Parco Enea Bortolotti: un'area verde in mano all'illegalità
Parco Enea Bortolotti in Viale Marconi è una zona verde della Capitale. Nato come meta di bambini, anziani ma anche come piccolo polmone in una zona in cui l'inquinamento, causato dalle trafficate arterie stradali è considerevole, offriva una comoda oasi apprezzata dagli abitanti della zona S. Paolo Ostiense e Marconi.
Vi erano scivoli altalene e cavallucci a molla e le persone della zona potevano incontrarsi e socializzare grazie alle numerose sedute progettate entro nicchie di muretti, i bambini giocare felici e gli anziani avere posto ove sedersi e leggere il giornale o ricrearsi semplicemente.
Purtroppo non si erano fatti i conti con la prostituzione notturna, il nomadismo senza regole, il randagismo ed inoltre episodi di teppismo che fanno da contorno al triste epilogo a questa storia di degrado urbano.
Lo spettacolo che ci apprestiamo a descrivere, non dovremmo averlo visto solo noi, ma è quotidianamente sotto gli occhi di tutti, persino di un punto di controllo della Polizia municipale.
GIOCHI DEI BAMBINI - Sono stati distrutti da anni, e purtroppo mai più ricollocati, malgrado segnalazioni e richieste al Comune ed al Municipio per il ripristino e di una recinzione (anche mediante contributo volontario di noi cittadini) con chiusura notturna, che potesse salvare questo parco ormai preda piratesca di persone che vivono al di fuori delle regole comuni.
PROFILATTICI E FAZZOLETTINI - Causa frequentazione d'individui protagonisti nel mondo della prostituzione (prostitute, protettori e clienti), la sera a una certa ora diventa prudente abbandonare quest'area consegnandola nelle mani di chi la insudicia con confezioni, fazzoletti sporchi e preservativi disseminati per la strada, sull'erba e sulle sedute senza curarsi nemmeno di poter essere uno squallido spettacolo per gli abitanti dei palazzi che circondano il parco, i quali ormai, a quelle ore dato il panorama, evitano e fanno evitare ai bambini di affacciarsi dalle loro finestre.
BOTTIGLIE DI VETRO ABBANDONATE E ROTTE - Non si sa se queste sono i residui di una notte brava di teppisti (magari gli stessi che hanno devastato i giochi dei bambini), dei protettori delle prostitute, di qualche clochard occasionale o degli zingari che spesso si radunano in quest'area, oppure magari di un'opera collettiva. Purtroppo ciò che emerge è che nonostante l'operato dell'AMA che pulisce il parco, spesso la mattina questo risulta più sporco del pomeriggio.
MARCIAPIEDI INAGIBILI ED ERBACCE INCOLTE - A ridosso della fontanella, all'incrocio con il semaforo, cespugli ormai incolti di erba invadono un marciapiede pieno di buche e dislivelli pericolosissimi. Passare da quelle parti è difficoltoso anche per chi non ha problemi di equilibrio. Sarebbe bastato tagliare l'erba delle aiuole intorno agli alberi e condurre una normale e costante opera di manutenzione da parte del Comune di Roma. Fra l'altro stessa cosa dicasi per alcuni dei cespugli che facevano da perimetrali fra l'area verde ed il marciapiede che oggi sono diventati piante alte ed irregolari, quasi alberelli.
RIFIUTI OVUNQUE - Rigorosamente fuori dai cassonetti, fanno spicco sacchetti di plastica, giornali, deiezioni umane e canine e rifiuti di ogni genere. Basterebbe assegnare un'area per i cani e magari tenere attivo un controllo partendo proprio da quel chiosco deserto della Polizia municipale attiguo al parco.
MANCANZA DI VIGILANZA - C'è per l'appunto un chiosco della Polizia municipale spesso deserto, vorrei potessero verbalizzare quanto finora scritto e documentato con foto. Se fatto in maniera estenuante, probabilmente qualcosa cambierebbe, se ci fosse più presenza della legge forse ci sarebbero meno atti criminali, basterebbe poco. Mi avvicino e vedo e fotografo un giaccone appeso e la postazione deserta. Cerco di convincermi che se ne sia dimenticato qualcuno che aveva finito il turno, vorrei non avere il triste sospetto che magari ci siano individui pagati per vigilare, ma che invece vanno a zonzo per i fatti loro.
SIRINGHE - Da oggi una nuova categoria fa capolino tra il calpestabile e l'erba, trattasi di aghi e siringhe abbandonati a terra, ciò mette a repentaglio la vita delle persone che, pagando la manutenzione mediante le tasse, vorrebbero continuare a fruirne ad uso ormai esclusivo di chi illegalmente lo occupa.
Un triste ruolo per le nostre istituzioni che, sottraendosi al proprio dovere ed alle proprie responsabilità, senza fornire mai una spiegazione sul perché sia vietato ascoltare il cittadino che chiede interventi a basso costo (recinzione, chiusura notturna e vigilanza) alcuni dei quali già impiegati con successo in aree limitrofe, offrono un'autentica sconfitta per la legalità ed un esempio negativo dimostrando ai giovani che è soltanto violando le leggi che si può avere ciò che si vuole...
C'è però chi è differente e non si stanca mai di lottare per il giusto !!!