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Volantino anti donne in curva Nord, la Figc apre un'inchiesta. Il comunicato degli Irriducibili

La Procura federale guidata da Giuseppe Pecoraro si sta interessando al caso, mentre il gruppo ultras biancoceleste non chiede scusa, anzi

Non si fermano le polemiche sul volantino "anti-donne" diffuso nella Curva Nord della Lazio durante la prima partita del campionato di Serie A contro il Napoli. Dopo esser finita sotto la lente della Digos, che avrebbe individuato due capi ultras, la vicenda è da oggi oggetto d'inchiesta da parte della Procura Figc. Intanto è stato diffuso un comunicato, firmato dagli "Irriducibili", che di seguito riportiamo integralmente. Nessuna scusa, anzi.

Nel comunicato, tra le altre cose, si fa riferimento anche alla dichiarazione di suor Paola, storica tifosa della Lazio, rilasciata ieri ai microfoni del Tgr Rai Lazio: "È assurdo dire che le donne non possono andare in Curva Nord. Nella prossima partita in curva ci andrò io. È una cosa che mi trova un po' spaesata, perché non me la sarei mai aspettata da nessuno, tantomeno dai miei amici Irriducibili. Come si fa a dire dall'oggi al domani una cosa del genere? Poi vorrei ricordare che anni fa c'è stata tutta una campagna per cui si sono formati gruppi di donne tifose di tutte le squadre. Sono stata anch'io con altre persone a organizzarli".

L'inchiesta della Figc

Si apprende dall'Ansa che la Procura federale della Figc guidata da Giuseppe Pecoraro ha da poco aperto "un'indagine sul volantino comparso nella curva laziale in occasione della partita con il Napoli nel quale si affermava il principio che nelle prime dieci file del settore le donne non sono gradite".

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Il comunicato degli "Irriducibili"

"Ci risiamo, ci risiete, ci rifate….schifo! Non ci sentiamo in dovere e diritto di chiedere scusa a nessuno. Mai stati contro le donne per partito preso, ma sicuramente ci sentiamo in diritto a riprendere quelle che sicuramente alla categoria femminile non fanno fare certo una bella figura. Ubriache, barcollanti e poco serie che in un contesto maschile, come quello nostro, di per sé già difficile da gestire anche per noi, hanno portato e portano solo problemi. Noi ci rivolgiamo a quelle e a tutte le altre che pur di farsi selfie lì sotto, in mezzo a quelli che oggi dipingono come il male del mondo, sono disposte anche a perdere di vista i figli stessi o a fargli rischiare di rimanere schiacciati da eventuali resse ed esultanze varie che da sempre caratterizzano, in ogni stadio, le zone occupate dai gruppi portanti del tifo organizzato. A chi ci accusa di sessismo e discriminazione vorremmo rispondere schiettamente, ma purtroppo ci accorgiamo sempre più che l’ipocrisia, il finto buonismo e le vostre realtà virtuali  vanno al di là di ogni nostra logica. Noi non comprendiamo e non accetteremo mai questi termini figli di questo vostro mondo attuale basato sullo strabismo ideologico del politicamente corretto. Il volantino dice altro e chi ci conosce e ci frequenta sa come trattiamo le donne e quante iniziative abbiamo fatto o a quante abbiamo partecipato. E le stesse che fanno parte del gruppo non cercano protagonismi nascosti dall’isterismo di uno scellerato femminismo come al contrario stanno facendo altre che col nostro mondo nulla hanno a che fare. Questo atteggiamento dei media che creano pretesti per mascherare le orribilanti nefandezze della nostra nazione, a neanche una settimana dalla tragedia di Genova, ci nausea. Un mondo che fa diventare un caso nazionale un volantino che non dovrebbe uscire da un contesto legato al mondo delle curve, ci fa semplicemente rabbrividire. A tutte le persone che stanno cercando disperata notorietà, diciamo di pensare più al loro mondo e ai propri scheletri nell’armadio. I religiosi o religiose, per esempio pensassero più a cercare di risolvere o quanto meno a denunciare, come fanno ora con noi, il vero problema della pedofilia che è sempre più evidente, ma tenuto sapientemente nascosto per le logiche ecclesiastiche. Alle sportive, per esempio, di pensare al loro ambiente che pulito non è stato mai. Al responsabile della comunicazione della Lazio consigliamo vivamente di informarsi di cosa si parla prima di prendere le distanze da ragazzi che magari potrebbero essere anche amici della figlia stessa. Ma se proprio vogliono mettere bocca che allora venissero a vedere, magari partecipando qualche volta, le  iniziative che ci vedono impegnati in vari campi anche in ambito femminile se tanto volete saperlo. Dopo queste precisazioni non seguiranno ulteriori spiegazioni, ci fa schifo il vostro mondo. Tutti a Torino, forza Lazio.
Irriducibili".

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