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Totti si prende il Colosseo e presenta l'autobiografia. Spalletti "vigliacco" e Nedved "piagnone" nel libro

L'ex capitano della Roma, in una serata magica con tanti suoi amici, ha presentato il suo libro scritto con Paolo Condò

"Presentare il mio libro al Colosseo è un'emozione unica". Francesco Totti ha presentato ieri la sua autobiografia "Un capitano" scritta con Paolo Condò. Una serata magica insieme a tutta la sua famiglia e a tanti volti noti. Da Veltroni a Cassano, passando per Lippi, Ranieri, Rosella Sensi e altri ex compagni come Candela e Perrotta. 

Presenti anche Monchi, Gandini (che proprio ieri ha lasciato la Roma ndr), Baldissoni, Di Francesco, e in rappresentanza della squadra, De Rossi. Per le istituzioni erano in prima fila la sindaca Raggi, il presidente della Regione, Zingaretti, il presidente di Ics, Abodi, e l'ex numero uno della Figc, Abete. 

Totti ha spiegato che nel libro racconta vicende che a qualcuno non sono piaciute, tanto che si è parlato di possibili dimissioni di Franco Baldini dalla Roma (qui la notizia) ma non solo. Su Luciano Spalletti, tra i "colpevoli" del suo addio al calcio ha scritto: "Vigliacco, adesso che non ti servo più mi rompi il c...o. Sei arrivato qui con una missione, portala a termine". "Negli spogliatoi di Bergamo - scrive ancora Totti - l'ultimo litigio con Spalletti, perdo le staffe anche io e ci devono separare in quattro, altrimenti ce le daremmo di santa ragione". Pretesto della lite, l'accusa di Spalletti "di pretendere di comandare" e "giocare a carte malgrado i divieti" del tecnico.

Su Pavel Nedved, ex bandiera di Juventus e Lazio, ha detto che "non l'ho mai sopportato: un piagnone allucinante, lo sfioravi e volava a dieci metri, ti faceva venire voglia di picchiarlo con le mani e ho detto tutto". Salvo poi sottolineare la sua forza e le sia personalità. 

"Spero che non ci siano altre persone che si possano arrabbiare, non ho fatto un libro per togliermi sassolini, ma per parlare di me, di quello che è successo in questi 25 anni di Roma. Dovrebbero essere contenti che ne ho parlato", ha spiegato ieri sera Totti che con questo libro spera "di poter affascinare tutti, dai più piccoli ai più grandi".

L'ex capitano torna quindi sul suo ritiro. "Sicuramente avrei preferito decidere con la mia testa e con il mio fisico il momento giusto per smettere, avrei smesso, ma avrei preferito farlo in un'altra maniera, sarebbe stato diverso". Quindi torna sul "fallo più brutto della sua carriera", quello a Mario Balotelli nella finale di Coppa Italia. Racconta gli aneddoti con Antonio Cassano e Daniele De Rossi. 

Poi una parola sul presente e sul derby di domenica: "E' sempre una partita diversa dalle altre, una sfida particolare, molto sentita, spero che la squadra possa dare tutto quello che ha dentro e che possa dimostrare tutto il suo valore che è veramente alto. Noi ci crediamo, la tifoseria anche, affronteremo questa partita a testa alta e senza paura di nessuno". 


 

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