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La Virtus deraglia e incassa la prima sconfitta casalinga. Brindisi vince per 63 a 87

Una dura lezione da apprendere e ricordare per il prosieguo della stagione

Roma si riaffaccia dopo quattro anni nel massimo campionato di pallacanestro davanti al pubblico amico e sceglie la via più difficile, la truppa di Bucchi non oppone alcuna resistenza contro la Happycasa Brindisi e si lascia travolgere sia dal punto di vista tecnico che agonistico.

Le attenuanti generiche non mancano di sicuro: le precarie condizioni fisiche di Jerome Dyson e l’infortunio di Tomas Kyzlink hanno inciso pesantemente sulla qualità della rotazione e la mancanza di terminali offensivi riconoscibili ha permesso agli ospiti di concentrare tutte le attenzioni sull’esordiente Davon Jefferson. La squadra è ancora alla ricerca di una precisa identità e alla prime difficoltà si è sciolta come neve al sole evidenziando limiti di lettura del gioco e di personalità di qualche componente del roster che deve metabolizzare il salto di categoria. Una sconfitta molto dura che potrebbe funzionare come supporto formativo e come campanello di allarme per un gruppo che ha certamente delle risorse a cui attingere ma che non legge ancora la stessa pagina del libro.

La prestazione è un passo indietro rispetto alla discreta gara in trasferta contro la Segafredo Bologna di qualche giorno fa, un esordio che aveva rinfrancato l’ambiente e che lasciava presagire un livello di competitività decisamente più elevato. Roma deve fare progressi sulla tenuta difensiva e sopra tutto deve lavorare sulla fisicità che per ora invoglia gli avversari ad aggredire la sua area più che a funzionare come un elemento di intimidazione. Il campionato è ancora molto giovane e non ha senso drammatizzare una prestazione negativa ma perdere senza metterci il cuore è spesso un peccato mortale che il pubblico fatica a metabolizzare. La partita si trasforma dal principio in un lungo film dell’orrore cestistico: pronti-via infatti gli ospiti mettono a referto un parziale di 8-0 che spegne immediatamente le velleità dei capitolini. La Virtus si dimostra contratta e una selezione al tiro erratica la trascina velocemente fuori dalla partita, alla Happycasa basta la normale amministrazione per disporre dell’inerzia dell’incontro. Il primo quarto si chiude sul 14-27 con 8 palloni persi per i ragazzi di Bucchi che non trovano risposte dal duo Dyson-Jefferson che si lasciano travolgere dalla pressione della difesa avversaria. I capitolini crollano velocemente dal punto di vista nervoso e cominciano a produrre qualcosa di interessante in attacco quando il distacco nel punteggio è già vicino ai 20 punti. Nel secondo quarto l’apporto di Giovanni Pini dalla panchina è senza dubbio interessante e va certamente aldilà delle fredde statistiche, il lungo scuote i compagni e mette a segno qualche giocata con una personalità che finisce per impressionare i tifosi. Coach Bucchi prova a rovesciare la partita provando diverse varianti tattiche ma la percentuale dal campo che resta sotto il 40% nei momenti chiave scava un solco che diventa presto impossibile da colmare. Brindisi sporca le linee di passaggio e banchetta in contropiede con grande facilità.

Nel secondo tempo il menu’ della gara non cambia e i romani si affannano per evitare una dolorosa imbarcata, dal punto di vista offensivo arrivano risposte interessanti da William Buford che si prende sulle spalle la maggior parte delle responsabilità balistiche e finisce per compensare la pessima mira di Alibegovic (3/10 al tiro) che almeno tiene botta sotto le plance. Delude l’eccessiva timidezza di Jefferson che non prende mai in mano le redini del gioco e finisce per spegnersi alla distanza senza troppa convinzione. Dyson appare claudicante ma è costretto a rimanere in campo per la mancanza di alternative e finisce per mettere assieme un mortificante 1/9 dal campo. In generale la squadra è oggettivamente difficile da valutare ed è probabilmente di un livello superiore rispetto a quanto dimostrato oggi, domenica prossima un nuovo turno casalingo contro Cremona potrebbe rappresentare una grande occasione per cogliere la prima vittoria e spegnere sul nascere malumori e polemiche. Per la Happycasa è stato tutto molto semplice e la grande vena di John Brown e la freddezza di Adrian banks e di Darius Thompson hanno esaltato il numeroso pubblico intervenuto in trasferta. I pugliesi hanno il potenziale per aggredire la seconda fascia del campionato mentre Roma deve già fare i conti con due sconfitte e deve prontamente rimettersi in carreggiata. Chi ha tempo non aspetti tempo e forse è già il caso di pensare a qualche innesto.

Tabellini

Virtus Roma: Jefferson 10, Buford 17, Baldasso 5, Dyson 5, Pini 8, Alibegovic 8, Rullo 8, Moore 2,
Farley, Cusenza NE,Spinosa NE, Kyzlink NE

Happycasa Brindisi: Brown 14, Banks 17, Martin 14, Radosavljevic 7, Zanelli, Iannuzzi, Gaspardo 8, Campogrande 5, Thompson 21, Cattapan 1, Ikangi
 

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