Oggi, mercoledì 10 febbraio, ricorrerà il 72° anniversario dei bombardamenti che distrussero il collegio di Propaganda Fide, all’interno delle Ville Pontificie fra Albano e Castel Gandolfo.

In ricordo delle 700 vittime che perirono in questa circostanza, le Città di Albano e  di Castel Gandolfo, in collaborazione con l’Associazione “Familiari Vittime del Bombardamento di Propaganda Fide”, hanno organizzato due cerimonie commemorative. Stamattina ad Albano si è tenuto un corteo in Piazza Costituente che ha raggiunto il Parco della Rimembranza dove è stato deposto un cuscino di fiori e poi Largo Martiri dei Bombardamenti di Propaganda Fide.

Le due tappe della commemorazione sono state accompagnate dai rumori della guerra  con la sirena antiarea che ormai da anni risuonano in tutta la città di Albano nei giorni precedenti e successivi al 10 febbraio quando tutti i Castelli Romani furono bombardati e distrutti.

Nel primo pomeriggio le celebrazioni sono continuate a Castel Gandolfo con il raduno e la preparazione del corteo in Piazza della Libertà che si è spostato all’interno dei Giardini Vaticani dal cancello di Via Massimo D’Azeglio per arrivare nel palazzo di Propaganda Fide con un momento preghiera in memoria delle vittime celebrata da Don Umberto Galeassi e Don Pietro Diletti.

"Il 10 febbraio è un giorno molto triste e doloroso per la nostra città, per la città di Castel Gandolfo e per tutti i Castelli Romani - ha scritto il sindaco di Albano Nicola Marini sui social network - Settantadue anni fa, le truppe Alleate bombardavano queste zone per interrompere i rifornimenti tedeschi per Cassino e Anzio. Migliaia di persone trovarono rifugio all’interno dei confini pontifici, ma i bombardamenti rasero al suolo il Collegio di Propaganda Fide e le Ville Pontificie lasciando solo macerie e morte. Come ogni anno ad Albano Laziale e a Castel Gandolfo, insieme all’Associazione Familiari Vittime del Bombardamento di Propaganda Fide ricordiamo quei tragici momenti, rendendo omaggio alla memoria di centinaia di innocenti, per lo più cittadini albanensi e castellani, vittime della guerra. Una pagina, una ferita molto dolorosa per la nostra comunità che abbiamo il dovere di non dimenticare. Solo se ricordiamo, possiamo comprendere".