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Giovedì, 18 Aprile 2024
Genzano

70 anni fa l'eccidio delle Fosse Ardeatine: i Castelli Romani ricordano

Tante le vittime dei Castelli Romani che furono trucidate nella strage delle Fosse Ardeatine. Oggi una giornata di commemorazione per non dimenticare

Ultimo in ordine di tempo a vedersi attribuito il suo nome a uno dei sarcofaghi ancora senza identità nel sacrario delle Fosse Ardeatine è stato Marco Moscati, uno dei nomi simbolo della resistenza dei Castelli Romani e di Albano e vittima della rappresaglia nazista dopo l'attentato di via Rasella nel marzo del 1944. Marco era il sarcofago numero 283, ma sono tante le vittime dei territori castellani che persero la vita durante uno dei più efferati crimini di guerra compiuti in Italia.

La città di Genzano conta addirittura sei vittime: Bruno Annarumi, Vittorio Buttaroni, Roberto Lordi, Ettore Ronconi, Ivano Scarioli, Sebastiano Silvestri. Stamane per ricordali il sindaco Flavio Gabbarini si è recato insieme agli altri membri della giunta e a cinquanta studenti degli istituti superiori della città presso il Mausoleo delle Fosse Ardeatine mentre, nel pomeriggio, alle ore 16.45, si terrà la cerimonia di deposizione della corona presso il Palazzo comunale. Seguirà, alle ore 17.00, in aula consiliare, la lettura da parte di Ugo Mancini ed Amedeo Letizia di brani tratti dai testi storici che raccontano il massacro. Tra i partecipanti, i familiari delle vittime del martirio. 

Veliterni erano invece i fratelli Augusto e Pio Moretti ed Edmondo Fondi che di mestiere faceva il commerciante. La cittadina di Monte Compatri ha perso due concittadini Placido Martini e Mario Intreccialagli. “La nostra Comunità ha pagato l’eccidio delle Fosse Ardeatine con il sangue di due suoi concittadini - ha detto il sindaco di Monte Compatri Marco De Carolis  ricordando i suoi due concittadini- L'eccidio delle Fosse Ardeatine costituisce l'emblema delle barbarie e delle disumanità con cui l'occupazione nazista ha marchiato la città di Roma. Il valore simbolico di questa tragedia è ogni giorno più forte. La nascita della democrazia in Italia e in Europa è prova della crescita culturale e sociale maturata dopo l’esperienza della Seconda Guerra Mondiale. La memoria serve proprio a questo: l’unica risposta a sentimenti antieuropeisti e alla crescita di razzismo e antisemitismo è la difesa dei valori di democrazia, libertà, confronto e dialogo”.

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