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Amatriciana

#aRomacipiace l'amatriciana. La migliore? Votatela voi tra i 10 finalisti

Scelti e votati da voi, condivisi, pubblicizzati e siamo certi anche assaggiati. Ora è tempo di metterli in fila. #Aromacipiace l'Amatriciana è arrivata alla finalissima, la sfida che decreterà la mejo amatriciana di Roma, il locale dove oltre alla bontà del cibo a rendere speciale questo piatto tipico troviamo le storie. Ve li abbiamo fatti consocere la settimana scorsa, tutti e dieci. Dietro ad ogni insegna, ogni sedia, ogni piatto c'è un racconto, un aneddoto tutto da raccontare. Anche per questo non ci sono solo ristoranti, perché non solo i ristoranti "narrano" un'amatriciana. In finale anche un bar storico di San Lorenzo e un Home restaurant. 

LA SFIDA - Ora è tempo di votarli. I 10 ristoranti finalisti verrano ora messi in sfida tra loro. Sarà possibile votare gli incroci tra i finalisti, votando per il ristorante preferito. Il sistema andrà ad incrociare ogni ristorante con i restanti 9 finalisti. In pratica sarà possibile votare un locale 9 volte. Dopo di che finiti gli incroci possibili (che vengono fuori in maniera casuale) si puo' continuare a votare le singole sfide oppure aspettare l'esito finale. Le votazioni sono aperte da martedì 3 alle 13, fino a sabato 7 alle 20, quando verrà proclamata l'amatriciana migliore. 

ORE 19 - ECCO IL RISULTATO FINALE

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I FINALISTI - Ecco nel dettaglio tutti i finalisti.
 

La cucina romanesca dell’Osteria Angelino dal 1899
 

“Il peggior cliente è quello che ti chiede la gricia senza guanciale, cioè come dire l’aria senza ossigeno”! Eccola la romanità verace della brigata dell’Osteria da Angelino dal 1899, menù da tradizione popolare, location centralissima e “clientela romana”, ci tengono a sottolineare; “da noi non vengono solo turisti, perché chi sceglie  Angelino ama la cucina romana e ci tiene a mantenere la tradizione: solo prodotti freschi e ricette  tipiche: Gricia, Carbonara, Trippa, Rigatoni con il sugo di involtini o di polpette, polpette al sellero (sedano) e l’immancabile Amatriciana”.
E allora niente aglio nell’Amatriciana? Cracco s’è sbagliato? (LEGGI TUTTO)


Celestino, icona di San Lorenzo

Celestino, con i suoi occhi azzurri, sottili e intensi, gli occhiali e i grossi baffi è da anni l'icona del quartiere. Quando lo incontriamo, sta davanti alla porta del suo locale con una sigaretta (la prima di una lunga serie) fumante tra le dita, che saluta i passanti come un sindaco di paese. "Il signor Celestino?". "Beh, 'signore' - risponde con una stretta di mano e un timido sorriso -...più o meno!". In realtà, sbagliare persona è impossibile. Anche chi non lo ha mai incrociato tra i vicoli sanlorenzini difficilmente ignora i suoi lineamenti, raffigurati sulle cartoline che girano da anni per la Capitale. (LEGGI TUTTO)


L’Amatriciana della Vecchia Roma, quel tocco geniale che mancava

“La pancetta nell’amatriciana è fuori luogo! Non è romana. La pancetta è un prodotto che dal nord è sceso pian piano al sud e, al nord, si sa,  il guanciale è solo un cuscino”! Riccardo che, con i fratelli Silvia e Antonio gestisce La Vecchia Roma, è un fiume in piena. Nei suoi occhi si legge l’amore per i prodotti locali e di qualità, per le ricette tradizionali ereditate da sua nonna e per il territorio.  (LEGGI TUTTO)
 

La cucina romana di Sora Tina all'Hosteria la Casetta

Un'osteria a conduzione familiare, piccola e accogliente, che propone il tipico menù della tradizione romana. Sinteticamente, l'Hostaria La Casetta (via Trionfale 9245)  potrebbe essere raccontata così, ma se si vuole davvero coglierne l'anima - al di là dei menù e delle tecniche di preparazione - tocca varcarne la soglia e possibilmente scegliere, tra la trentina di coperti disponibili, il tavolino piazzato sotto la piccola finestra che si affaccia sulla cucina. (LEGGI TUTTO)
 

Dar Buzzicone all’Alessandrino, dove la scarpetta è d’obbligo

Già il nome del ristorante, dovrebbe dirla lunga. Ma se ancora dovesse aleggiare qualche incertezza sulla vocazione romana del ristorante “Dar Buzzicone”, ai clienti basta varcare la soglia per chiarire ogni dubbio(LEGGI TUTTO)
 

Innamorarsi della cucina romana, Da Bucatino si può

“Io sono innamorato di questo lavoro. A 71 anni voglio continuare perché mi piace tutto. Ho la gente mia che mi conosce e mi vuole bene”. Il signor Rolando è l’orgoglio de ‘Da Bucatino”, la storica trattoria dove la tradizione della cucina romana si fonde bene con la domanda più raffinata e ‘à la mode’ di un quartiere come Testaccio. Amore per Roma e innovazione convivono beatamente nel menu: pici integrali alla gricia con i carciofi freschi ma anche il baccalà e la pajata. (LEGGI TUTTO)
 

      Le mille storie dell'Hostaria Cannavota,            come           quella volta che Felllini... 

‘Albero Sordi era di casa”, racconta Severino, che nella sala dell’Hostaria Cannavota consuma i tacchi da circa 50 anni . “Quando Sordi fu fatto Sindaco per un giorno, il Campidoglio chiamò e chiese a noi cosa poteva accontentare il gusto di Albertone.  E io sì che lo sapevo: Prosciutto crudo San Daniele, Parmigiano e, sulla tavola, un bel Greco di Tufo da mischiare con una goccia di prosecco”.  (LEGGI TUTTO)
 

L’amatriciana migliore? A casa Ruschioni!


Quante volte avete detto: “La migliore amatriciana di Roma si mangia a  casa mia”? Se lo avete pensato e ripetuto spesso, allora, forse siete pronti anche voi, come Mik e Dani , per un’esperienza di Home Restaurant. (LEGGI TUTTO)
 


Magnagusto: padellate di cucina romana e non, a Primavalle


È nato da appena un mese, ma è già un punto di riferimento per gli amanti della buona cucina, romana e non. "Sono già tre sabati che facciamo soldout e abbiamo quasi 200 coperti!". Antonio, il giovane direttore di Magnagusto, nuova realtà ristorativa del nord-ovest romano, parla del suo locale come un padre del proprio figlio. "Io cucino da sempre - spiega -, ma quando mi hanno offerto la possibilità di gestire un posto tutto mio, mi ci sono tuffato a capofitto".(LEGGI TUTTO)
 

Da Checco ar 65: “Qua se magna romano”


"Qua se magna romano". Le parole, incise a caratteri cubitali su una tavoletta di legno appesa al numero 65 di Via Santamaura, non lasciano spazio a fraintendimenti. All'osteria “Da checco ar 65” i piatti della tradizione romana sono i protagonisti incontrastati e bastano poche battute con il titolare per capire che quella scritta rappresenta molto più di un’indicazione. È  l'esternazione di uno stile di vita, una sorta di avvertimento, come a dire: "Se non vi piace la cucina romana, tirate dritto!". (LEGGI TUTTO)
 

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