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Lazio 'sfrattata' dall'Olimpico: per l'Europa l'alternativa è Palermo

La trattativa con il Coni per ottenere la licenza Uefa per l'Olimpico è infatti naufragata malamente tra accuse e contro-accuse delle due parti. Alla fine la società biancoceleste potrebbe giocare a Palermo le gare casalinghe della prossima coppa

"Con certi personaggi non si può trattare", così il presidente del Coni Gianni Petrucci a chiuso le porte dello stadio Olimpico in faccia alla Lazio e a Claudio Lotito. Il numero uno della società biancoceleste fa saltare il banco e così, a quanto pare, Cristian Ledesma e compagni saranno costretti a giocare la gare di Champions League o di Europa League che sia allo stadio Renzo Barbera di Palermo.

Salta quindi l'accordo tra la Lazio e il Coni per il rinnovo del canone d'affitto dell'impianto: a poche ore dalla scadenza dei termini per la concessione delle licenze Uefa, la trattativa infatti non è andata in porto, e nel presentare la documentazione alla Figc, in vista della probabile avventura europea nella prossima stagione, il club ha indicato lo stadio del capoluogo siciliano come possibile sede delle partite. L'ennesimo black out sulla strada tra Formello e il Foro Italico, con la Lazio che accusa l'ente che governa lo sport di aver fatto fallire il sì a causa del nodo annoso dei biglietti.

"La trattativa con il Coni per l'affitto dello stadio Olimpico è fallita per la solita questione dei biglietti da concedere loro" fa sapere il club che in una lunga lettera aveva argomentato la sua posizione. "E poi parlano di etica" chiosa il legale della società biancoceleste Gentile. "Il problema non sono però i tagliandi" quanto emerge dalla replica che l'ad della Coni Servizi, Raffaele Pagnozzi ha inviato oggi a Formello. "Più passa il tempo più mi rendo conto che con certa gente è impossibile andare d'accordo" le parole del presidente Coni Gianni Petrucci.

Nel botta e risposta la Lazio, dopo aver preso ad esempio la gestione di Milan e Inter del Meazza, sul tema biglietti aveva proposto di vendere i 122 posti della tribuna autorità Coni - si legge nel testo - "che avete in programma di realizzare e dividere il ricavato tra le nostre società. Per non appesantire la trattativa accettiamo di subire la determinazione del canone d'uso richiesto anche se non lo riteniamo conforme a quelli di mercato".

"Tutti gli sforzi compiuti per superare i dissidi non hanno sortito alcun effetto - la replica di Pagnozzi - e si deve registrare una reale chiusura ad ogni trattativa di buona fede. La Lazio ha atteso l'ultima settimana utile per manifestare un interesse, tra l'altro con toni e contenuti inappropriati, considerato che l'impianto non è di sua proprietà". La lettera del club ha sorpreso il Coni perchè "rimette in discussione questioni che nel corso dell'incontro sembravano già definite. Tale atteggiamento sembra orientato a precostituire pretestuose argomentazioni da utilizzare in una eventuale sede giudiziaria". Insomma le condizioni per il via libera non ci sono, non si può concedere l'impianto "in assenza di un accordo con il potenziale utilizzatore". Niente nulla osta e un'altra giornata convulsa per la Lazio, già reduce dalla follia del finale con l'Udinese: la corsa all'Europa resta aperta, e chissà se la squadra dovrà emigrare a Palermo.

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