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Premio Coni Lazio 2015

Nella sede istituzionale della Sala Tevere della Presidenza della Regione Lazio martedì 16 febbraio

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di RomaToday

La terza edizione del Premio CONI Lazio, erede di 10 edizioni del Premio CONI Roma, riunirà il prossimo martedì 16 febbraio atleti, tecnici, dirigenti e società sportive che si sono particolarmente distinti nel corso della stagione passata.

Nella sede istituzionale della Sala Tevere della Presidenza della Regione Lazio, partner dell'iniziativa, alla presenza dei massimi esponenti delle istituzioni e dello sport, il Presidente del CONI Lazio, Riccardo Viola, consegnerà i riconoscimenti alle eccellenze del territorio. "La nostra filosofia" - racconta il Viola - "nata tredici anni fa con il premio CONI Roma, è sempre la stessa, ed è confortante trovarsi a condividere questa scelta con un'amministrazione come la Regione Lazio e con il suo Presidente Nicola Zingaretti, con il quale il dialogo dura fin dai tempi della Provincia di Roma."

Come in passato, a decretare l'assegnazione del premio da parte della Commissione di giornalisti specializzati del settore, saranno i risultati ottenuti, ma non di meno la valenza sociale del messaggio, l'attività di promozione sul territorio, il fair play sportivo, la passione e l'impegno. Anche quest'anno verrà conferito dalla Commissione un Premio Speciale ad un illustre attore, emblema della sua città di appartenenza: Enrico Montesano.

Spiega Viola "Siamo sempre attenti a quello che succede dentro casa nostra. Il risultato agonistico, certo, il grande campione; ma non dimentichiamo mai di promuovere chi rimane dietro le quinte della notizia, chi s'impegna nel sociale e chi ha speso la vita aiutando i più giovani a crescere." E continua "Persone e vicende che di solito non trovano spazio sui media. I loro protagonisti, nella maggior parte dei casi, sono persone straordinarie, nella loro semplicità e nella loro dedizione alla causa sportiva."

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Si rinnova l'appuntamento con la consegna dei premi CONI Lazio alle eccellenze dello sport regionale ed è l'occasione per fare il punto anche sulle Olimpiadi, quella in programma tra pochi mesi e quella che Roma si è candidata a ospitare nel 2024.

Nella categoria Atleti, archiviata la splendida stagione 2015, Giulia Conti inseguirà a Rio una medaglia che sarebbe il coronamento di una carriera straordinaria. Il giovane Matteo Lodo è stato tra i protagonisti della qualificazione olimpica del 4 senza. Per il canottiere di Terracina, cugino di Alessio Sartori (tre medaglie olimpiche in altrettante edizioni dei Giochi), questa è una tradizione che va tenuta viva. L'ultimo atleta premiato per il 2015 è Giorgio Minisini, passato alle cronache forse più per l'inconsueta scelta della disciplina, il nuoto sincronizzato, che per la storica medaglia di bronzo vinta ai mondiali di Kazan.

Paolo Scipioni e Nicola Pintus, premiati in quota Dirigenti, hanno legato i propri nomi all'atletica, essendo il primo l'ideatore della Corsa dei Santi, evento podistico che nel 2016 celebrerà il decimo anniversario e lo scorso novembre ha visto la partecipazione dell'ex "figlio del vento" Carl Lewis, mentre il secondo, con il Progetto Filippide, attraverso decine di sezioni in tutta Italia, ha dischiuso le porte dello sport a centinaia di atleti autistici.

Celebreremo la bella favola del Frosinone Calcio, sbarcato in serie A dopo due stagioni memorabili, grazie alla tenacia dei suoi giocatori e alla volontà di un gruppo dirigente e di uno staff tecnico di assoluto valore. NPC Rieti e Tuscania Volley completano il quadro delle migliori Società Sportive. La prima, conquistata la serie A nelle final four della scorsa stagione, si divide con l'atletica il primato sportivo nel capoluogo sabino, mentre la seconda rappresenta una delle realtà più radicate nel territorio della Tuscia, grazie ad una presenza che data ormai dal 1966.

Fabio Conti, ct del Setterosa, conosce bene le fatiche della piscina, che da giovane ha frequentato da nuotatore con discreti risultati, e forse anche per questo riesce a trarre il meglio dalle sue atlete, appena tornate da Belgrado con un bronzo europeo. Rocco Evangelista, il secondo premiato nella categoria miglior Tecnico, ci riporta al mondo paralimpico, e più precisamente quello della danza sportiva, dove la grazia si fonde con lo sforzo agonistico, e la carrozzina è una parte integrante del quadro d'insieme.

A questi nomi si aggiungono, come ogni anno, i riconoscimenti che il CONI Lazio assegna a personalità del mondo dello sport, della società civile e dello spettacolo, le cui storie sono tratteggiate all'interno della brochure. Si tratti di personaggi famosi o sconosciuti, la caratteristica che li accomuna è una passione sconfinata, della quale dovremmo essere grati e alla quale, spesso, hanno dedicato l'intera vita, come nel caso di Andrea Scozzese e Giuseppe Presutti. Andrea, scomparso all'improvviso in una tragica sera di inizio dicembre, nonostante la giovane età ha lasciato un'importante eredità alla pallavolo capitolina con la sua creatura Volleyrò. Peppe, che ogni tifoso della Roma tiene vicino al cuore e almeno due generazioni di cronisti hanno avuto per maestro, se n'è andato dopo una vita piena e professionalmente gratificante, e noi tutti lo ricorderemo sempre con un sorriso.

PREMIO CONI LAZIO 2015

ATLETA

Giulia CONTI; Matteo LODO; Giorgio MINISINI

DIRIGENTE

Nicolas PINTUS; Paolo SCIPIONI

SOCIETÀ SPORTIVA

FROSINONE CALCIO; NPC RIETI; TUSCANIA VOLLEY

TECNICO

Fabio CONTI; Rocco EVANGELISTA

Premio ANDREA PESCIARELLI

Rosaria CAPODICI; Umberto OCCHIONI

Premio ANTONIO IMPRONTA

Fabio BERTOLACCI; Nando BUONOMINI

Premio STEFANO SIMONCELLI

Donato RUSSO

Premio COMITATO LAZIO

Maurizio MANZINI; Giorgio ROSSI

IL RICORDO

Giuseppe PRESUTTI; Andrea SCOZZESE

Premio SPECIALE

CALCIOSOCIALE

Premio SPECIALE SPORT E SIMPATIA

Enrico Montesano

Premio 2014

Giorgio CALCATERRA

LA COMMISSIONE

Fabio BICCHIELLI; Massimiliano CURTI; Antonio MAGGIORA VERGANO; Stefano ORSINI; Federico PASQUALI; Luca PELOSI; Maurilio RIGO; Carlo SANTI; Giampiero SPIRITO; Sergio TORRISI; Francesco VOLPE

L'evento sarà presentato da:

Cristina CHIUSO e Stefano PANTANO

Collaborazione:

Comunicazione Globale Promotion

I PREMIATI

FABIO BERTOLACCI - Premio Antonio Impronta

I Bertolacci hanno lo sport nel DNA. Angelo, papà di Fabio, fu campione di ciclismo ai tempi di Coppi e Bartali, e nel suo curriculum spicca un campionato italiano di inseguimento su strada, vinto nel 1954. Andrea, suo figlio, è diventato in pochi anni uno dei giovani calciatori più quotati della serie A e oggi veste la maglia Milan e della Nazionale. Fabio Bertolacci, classe 1960, ha un presente da imprenditore e dirigente sportivo e un passato (recente) di campione di offshore. «Amo gli sport impegnativi» afferma sbrigativo quando gli chiedi come nasce l'insolita passione per i bolidi del mare. All'inizio erano i viaggi-avventura in luoghi esotici e remoti, poi la decisione di passare dalle spedizioni alle gare. Così sono arrivati due titoli italiani consecutivi, un europeo, e un mondiale nel 2010, nella categoria 2 litri, in coppia con Claudio Baglioni, romano come lui, anche se non canta. Abbandonate le competizioni, per il delegato regionale della Federazione Motonautica l'elemento acqua continua però a esercitare un'attrazione irresistibile. Da quattro anni è l'infaticabile organizzatore di "Sport in Famiglia", kermesse ludico-sportiva multidisciplinare che si tiene al laghetto dell'Eur, ma appena può raggiunge i suoi giovani allievi della scuola di motonautica per trasmettere consigli ed esperienza. Un bagaglio prezioso, che ha permesso agli under 14 della CAST SUB Roma di dominare nell'ultima edizione del Trofeo CONI a Lignano Sabbiadoro.

NANDO BUONONIMI - Premio Antonio Impronta

Dirigente sportivo di lungo corso, Nando Buonomini è nato a Pistoia, ma una ormai lunga permanenza nella Capitale ne ha un po' annacquato il carattere di "toscanaccio". Sportivo praticante a livello amatoriale in varie discipline, incanala la sua passione nella pallacanestro quasi nello stesso momento in cui inizia la sua avventura all'interno del CONI. Alla Federazione della palla a spicchi ricopre dal 1967 vari incarichi, da vice segretario a general manager delle squadre nazionali. Nel 1980 è a Mosca per l'Olimpiade che divise il mondo in due e vide il trionfo di Pietro Mennea. Dal basket al calcio, e alle stanze di via Allegri, che percorre per intero passando dagli affari generali all'amministrazione fino alla vicesegreteria. Si tratta di un periodo di grande fermento: campionati europei, mondiali, il Messico, la Germania, Italia 90. Dopo un passaggio per l'Ufficio Gestione Impianti del CONI, approda finalmente nel 1994 alla Federazione Sport Ghiaccio, con il ruolo di segretario generale. È un mondo tutto nuovo quello delle Olimpiadi invernali, che però lo appassiona e ci rimane fino a quello che sarà il suo ultimo step da dirigente del CONI alle Risorse Umane. Un ulteriore passaggio lo vede ritornare alle origini, nella sua Pistoia, da responsabile del Comitato Provinciale. Poi, nel 2003 arriva anche la pensione, ma invece del meritato riposo, gli affidano la presidenza della FISG del Lazio, che conserva tuttora.

GIORGIO CALCATERRA - Premio 2014

La corsa è il credo di questo straordinario atleta che ha scelto le ultramaratone per diventare un campione. Giorgio Calcaterra, romano nato l'11 febbraio del 1972, ex tassista ma soprattutto corridore, è il leader delle 100 chilometri. Per nove volte di fila (la prima nel 2006, l'ultima nel 2014) ha vinto la Cento Chilometri del Passatore diventando l'atleta che ha prevalso più di tutti. La sua prima gara in atletica è stata una stracittadina, quella della Romaratona del 1982 quando sui 42 chilometri si imposte Emiel Puttemans. La prima maratona di Calcaterra è del 1990: aveva diciotto anni e l'ha portata a termine in 3 ore e 29 minuti. Era un tentativo, un'esplorazione senza troppa convinzione perché per vederlo di nuovo correre 42 chilometri dovranno passare otto anni, passo che Giorgio ha compiuto nella gara di Grottazolina, nella Marche. Tra il 1998 e il 2008 il corridore romano ha portato a termine 175 maratone, un autentico primato, senza dimenticare che nel 2004 di maratone ne corse addirittura 31. Il suo primato, centrato nel 2000, è di 2h13'15". Ma sono le ultramaratone il suo terreno di conquista. Campione del mondo in carica della 100 chilometri (titolo vinto nel 2012 ma anche nel 2008), Calcaterra è stato il migliore al mondo nella 100 negli anni 2008, 2010, 2011 e 2012. Nell'ultima Maratona di Roma, il 22 marzo scorso, ha corso due volte di seguito la maratona: nella prima è stato nono e nelle seconda ha accompagnato l'ultimo concorrente al traguardo.

CALCIOSOCIALE - Premio Speciale

Nel 2014 l'associazione ha inaugurato il "Campo dei Miracoli", riqualificando il centro sportivo abbandonato di Corviale in un luogo all'avanguardia, restituendo cosi dignità al quartiere. Al Campo dei Miracoli l'associazione accoglie bambini, giovani e famiglie per sottrarli ad un modo di vivere ai limiti della legalità, in cui il rischio di devianza è molto alto. A causa di un incendio doloso, la "Casetta della Spiritualità" è andata distrutta: un vile attentato contro la comunità e contro la battaglia per la legalità nel quartiere, una sfida tra chi brucia e distrugge e chi vuole costruire un futuro migliore per i ragazzi. Non sarà certo questo atto vigliacco a fermare l'amore e la passione con cui Calciosociale, svolge la sua attività in un quartiere spesso definito la "Scampia romana" per l'alto tasso di fenomeni delinquenziali che vi si registrano. Così, non c'è stata esitazione, quando nel corso della riunione della Commissione per l'assegnazione del Premio "CONI Lazio" 2015, è giunta la notizia dell'incendio doloso che ha distrutto la "Casetta della Spiritualità" all'interno della struttura polifunzionale di Corviale che da dieci anni porta avanti un discorso di sport e legalità nella periferia ovest della Capitale. Per la gravità del gesto, la Commissione ha deciso, in deroga al regolamento del premio che prevede la sua assegnazione una tantum di conferire un premio "speciale" alla società guidata da Massimo Vallati.

ROSARIA CAPODICI - Premio Andrea Pesciarelli

Quando ha compiuto 60 anni, la Federazione ha provveduto a modificare il regolamento, permettendole di continuare ad esercitare la professione di "direttore di gara". A dieci anni di distanza giura di non voler chiedere altre proroghe, e di accontentarsi in futuro dei circuiti regionali. Con il 31 dicembre 2015, a norma di legge, sono scadute le sue credenziali, e forse per qualche giocatore questa sarà stata pure una bella notizia. Infatti, Rosaria Capodici, romana, prima donna arbitro nel mondo delle bocce, si è meritata sul campo la fama di giudice imparziale, ma soprattutto inflessibile. «Rosaria Hitler, mi chiamavano. Sarà che noi donne non giochiamo, e applichiamo alla lettera il regolamento». In Italia ad esercitare ora sono in tre, delle quali una è sua figlia Nadia, che vive a Torino. Contagiata a sette anni da un papà fuoriclasse («poteva andare a bocciare sia di raffa che di volo»), dopo una breve esperienza da giocatrice, Rosaria a 38 anni diventa il primo giudice in gonnella d'Italia, primato che conserva per 15 anni. In un ambiente declinato per lo più al maschile, la Capodici è costantemente tra i venti direttori di gara più importanti del Paese, chiamati a giudicare ogni anno al Premio FIB. In una di queste occasioni, per aver corretto la decisione di un arbitro che aveva dato per buona una "boccia di volo", si guadagnò il silenzio risentito del giocatore che si era sentito defraudato. «Era mio padre - ricorda oggi - e non mi parlò per un mese».

FABIO CONTI - Tecnico

Partendo da Bracciano, dove una ventina di anni fa ha trovato l'habitat ideale per dare continuità alla sua passione più grande, Fabio Conti è stato capace di raggiungere il vertice della pallanuoto femminile, regalando più di una soddisfazione alla nazionale italiana nelle massime competizioni internazionali. Prima allenatore e successivamente responsabile tecnico del Setterosa, la parabola acquatica di Conti ha preso il via tra le corsie, anni in cui da ranista - guidato tra l'altro anche dall'attuale d.t. del nuoto azzurro Cesare Butini - ha vinto alcuni titoli nazionali giovanili nei 100 e 200. Presto, però, il richiamo della pallanuoto si è fatto più insistente e, dopo aver indossato la calottina di Gym Club e Sporting Bracciano, nel '94 ha deciso di uscire definitivamente dall'acqua per assumere la direzione del Castelli Romani nell'A1 femminile. A seguire è tornato sulle rive del lago per portare trionfalmente lo Sporting Bracciano dalla serie C al massimo campionato, una corsa vincente che, dopo il cambio di denominazione sociale in Roma Pallanuoto, ha fatto materializzare nella bacheca giallorossa due Coppe Len. Dal 2010, fatta la prima esperienza con le nazionali giovanili, Fabio Conti è seduto sulla panchina azzurra. Conquistato l'anno dopo il quarto posto ai Mondiali di Shanghai, ha potuto festeggiare assieme alle sue ragazze l'oro europeo di Eindhoven 2012 e il bronzo mondiale di Kazan 2015 e proprio poche settimane fa ancora un terzo posto agli Europei di Belgrado.

GIULIA CONTI - Atleta

Professione: timoniere. Segni particolari: il gusto per la vittoria. Assieme alla sua partner, il prodiere Francesca Clapcich, Giulia Conti sarà la grande protagonista della vela azzurra ai prossimi Giochi Olimpici di Rio2016. Tante le speranze di medaglia per l'equipaggio del 49er FX, allenato dal tecnico Gianfranco Sibello: le due atlete hanno già raccolto eccellenti risultati nell'ultimo biennio, essendo campionesse italiane ed euro pee in carica e ai vertici della categoria a livello internazionale. Nata a Roma il 4 novembre 1985, iscritta alla Facoltà di Scienze Motorie e tesserata per il Circolo Canottieri Aniene, Giulia Conti si appresta a programmare la sua quarta partecipazione olimpica, avendo già rappresentato l'Italia nel 2004 ad Atene nel triplo a chiglia (Yngling), nel 2008 a Pechino nel doppio femminile (470F) e nel 2012 a Londra nuovamente nel 470F (in entrambi i casi con Giovanna Micol), con un quinto posto sia in Cina che in Inghilterra come miglior risultato. Solare, allegra e impulsiva, Giulia è una vera sportiva (oltre alla vela è appassionata di tennis e snowboard), che nei rari momenti di pausa ama leggere e suonare la chitarra: «Quella di Rio sarà la mia quarta partecipazione olimpica - spiega l'azzurra - quindi il solo fatto di esserci non mi sconvolge più di tanto: vorrei che fosse la ciliegina sulla torta, ma non la vivo come un'ossessione, è una regata da affrontare con la stessa grinta e concentrazione di sempre».

ROCCO EVANGELISTA - Tecnico

Rocco Evangelista realizza il suo sogno di diventare un Istruttore Federale di Danza

Sportiva Paralimpica nel 2014 e dopo un duro percorso fatto di seminari, corsi e convegni, il giovane Tecnico inizia la sua carriera tra i ragazzi disabili. La sua attenzione si focalizza sull'aspetto terapeutico della Danza Sportiva, nello sforzo di avvicinare a questo sport il maggior numero di atleti diversamente abili. La componente artistica, lo sforzo agonistico e la partecipazione ad eventi sportivi, sono i capisaldi della sua didattica, improntata alla consapevolezza e al raggiungimento degli obiettivi preposti. I giovani allievi delle associazioni in cui insegna in provincia di Latina e Frosinone hanno consolidato la loro autostima, grazie ai lavori di coordinamento e sollecitazione motoria da lui proposti, dimostrando come, con il giusto approccio e un metodo adeguato, si possa far leva sull'aspetto psicologico di ogni atleta. Rocco Evangelista, in cambio di nozioni puramente tecniche, ha ricevuto un bottino inestimabile di calore umano, che lo ha arricchito e premiato con continue e incredibili soddisfazioni. Ai Campionati Italiani FIDS 2015 di Rimini i suoi allievi hanno conquistato la medaglia di bronzo nello Show Dance, regalando al pubblico presente emozioni uniche ed indimenticabili.

FROSINONE CALCIO - Società Sportiva

È una gran bella storia, un'idea di sport, di calcio che è riuscito a portare vincente oltre il traguardo, quella pensata negli ultimi anni da Maurizio Stirpe. Il suo Frosinone, senza fare mai un passo oltre i confini di un budget sostenibile, nella stagione passata ha infatti scritto una pagina indimenticabile, mettendo le mani sulla serie A al termine di uno sprint lungo che il tecnico ciociaro Roberto Stellone ha guidato dimostrando di avere le qualità per gestire al meglio il gruppo a sua disposizione. La seconda promozione di fila è stata il punto più alto dei dodici anni passati da Stirpe a costruire il Frosinone che il 16 maggio 2015 - battendo per 3-1 nella storica "tana" del Matusa il Crotone - avrebbe poi fatto impazzire di gioia per tutta l'estate i propri tifosi. Una crescita che ha fatto progressivamente salire la sua creatura anche nella considerazione degli addetti ai lavori del calcio italiano. E dopo sei anni di serie B, anche dal punto di vista societario tempo necessario per capire come progettare il salto più lungo, il club frusinate, spinto dai gol di Dionisi e Ciofani oltre che da un'invidiabile solidità di squadra, ha così trovato il modo di regalarsi almeno trentotto gare, da vivere e ricordare per sempre, nella serie maggiore. Il giusto premio anche per dirigenti e staff tecnico che nel tempo hanno contribuito a costruire un Frosinone mai tanto forte.

MATTEO LODO - Atleta

Ogni sport ha la sua gara regina. Nell'atletica sono i 100 metri, nel nuoto i 100 stile libero, nella ginnastica il corpo libero. Il canottaggio può vantarsi di averne almeno un paio: l'otto e il quattro senza. Sono queste le due imbarcazioni in cui la concorrenza è più agguerrita e che danno lo spessore di un movimento. L'Italia non ha mai vinto un oro olimpico o iridato nell'otto e non trionfava nel quattro senza dai Mondiali di Tampere 1995. A spezzare l'incantesimo, ai campionati del mondo di Aiguebelette, in Francia, è stato un equipaggio giovanissimo e tutto targato centro-sud: tre napoletani (il capovoga Giuseppe Vicino, il prodiere Marco Di Costanzo e il numero tre Matteo Castaldo) e un ragazzo di Terracina (la seconda voga Matteo Lodo). Matteo è nato il 25 ottobre 1994, è alto 1.97 e pratica canottaggio dall'età di dieci anni, sempre con i colori delle Fiamme Gialle di Sabaudia, spinto dal cugino di sua madre, quel gigante del nostro remo che risponde al nome di Alessio Sartori, olimpionico e tre volte iridato con il quattro di coppia. Nel palmarés di Matteo già due titoli mondiali juniores con l'otto e uno a livello du U.23 sul due senza, prima dell'impresa dello scorso 5 settembre a livello assoluto con il quattro senza costruito dal d.t. Giuseppe La Mura, partendo proprio

dal "due" di Lodo e Vicino, ed allenato da Andrea Coppola.

MAURIZIO MANZINI - Premio Comitato Lazio

Dal 1988 al 2016 su una panchina. Nessuno in Europa come lui. Quarantacinque

anni alla Lazio prima da collaboratore e poi da direttore sportivo. Maurizio Manzini, è il dirigente che più di ogni altro in serie A si è seduto al fianco di allenatori. Guide tecniche che sono cambiate inevitabilmente lasciando a lui la linea di continuità. Da Tommaso Maestrelli ad Eugenio Fascetti, da Dino Zoff a Stefano Pioli passando per tanti altri mister che si sono alternati in biancoceleste. Uomo dei cambi in campo e spesso delle relazioni con arbitri e delegati, è il team manager per antonomasia. Con lui ogni trasferta è sempre preparata in ogni dettaglio non lasciando mai nulla al caso per professionisti esigenti come lo sono in particolare i calciatori di Serie A. Utilizzato dalla Società Sportiva Lazio in diversi ruoli conosce perfettamente cinque lingue e potrebbe scrivere il libro più completo della storia biancoceleste degli ultimi anni. È la memoria storica avendo vissuto gli anni più difficili e le vittorie più esaltanti allo stesso tempo. Con discrezione e professionalità è stato protagonista in panchina nei due scudetti laziali. Quello del 1974 con Tommaso Maestrelli a cui lo legava un rapporto speciale e quello con Eriksson vincendo due coppe internazionali, non ultime la coppa delle Coppe e la Supercoppa europea, cinque coppe Italia e tre Supercoppe nazionali. Trofei che spesso ha dovuto gestire e portare in visita ai tifosi.

GIORGIO MINISINI - Atleta

«Il più bravo di tutte». Giorgio Minisini ha vinto una medaglia di bronzo nel primo sincro della storia mai disputato dagli uomini in un campionato del mondo legato agli sport acquatici. Duo misto tecnico con Manila Flamini a Kazan 2015 e podio ripetuto nel misto con Mariangela Perrupato. Applausi e consensi per questo ragazzo che è riuscito a disputare esercizi perfetti. Meglio delle sue avversarie in un mondo, quello a testa in giù che non è mai appartenuto ai maschi. Figlio d'arte, mamma Susanna De Angelis è stata una sincronetta e del giudice internazionale Roberto Minisini, è entrato in vasca da piccolissimo e dopo i primi approcci con il nuoto a Ladispoli, insieme al fratello, ha cominciato a sei anni a praticare questo sport. Studente modello, si allena tutti i giorni intensamente per provare a far conoscere sempre più una disciplina che adora. Il suo idolo è da sempre l'americano Bill May che a lungo si è battuto affinchè il nuoto sincronizzato diventasse una disciplina anche per uomini. Adesso il sogno di Giorgio è che un giorno vengano aperte le porte delle olimpiadi. Da Ladispoli dove ha cominciato a Roma dove si allena ogni giorno almeno cinque o sei ore con esercizi di ginnastica, di nuoto e di una disciplina che lui stesso avvicina molto alla danza. Poi la Nazionale e il sogno che si è avverato lo scorso anno, in un 2015 da incorniciare e in attesa che il 2016, con il sincro misto inserito nel programma degli europei di Londra, possa essere ancora migliore.

NPC RIETI - Società Sportiva

Il basket a Rieti è una grande passione come lo è l'atletica che negli ultimi quarant'anni grazie al lavoro della Studentesca ha avuto preziosi risultati. La squadra ha sempre rappresentato un punto di riferimento importante diventando una vera «piazza» con campioni straordinari. Nasce negli anni Trenta con i fratelli Angelo, Mario e Gino Sebastiani uccisi dai nazisti durante la seconda guerra mondiale e il cui ricordo è sancito da Luigi Padronetti che nel 1946 fonda la polisportiva AMG Sebastiani. Nasce con la Sebastiani una squadra professionistica che ha giocato in serie A per otto anni e sette in A2 centrando due semifinali scudetto e due finali di Coppa Korac di cui una vinta, nel 1979-80 con il marchio Arrigoni. Nel passato di questa squadra troviamo personaggio importanti, da Gianfranco Lombardi che nella doppia veste di giocatore-allenatore ha guidato Rieti alla serie A nel 1973 a Roberto Brunamonti e Willie Sojourner, alla cui memoria è intitolato il palazzetto dello sport reatino. Dopo diversi problemi, nasce nel 1998 la Nuova AMGG Sebastiani Basket e poco dopo arriva in città Antonello Riva, il miglior marcatore di sempre della serie A. Nel 2007-2008 il ritorno in serie A, quindi nuovi problemi dopo il trasferimento a Napoli. Ma il basket a Rieti non è scomparso e l'arrivo della NPC, Nuova Pallacanestro Contigliano, ripescata in serie B nella stagione 2012-2013, trasferitasi a Rieti ha ridato slancio al movimento cestistico fino alla promozione in A2 lo scorso campionato battendo, nella Final Four per la promozione, Agropoli in finale.

UMBERTO OCCHIONI - Premio Andrea Pesciarelli

Sicuramente più di un semplice arbitro di gioco. Il giudice di una gara di sci, che attualmente viene chiamato "delegato tecnico FISI", incomincia a lavorare la giornata precedente alla gara, con la preparazione dell'estrazione dei pettorali e la riunione con i capi squadra in cui si pianifica quello che accadrà il giorno successivo. La mattina dopo inizia con la ricognizione in pista insieme ai tracciatori, per controllare la conformità del tracciato di gara. Durante la discesa, che parte solo se le condizioni di sicurezza sono state accuratamente verificate, si piazza sul punto più critico del tracciato, che può essere anche quello non più tecnico. A fine competizione pubblica il verbale degli squalificati e, dopo il quarto d'ora di attesa per gli eventuali ricorsi, redige insieme ai cronometristi le classifiche ufficiali. Umberto Occhioni, classe 1962, è il più esperto e titolato tra i delegati del CLS, avendo iniziato la sua carriera di "arbitro sugli sci" nel 1999. Tra gare regionali, nazionali e internazionali, ha collezionato 148 incarichi. Tra le sue esperienze un World Criterium Master, le Finali di Coppa Europa, i Campionati Italiani Assoluti (come responsabile dei Giudici di Gara) e i Campionati Italiani Disabili. Attualmente ricopre l'incarico di vice presidente del Comitato Lazio & Sardegna ed è il Responsabile Regionale dei Giudici di Gara, oltre ovviamente a indossare ancora gli sci per proseguire la sua attività in pista.

NICOLA PINTUS - Dirigente

Nicola Pintus è un dirigente del Progetto Filippide-Associazione Sport e Società da lui stesso fondata e presieduta, che svolge attività di allenamento e preparazione a competizioni sportive, con soggetti affetti da autismo e sindromi rare ad esso correlate. La sua prima impresa risale al 1999 quando riesce a portare fino al Campo Base dell'Everest, 5300 metri di altezza, il primo atleta autistico al mondo, Alberto Rubino. Dopo questa autentica conquista si dedica alla promozione e allo sviluppo delle attività sportive per soggetti con patologia autistica. Raggiunge un obiettivo più estremo, partecipando con 24 atleti del Progetto Filippide ben 4 volte alla Spitzbergen Marathon, oltre il circolo polare artico, nelle isole Svalbard. Da un decennio Pintus ha sviluppato il programma sportivo del Progetto Filippide sul territorio italiano organizzando ogni anno l'Evento Nazionale, che si svolge da quattro anni a Roma, con sempre maggior numero di partecipanti, circa 200 quest'anno e con una ventina di associazioni aderenti. . È anche organizzatore della RUN FOR AUTISM, unica gara su strada completamente integrata e dedicata alla sensibilizzazione della patologia autistica. Dal 2010 il Progetto Filippide è un'Associazione benemerita del Comitato Italiano Paralimpico e Pintus nel 2012 è stato insignito della Palma di bronzo al merito tecnico. Nicola Pintus è attualmente Vice-Presidente nazionale della FISDIR (Federazione Italiana Sportiva Disabilità Intellettiva e Relazionale). Nell'ultimo quadriennio come responsabile tecnico nazionale di atletica leggera ha condotto gli atleti azzurri a importanti risultati come l'oro nei 100 metri ai Global Games, primo oro italiano nella storia di questa attività.

GIUSEPPE PRESUTTI - Il Ricordo

Giuseppe Presutti era il decano dei giornalisti sportivi della Capitale. Classe 1928, Peppe ci ha lasciato all'inizio dello scorso novembre. Ha guidato per vent'anni la redazione sportiva de Il Tempo con passione e dedizione assoluta. Nel suo giornale, Presutti, non perdeva una notizia. Non amava solo il calcio, per il quale aveva una passione speciale, fede giallorossa la sua, ma ogni disciplina. Non c'erano i mezzi di comunicazione di oggi, ma Peppe non trascurava nulla. Quando dirigeva le pagine sportive del Tempo, ogni notte telefonava in redazione intorno all'una per informarsi di cosa era accaduto e, in una sorta di mini rassegna stampa con i quotidiani freschi di stampa che arrivavano in piazza Colonna, verificare la concorrenza. Dopo gli esordi a Momento Sera e a Tuttosport, Presutti è diventato responsabile delle pagine sportive del quotidiano romano nel '68, nell'epoca d'oro di Renato Angiolillo, proseguendo fino al 1987 con la direzione di Gianni Letta. A lungo inviato al seguito di Roma e Lazio, ha ampliato la cerchia delle sue pagine aggiungendo al calcio romano uno sguardo appassionato sulle altre discipline, ciclismo, tennis, pugilato e baseball, atletica, basket. Pepote per tutti coloro che lavoravano con lui, lasciato il giornale è stato capo ufficio stampa del Pescara e, negli anni degli esordi, volto delle prime televisioni locali romane.

GIORGIO ROSSI - Premio Comitato Lazio

«Giorgio Rossi è come la legge: è uguale per tutti». La definizione è di Francesco Totti, che con queste parole spiega perfettamente perché Giorgio Rossi ha lavorato per ben 55 anni nella Roma, divenendo un simbolo e un prezioso testimone della storia della società giallorossa. Alla sua capacità nel trattare i muscoli dei calciatori, infatti, ha sempre unito un'umanità e una discrezione fuori dal comune che gli hanno valso la stima incondizionata di chiunque sia passato per Trigoria. L'avventura di Giorgio Rossi con la Roma inizia nel 1957. Vigile del fuoco, ma iscritto alla scuola di massaggiatori sportivi del CONI, mentre sta portando un ferito al pronto soccorso incontra un infermiere della Roma che gli chiede di sostituirlo per un torneo giovanile a Sanremo. Si fa subito apprezzare e un mese dopo firma il suo primo contratto. Per 22 anni si occupa del settore giovanile. Nel 1979 viene spostato alla prima squadra, con cui ha lavorato fino alla meritata pensione, arrivata nel 2012. Fino a quel giorno è sempre stato un punto di riferimento per tutti i giocatori, presidenti e allenatori che negli anni si sono alternati, custodendone segreti, vizi e virtù. Tantissimi gli aneddoti che hanno accompagnato i suoi 55 anni con la Roma, da Pruzzo che gli regalava 50.000 lire per ogni gol e dopo averne segnati 5 all'Avellino gli staccò un assegno da 1 milione, a Batistuta che quando andò via gli lasciò le chiavi del suo armadio regalandogli tutto ciò che c'era dentro, fino alla cioccolata passata di nascosto a Di Bartolomei, la birra a Voeller o la crostata a Falcao. Il suo intervento fu decisivo per salvare la vita a Lionello Manfredonia, colto da arresto cardiaco a Bologna il 30 dicembre 1989.

DONATO RUSSO - Premio Stefano Simoncelli

Da 45 anni il Maestro Donato Russo insegna l'arte della scherma, soprattutto ai giovani. Lo fa con enorme passione, grande competenza e al contempo con dolcezza, perché lo sport è vita e non solo agonismo. A Roma sono in pochi quelli che hanno preso in mano un'arma, sciabola, fioretto o spada che sia, che non conoscono il Maestro Russo. L'insegnamento e la scherma sono da sempre la sua vita. Il primo approccio con la scherma lo ha avuto all'Isef di Torino, dove si diploma a metà degli anni '60. Finiti gli studi accademici diventa professore, e passa il concorso ministeriale per approdare all'Accademia di Scherma di Roma dove per tre anni impara l'arte della scherma con il direttore dell'epoca, l'indimenticato olimpionico Giorgio Pessina. Diplomatosi Maestro di scherma, dal 1968 al 1970 insegna la mattina educazione fisica al liceo e il pomeriggio nei centri di avviamento alla scherma del CONI allo Stadio Flaminio. Poi passa all'agonistica come Maestro e nel 1975 diventa responsabile del Centro Federale fino al 1978, quando approda al Club Scherma Roma. Dopo la tragica uccisione della figlia Marta, grande promessa della scherma, fonda una società sportiva che porta il suo nome allevando giovani campioni. Dopo l'intitolazione dell'Istituto comprensivo di Trigoria a Marta Russo, Donato Russo accoglie le richieste dei genitori degli studenti che gli chiedono di fondare una società schermistica e insegnare scherma nell'istituto. Dopo 45 anni, sempre con la stessa passione, ancora tramanda l'arte della scherma ai giovani.

PAOLO SCIPIONI - Dirigente

Il mondo delle corse su strada è diventato negli ultimi venti anni un universo. Sono migliaia le gare che vengono organizzate in Italia ogni anno e dietro a ognuna di esse c'è una società sportiva dilettantistica che lavora per consentire ai runners di godersi la loro corsa. Solo poche gare però hanno un successo di partecipazione di massa. Una di queste è la Corsa dei Santi, una corsa che dal 2008 si svolge l'1 novembre a Roma con partenza e arrivo a ridosso di Piazza San Pietro. Evento di running che nel giro di pochi anni è diventato, a livello competitivo, il più partecipato d'Italia sulla distanza dei 10 chilometri con circa 4.500 arrivati. Promossa dalla Fondazione Don Bosco nel Mondo, la gara è organizzata dall'ASD Corsa dei Santi, un organismo sportivo che opera istituzionalmente a fianco di realtà impegnate nel mondo solidale come quello dei missionari salesiani e quello dei padri guanelliani. Il presidente è Paolo Scipioni, tra i più giovani dirigenti sportivi del mondo del running con i suoi 30 anni. È a capo dell'associazione dal 2011, anno in cui prese in mano la gara con meno di 2000 iscritti portandola in poco tempo al successo grazie alla grande energia e professionalità che lo contraddistingue. Scipioni oltre ad essere un dirigente è anche uno sportivo di base appassionato di equitazione.

ANDREA SCOZZESE - Il Ricordo

Inventare qualcosa di nuovo in uno sport popolare come la pallavolo è impresa ardua. Andrea Scozzese c'è riuscito. E non veniva da quel mondo, ma era uno sportivo convinto: pallamano, corsa e ciclismo le sue passioni. La prima praticata ad alto livello, incluse presenze nella selezione azzurra. La corsa e la bicicletta invece sono state le sue attività amatoriali. Credeva nei valori più puri che solo lo sport sa trasmettere. Un giorno ha scoperto la pallavolo e se ne è innamorato. Così ha deciso così di dare vita a un progetto rivoluzionario che in pochi anni ha ricevuto consensi da tutto il mondo del volley italiano. Lo ha chiamato Volleyrò e fin dall'avvio ha rappresentato un modo di vivere la pallavolo differente. Solo ragazze delle categorie giovanili, prima romane poi da tutta Italia, accolte in strutture stile college. Seguite quotidianamente prima nello studio e poi nello sport. Idea straordinaria in un paese come il nostro dove la scuola non è, certo senza colpe, dalla parte dello sport. Nel giro di pochi anni il progetto è cresciuto con decine di società satellite collegate in Italia, incluse le squadre di vertice. Diversi tecnici tra i più quotati in Italia sono entrati nella corte di Volleyrò sposando il progetto incondizionatamente. Poi nel 2011, grazie alla sua caparbietà e managerialità Scozzese ha convinto le istituzioni ad aiutarlo a realizzare un palazzetto, il Palavolleyrò, divenuto la casa romana del volley e del beach volley. Nel 2014 arriva un grande riconoscimento per lui, quando la Federvolley gli affida la direzione del Col romano dei Mondiali di pallavolo femminili. Poi una notte di dicembre, vicino Cortina d'Ampezzo, di ritorno da una partita amichevole delle ragazze del Volleyrò, un terribile incidente stradale ha portato via Andrea Scozzese. Un uomo di sport, un dirigente illuminato, una figura indimenticabile per la pallavolo.

TUSCANIA VOLLEY - Società Sportiva

Un sogno partito dal nulla si è trasformato nella massima realtà. La pallavolo nasce a Tuscania nel 1966, presso l'Oratorio S. Luigi, sotto la guida di Don Pino Vittorangeli e di Don Filippo Pocci. L'attività si è sviluppata negli anni coinvolgendo molte generazioni di giovani tuscanesi, che hanno onorato la pratica della pallavolo. Agli inizi degli anni 2000 si gettarono le basi per un potenziamento societario con la costituzione di una nuova compagine dirigenziale che praticamente avrà continuità sino ad oggi. Quasi 50 anni di lavoro hanno fatto si che la pallavolo sia ormai entrata nella tradizione dello sport della città, con centinaia di iscritti che si sono avvicendati negli anni, merito dell'impegno profuso da tutti. Gli ultimi eclatanti risultati raggiunti sono il coronamento di un lungo lavoro che ha portato la Pallavolo Tuscania a essere una delle società sportive più importanti della Tuscia. Nel 2014 viene affidata la guida tecnica ad un grande campione, Paolo Tofoli, autore della cavalcata verso la serie A. Nel 2015 termina il suo primo campionato di serie A2 all'11esimo posto ma i successi non si fermano alla storica promozione in serie A e nello stesso anno l'under 15 corona un sogno: la finale nazionale di categoria. La nuova stagione di serie A vede Il Tuscania tra le prime in classifica assicurandosi così la partecipazione alla Coppa Italia. La società partecipa a tutti i campionati a livello giovanile ed è molto attiva anche nel comparto minivolley.

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