rotate-mobile
A Roma ci piace

Ristorante Perilli dal 1911, la storia di Roma passa di qua

“Prima mangiavano solo minestra e insalata ma ora pure i turisti sono selettivi, conoscono la cucina romana, una tradizione che può essere definita una storia di civiltà. La cucina romana è la più semplice, aglio, olio e peperoncino sono gli ingredienti base, ma la qualità non la conoscono tutti”.

Da Perilli, il ristorante a Testaccio che ha appena compiuto 104 anni, la qualità la trovi eccome. Quattro generazioni di gran lavoratori che ogni giorno hanno contribuito a portare la tradizione della cucina romana a farsi conoscere nel mondo.

Oggi a gestire il ristorante sono Ferdinando e Maurizio con il padre Bernardino, che lo aveva a sua volta ereditato assieme a suo fratello Lugi, scomparso qualche anno fa. Ma prima ancora ci fu un altro Bernardino Perilli, il bis-nonno, che nei primi del ‘900 con sua moglie Irene fondò il ristorante.   

“Ci è capitato di servire a questi tavoli delle bambine delle quali avevamo conosciuto i bis-nonni. Sono loro i nostri migliori clienti, gli affezionati, quelli che ti criticano quando sbagli e che ordinano ancora la ricetta che nostro padre portò nel 1964 al concorso Le posate d’oro, arrivando quarto: i Cannolicchi alla Bersagliera”, ci raccontano con orgoglio Ferdinando e Maurizio.

Il signor Bernardino ricorda ancora come nacque quel nome alla bersagliera: “Un giorno un avvocato napoletano  mi ordinò i cannolicchi alla marinara, con il pomodoro, il tonno e i funghi, un frugale piatto di pasta, come si faceva alla Vigilia di Natale, da me ideato. Ma andava di fretta e voleva essere servito velocemente, ‘alla Bersagliera’ appunto”!

La famiglia Perilli è testaccina DOC, tutti cresciuti a due passi dall’ex Mattatoio, con la tradizione della cucina povera, basata sul  cosiddetto  quinto-quarto, le interiora e frattaglie della mucca. Tra le tradizionali ricette tipiche della cucina romana a base di carne come la carbonara, gricia e amatriciana (nel menu figura come pietanza di pesce solo il baccalà, rigorosamente il venerdì come da tradizione) non potevano mancare quindi anche i rigatoni con Pajata e alla vaccinara.

“Quando mangi io te prendo per il collo,  intendendo per la gola - continua il signor Bernardino - , oggi si mangia troppo dal refrigeratore”. Questa parola un po’ vintage sottolinea come da Perilli conti solo la stagionalità dei prodotti. “Non mi puoi chiedere la vignarola a febbraio, cioè fave, piselli e carciofi. E dove le prendo le fave? Quando ce le abbiamo, le prepariamo, sbucciate da noi, ma quando è stagione! Quando una cosa non c’è, te mangi un’altra cosa!”

Rimane il tempo per un’ultima battuta: il vostro peggiore cliente chi è? “Quello che sta a dieta!”, rispondono quasi all’unisono. Parola di Perilli, quattro generazioni di lavoratori di Roma.

Ristorante Perilli dal 1911

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Ristorante Perilli dal 1911, la storia di Roma passa di qua

RomaToday è in caricamento