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A Roma ci piace Trastevere / Via della Luce, 5

Da Carlone, dove la carbonara è un'istituzione sin dall'800

Si trova nel cuore di Trastevere, in via della Luce 5. Segreti dello chef? "Non ne abbiamo". Qui la cucina, rigorosamente romana, è semplicemente buona

La gente nell'ottocento ci andava per bere il vino prodotto fuori Roma. Una classica osteria romana per 'fagottari' dove ai tavoli veniva servito solo il vino, forse anche il pane, mentre il cibo lo si portava da casa, avvolto nei fagotti appunto. Inizia da qui, dalla più classica delle tradizioni romane, la storia dell'Antica Trattoria da Carlone che a distanza di decenni, nel cuore di Trastevere, in via della Luce 5, è rimasta fedele alle consuetudini romanesche. “Qui potete trovare tutti i piatti classici della cucina romana” ha spiegato Cristian Contini, l'attuale gestore dell'attività, a Romatoday. Da Carlone è finito tra i dieci ristoranti preferiti dai lettori di Romatoday in quanto a carbonara.

Segreti dello chef? “Non ne abbiamo”. Qui la cucina è semplicemente buona. Della carbonara, cacio e pepe e amatriciana ne va particolarmente fiero. “Ma anche la coda alla vaccinara e l'abbacchio sono davvero speciali. Di certo non mettiamo l'aglio nell'amatriciana” scherza riprendendo la polemica che ha coinvolto lo chef Cracco. Anzi. “In cucina c'è mia madre, Benedetta, è originaria di Amatrice. E se proprio vogliamo vogliamo dirla tutta, inizialmente l'amatriciana non aveva nemmeno il pomodoro. Sono stati i romani ad aggiungerlo”. 

Niente aglio nell'amatriciana quindi, anche se ci si può aspettare richieste di ogni genere, soprattutto dai turisti che non sono descritti propriamente come i clienti ideali. “Spesso ci ordinano cose assurde, come il latte macchiato da bere a fianco della trippa”. Meglio il turista italiano, e il cliente abituale romano: “Sanno apprezzare di più i nostri piatti”.

Clienti famosi? “Nella vecchia sede hanno girato delle scene del film La Ciociara con Sophia Loren. Comuque ogni tanto qualche viene anche qualche vip. Ma noi non ci facciamo molto caso, basta che mangiano” ride. L'unico ricordo cade sui giocatori: “Per esempio è venuto Antonio Cadreva, il giocatore della Lazio”. Una soddisfazione: “Qui siamo tutti biancoazzurri”.

Quella di Cristian è la quarta gestione. “Si chiama Da Carlone perché nell'ottocento il suo primo proprietario era grosso, da qui, appunto il nome di Carlone. Produceva vino a Zagarolo e poi rivendeva le sue botti ai trasteverini. A dire la verità si chiamava 'La capanna di Carlone'. Poi la gestione è passata di generazione in generazione ai figli. La prima licenza per il ristorante risale agli anni '70 mentre la mia famiglia l'ha comprato negli anni '90”.  La cucina e la ristorazione però di famiglia da generazioni. “Mio nonno era un cuoco e mio padre aveva un ristorante a San Giovanni. Ora tocca a me questa vitaccia”. Ride. “Scherzo, solo che ci vuole veramente molto impegno”.

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