un nome, una divinità ed un culto preciso. Tutto un mondo di storia e mito, legato a luoghi e persone, si cesella nei dintorni del fiume purtroppo oggi caduto nel dimenticatoio. Auspichiamo – conclude la dottoressa Gargano - che un fiume così legato alla città di Roma e alle sue tradizioni, che nella città Eterna vive e finisce il suo corso, riacquisti dignità e splendore".

 

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