I Radicali: "Fare chiarezza sullo sversamento di liquami di Rocca di Papa nel Tevere"

I consiglieri regionali dei radicali Giuseppe Rossodivita e Rocco Berardo, dopo aver denunciato alcune settimande fa la situazione precaria di alcuni impianti fognari di ristoranti e alberghi a Rocca di Papa, tornano a parlare dello smaltimento delle acque reflue del piccolo comune dei Castelli Romani.

Lo fanno a seguito del sequestro del depuratore gestito dall'Acea di via Flaminia: la procura  di Roma, come riportato sui maggiori qutodiani nazionali, ha aperto un'inchiesta nei confronti di Acea e messo sotto sequestro proprio il depuratore di Roma Nord.

Oggetto dell'indagine  lo smaltimento delle acque reflue piovane e dei liquami degli scarichi fognari che invece di essere depurate sarebbero state sversate direttamente nel Tevere.

I primi controlli del Corpo Forestale si sono avuti a inizio del mese di marzo scorso: nel depuratore di Roma Nord sversano oltre a parte della città di Roma anche diversi comuni laziali che fanno parte dell'Ato 2 di Acea.

Dalle indagini pare che proprio dal comune di Rocca di Papa siano arrivati nei giorni di marzo  degli auto spurghi carichi di liquami che hanno fatto superare  la capacità di depurazione della centrale di via Flaminia. Il risultato è stato che le acque nere sarebbero finite nel fiume senza passare per i depuratori.

I due consigliere radicali auspicano che anche la Procura di Velletri si interessi del caso e "apra a sua volta un'inchiesta su quanto descritto nella nostra interrogazione alla Giunta regionale sullo smaltimento delle acque reflue che potrebbe comportare un grave rischio ambientale e di dissesto idrogeologico in alcune aree del comune di Rocca di Papa".

"Non avendo ricevuto ancora risposta dalla Presidente Polverini, preannunciamo la presentazione di un esposto alla Procura di Velletri - concludono i consiglieri - la prossima settimana per il caso in cui questa non abbia già proceduto, come doveroso, alla apertura di un fascicolo".