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Magliana Muratella / Via Luigi Candoni, 91

Campo rom Candoni, gli abitanti: "E' invivibile, rischiamo di morire di freddo"

La comunità rom di via Luigi Candoni, a Muratella, si appella al Comune di Roma. E in una lettera inviata alla redazione chiede di migliorare le condizioni di vita di chi da anni abita quell'area

Sono stretti come sardine, i servizi igienici non funzionano, il campo è continuamente allagato e la corrente "non viene garantita". La comunità rom di via Luigi Candoni, a Muratella, si appella al Comune di Roma. E in una lettera inviata alla redazione chiede di migliorare le condizioni di vita di chi da anni abita quell'area. 

"Viviamo in questo campo dal 2001 e negli ultimi anni siamo diventati 1300, più di quanto il villaggio possa ospitare, dopo lo spostamento della comunità di Casilino 900". Uno spazio troppo ristretto a cui si aggiungono "i continui allagamenti nelle aree comuni del campo e la fornitura della corrente elettrica che non viene garantita, soprattuto nelle ore notturne, con notevoli disagi per i bambini al freddo e senza acqua calda per lavarsi prima di andare a scuola". 

"Da tanti anni chiediamo interventi al comune di Roma per migliorare le nostre condizioni di vita senza però ricevere alcuna soluzione che non sia uno spreco di soldi pubblici". E poi un'altra volta la richiesta "di uscire dai campi" e di "vivere in case vere". Perché il campo toglierebbe ogni possibilità "di avviare nel concreto percorsi di integrazione". 

Per non parlare dei pericoli legati alla salute per anziani e bambini. Gli abitanti hanno paura "di morire di freddo, come è già successo nel passato ad un neonato di nome Angelo Galliceanu, o morire per le precarie condizioni di vita come è successo domenica il 24 11 2013 alla signora Radmila Sejdovic che è morta perché non è riuscita a curarsi da una malattiaper le condizioni di estrema indigenza in cui versava".

Simile ai contenuti della lettera qui riportati, anche una testimonianza che abbiamo raccolto sul posto. “Sono a Roma da 14 anni, ho un lavoro, la cittadinanza italiana, i documenti. Da questo campo voglio andare via”. Vassile abita con la famiglia in via Candoni e fa il panettiere. Il suo è uno degli oltre cento container del campo rom. Anche lui, lamentando condizioni di vita critiche, raccontava della sua crociata per un tetto sulla testa, che però non è mai arrivato. 

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