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Cassano annuncia nuovo addio al calcio: "Ecco perché ho deciso di smettere"

L'ex romanista pubblica una lettera nella quale annuncia di nuovo di aver deciso di appendere gli scarpini al chiodo

Antonio Cassano lascia il calcio. Lo annuncia lo stesso giocatore in una lettera pubblicata sull'account Twitter del giornalista Pierluigi Pardo.

Il talento di Bari Vecchia nell'estate del 2001, dopo una lunga trattativa con la Juventus, scelse a sorpresa la Roma per un importo di 60 miliardi di lire (50 miliardi in contanti più la comproprietà di Gaetano D'Agostino). 

Nella prima stagione in maglia giallorossa Cassano esordì in Champions League l'11 settembre 2001 in occasione di Roma-Real Madrid, partita terminata 1-2 per la squadra spagnola. Il primo gol in Champions League arrivò nella stagione successiva in occasione di Genk-Roma del 2 ottobre 2002.

Nella sua terza stagione nella Roma esordì anche in Coppa Uefa il 15 ottobre 2003 nella gara Vardar-Roma terminata 1-1. In questa competizione riuscì a realizzare il suo primo gol il 6 novembre 2003 in occasione di Roma-Hajduk Spalato, terminata 1-0 per la squadra giallorossa.

Il rapporto con la società giallorossa iniziò a logorarsi quando Cassano, in scadenza di contratto, rifiutò una prima proposta di rinnovo a 3,2 milioni di euro annui. Qui la cessione nel gennaio 2006 al Real Madrid. 

VIDEO | Cassano alla presentazione del libro di Totti

"Cari amici. È arrivato il giorno, quello in cui decidi che è finita per davvero. Ringrazio il presidente Gozzi e i ragazzi dell'Entella per l'occasione che mi hanno concesso. Gli auguro tutto il meglio. In questi giorni di allenamento però ho capito che non ho più la testa per allenarmi con continuità. Per giocare a pallone servono passione e talento ma soprattutto ci vuole determinazione e io in questo momento ho altre priorità.

Voglio ringraziare tutti i compagni di squadra di questi anni, gli avversari, gli allenatori e i dirigenti (sì, certo, anche quelli con cui qualche volta ho litigato). Ma soprattutto voglio salutare i tifosi, quelli dalla mia parte e anche gli avversari, perché senza di loro il calcio non esisterebbe. Il pallone mi ha dato tantissimo. Mi ha fatto conoscere persone magnifiche, grandi campioni e gente comune. Mi ha tolto dalla strada, mi ha regalato una famiglia meravigliosa e soprattutto mi ha fatto divertire da matti. Ancora oggi quando mi capita di vedere una qualsiasi partita resto ipnotizzato. È il gioco più bello che c'è. Sì, lo so, con un altro carattere avrei potuto vincere di più e giocare meglio, ma credetemi, ho vissuto comunque emozioni incredibili e oggi ho accanto a me le uniche cose che contano davvero. La mia famiglia, gli amici e zero rimpianti. Adesso comincia il secondo tempo della mia vita, sono curioso e carico di dimostrare prima di tutto a me stesso che posso fare cose belle anche senza l'aiuto dei miei piedi".

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