Roma e trasporto pubblico: quando il tempo della vita non ha valore
Martedì 30 agosto 2016.
Aspetto il 904 alla fermata Boccea/Casalotti verso Bedeschi dalle ore 15,20 alle ore 16,30. Saltano le corse previste in partenza da Boccea alle 15,22 e alle 15,44, regolarmente segnalate dall'APP muoversiaroma.it
Non è la prima volta che mi capita, anche se forse temo di aver toccato un nuovo record.
La distanza che mi separa da casa è di soli 2 km che però non posso percorrere a piedi perché via di Selva Candida è priva di marciapiedi. E ovviamente non c'è nessun altro autobus che serve il quartiere.
Come sempre, dopo la rabbia e lo sconforto mi ostino a mandare la segnalazione ad ATAC e come sempre sono certa che mi arriverà la risposta automatica che mi informa circa l'attenzione dell'azienda a verificare che tipo di problema si è verificato.
In sostanza però non accade nulla.
Mi chiedo: è possibile che l'azienda paghi un risarcimento danni per interruzione di servizio pubblico? Forse solo se ATAC e Comune di Roma cominciano a pagare i passeggeri quando si impedisce loro di raggiungere il posto di lavoro o di tornare a casa, la soluzione al disastro del trasporto pubblico in città è vicina.
Ida Dragonetti