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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Virtus in caduta libera: Teramo passeggia al Palalottomatica

Le dimissioni di coach Gentile aggiungono caos al caos. I giocatori, smarriti e spauriti, regalano una prestazione sconcertante, ai limiti della comicità. L'incubo retrocessione ora è quanto mai reale

Foto di Alessio Brandolini
La Virtus Roma regala una nuova prestazione da vietare ai minori ed affonda sempre di più in campionato. Le improvvisate dimissioni di Nando Gentile nel fine settimana hanno aggiunto caos a caos, ma il male oscuro che affligge la squadra non accenna ad arrestare il suo decorso.

Le cifre e le sconfitte accumulate sono ormai imbarazzanti. La Virtus è infatti ora costretta ad affrontare l'incubo retrocessione. E se da una parte il pensiero corre alla Milano della scorsa annata (8 sconfitte di fila, la ripresa e poi la finale scudetto), si affaccia spaventoso lo spettro della Fortitudo, retrocessa nonostante il budget di tutto rispetto.

Teramo disputa una gara intelligente, sciorina il suo campionario di disciplinati giochi su i due lati del campo e si giova di eccellenti timing nelle rotazioni; gioca come un eccellente squadra di basket.

Al contrario la spaesata truppa capitolina si riversa disordinatamente sul parquet senza alcuna direttiva apparente, l'unica opzione offensiva è rappresentata dal classico tiro da fuori, che ben presto si trasforma in un tiro al piccione viste le percentuali.

La Virtus non difende, non esegue nemmeno un misero pick & roll e si abbandona in una trance di pura anarchia cestistisca, e Teramo ne profitta conducendo agevolmente in porto la partita.

Solo Winston (suoi i primi 10 punti dei romani) mette in leggera apprensione gli ospiti, Jaaber conferma le recenti difficoltà mentre Hutson indispone il pubblico con un atteggiamento talmente “morbido” ed indolente da far tornare alla memoria le peggiori comparsate di Derrick Coleman.

Difficile raccontare la partita; il discreto equilibrio nel punteggio della prima frazione (maturato per Roma grazie ad un eccellente Winston) svanisce sul finire del primo tempo grazie alle triple di Hoover e Marino che traghettano il punteggio sul 34-42.

Alla ripresa delle ostilità la Banca Tercas punisce duramente i locali con 9 punti messi a segno in soli 3 minuti, Poeta fa il bello e il cattivo tempo e la situazione per la Virtus precipita quando sul 46-60 si infortuna Jaaber, l'esplosivo esterno nel tentativo di recuperare un pallone si procura una distorsione alla caviglia.

L'ultimo quarto si gioca solo per onor di firma, con gli applausi del pubblico ospite a contrastare il silenzio e la rassegnazione dei pochi tifosi della Lottomatica presenti al palazzetto.

Impossibile chiedere di più a Di Carlo chiamato a gestire l'emergenza in panchina di questa partita.
Roma attende il nome del nuovo allenatore, la dirigenza annuncerà il suo ingaggio nel primo pomeriggio e da numerose indiscrezioni raccolte il nome del prescelto dovrebbe essere quello di coach Matteo Boniciolli.
Lo aspetta un duro lavoro.

Il Migliore: Giuseppe Poeta. Il talento di Teramo mette a ferro e fuoco la difesa romana, gioca in controllo ma appena possibile inserisce le marce basse. Immarcabile.
Per lui un dominio silenzioso con 16 punti, 3 assist e 19 complessivo di valutazione.

Il Peggiore: il duo Minard – Tourè Fuori forma, contestati, incapaci di incidere e avulsi dal contesto di squadra.
Il primo è a rischio taglio con l'avvento del nuovo coach, il secondo tra alti e bassi ci conferma come una delle delusioni stagionali. Nel desolante panorama virtussino, riescono comunque a segnalarsi in negativo.

Lottomatica Roma-Banca Tercas Teramo 61-80
Roma: Giachetti 2 , Gigli ne, Jaaber 3, Tonolli 3, Hutson 10, Touré, Crosariol 3, De la Fuente 13, Winston 21, Di Pasquale ne, Minard, Vitali 6. All.: Di Carlo.
Teramo: Hoover 13, Valentino ne, Jones 5, Poeta 16, Amoroso 7, Marino 6, Young 8, Lulli ne, Cerella, Diener 12, Stanescu 5, Jurak 8. All.: Capobianco.
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