LETTORI - Villaggio Olimpico, il quartiere dimenticato di Roma
Un quartiere dimenticato e abbandonato a se stesso. Il Villaggio Olimpico, costruito per le Olimpiadi del 1960, è passato dall'essere un modello esemplare di pianificazione urbanistico-edilizia a un soggetto completamente trascurato dall'amministrazione capitolina. Ad oggi sono molte le problematiche di questo quadrante a ridosso del Centro della città, tra i quartieri Parioli e Flaminio: dalla scarsa manutenzione del verde passando al trasporto pubblico locale fino al degrado sociale. Passano le giunte comunali ma i problemi restano.
LA STORIA - Progettato nel 1958 da Vittorio Cafiero, Adalberto Libera, Amedeo Luccichenti, Vincenzo Monaco e Luigi Moretti, il Villaggio Olimpico è composto di 1348 appartamenti, nati per ospitare gli atleti delle Olimpiadi e successivamente destinati agli impiegati dello Stato. Insieme alle abitazioni, furono costruiti il Palazzetto dello Sport (progettato da Pier Luigi Nervi con Annibale Vitellozzi), il viadotto di Corso Francia che divide immaginariamente il quartiere in due parti e lo Stadio Flaminio al posto del vecchio Stadio Nazionale. Tutte queste opere, unite alla centralità della zona, facevano del Villaggio Olimpico un modello e una delle migliori realizzazioni di edilizia pubblica a Roma.
LA MANCATA RIQUALIFICAZIONE - Dopo gli anni Duemila, si aggiunsero al quartiere due strutture imponenti: l'Auditorium Parco della Musica e il circolo sportivo Futbolclub. Non andò però di pari passo il rinnovamento del Villaggio Olimpico. A parte interventi sporadici, come i lavori del 2002 su Piazza Grecia e Via Germania o la delimitazione con marciapiede dell'area mercato di Viale XVII Olimpiade cinque anni dopo, il quartiere non è mai stato oggetto di una completa riqualificazione da parte dell'amministrazione cittadina. Il Progetto Urbano Flaminio degli anni 2004-2006, presentato dal Municipio II dalla giunta Saccone, prevedeva un investimento da otto milioni di euro per la riqualificazione di giardini e piazze, interventi sulla viabilità, ristrutturazione dell'edilizia pubblica e privata, realizzazione di spazi di gioco per i più piccoli e un centro sanitario di riferimento per la zona. Il Campidoglio però bocciò quel piano, non presentando questo progetto tra i quindici contratti di quartiere approvati allora dalla Giunta Veltroni.
I PROBLEMI DI OGGI - Tutti gli interventi presenti nel Progetto Urbano Flaminio sono stati disattesi e a distanza di dieci anni il Villaggio Olimpico vive nel totale oblio. La cura del verde è di competenza dell'Ufficio Giardini la cui manutenzione avviene raramente. Le ultime decisioni della Giunta Marino hanno svilito il trasporto pubblico locale: nel quartiere l'unico autobus che passa è il 982 con una frequenza molto bassa. L'edilizia pubblica e privata è fatiscente mentre le centrali termiche sono diventate un piccola discarica a cielo aperto. Il mercato rionale e le soste dei pullman necessitano di una regolamentazione attenta alle esigenze dei residenti. Lo stato di abbandono della zona è testimoniato anche dall'assenza assoluta di pattuglie, che lascia quindi terreno fertile per i delinquenti comuni e la prostituzione. Infine, per dare lustro a un quartiere troppo spesso paragonato a un dormitorio, mancano quei centri d'aggregazione che permetterebbero di dare più vita sociale a chi abita al Villaggio Olimpico. Interventi parziali, come l'installazione prossima dei cassonetti interrati, sono solo un palliativo: il quartiere merita ben altro. Da subito.
Luca Parmigiani Lettore di RomaToday