Lettera al commissario
6 febbraio 2019 Gentile Commissario Rubino, Non mi presento anche se ci conosciamo. Mi scuso per la viltà che dimostrerò in questa mia lettera, non firmandomi, ma sono sicuro che se non facessi il contrario, poi avrei di che pentirmene . Quest’oggi mi è successo un fatto che potrebbe non destare troppa preoccupazione ai più. Mentre accompagnavo mio figlio in piscina, sotto casa mia una scena che spesso, non sempre, mi è già capitato di vedere più o meno nelle stesse modalità. Una volante della polizia imbocca contromano nel piazzale, gli agenti entrano nel bar. Mio figlio che ha 11 anni ed ormai da tempo è curioso di cartelli stradali e sensi di marcia, mi chiede ingenuamente, “papà che succede? perché la Polizia arriva così, forse una rapina?” Per qualche secondo ho davvero sperato che avesse ragione lui, che quella urgenza fosse dettata da motivi di forza maggiore che ne giustificasse l’imminente ingresso contromano per raggiungere il bar. Ho guardato attentamente la scena, per capire. Purtroppo no, gli agenti si sono appoggiati al bancone ed hanno ordinato. Ecco, io non mi ritengo un bacchettone o un moralista e probabilmente se fossi stato solo, avrei fatto finta di niente e non mi sarei preso questo tempo per scrivere questa lettera. Ma io sono un Genitore ed ho la responsabilità morale di educare Mio Figlio. Non posso permettere agli occhi di mio figlio che per un puro vezzo , passi il concetto che chi è in divisa possa prendersi la licenza di imboccare , seppur 20 metri , contromano una strada, senza che ne sussistano reali motivi di ordine pubblico. Visto che investendo 5 secondi in più, sarebbero potuti tranquillamente entrare dall’accesso regolare, come tutti. Mi piacerebbe molto che mio figlio avesse piena fiducia nelle Forze dell’Ordine per il ruolo fondamentale di protezione del quartiere e della città. Proprio perché rispetto profondamente la divisa, mi auguro di cuore che i suoi agenti sentissero la responsabilità del ruolo che ricoprono sapendo che loro rappresentano Lo Stato, e che noi genitori insegniamo ai nostri figli di guardare le forze dell’ordine con RISPETTO. Ad un certo punto ho pensato, ora prendo la targa oppure torno indietro e chiedo nome e numero di matricola, ma a parte la mancanza di coraggio per eventuali storie o ripercussioni, ma mi rendo conto che io non desidero che venga punito il singolo lavoratore, bensì il mio intento è chiedere un cambio di atteggiamento. Mi piacerebbe ne parlaste tra di voi in maniera informale e che magari queste chiacchiere da bar possano lavorare di sfondo per dare un esempio migliore. un papà di Casale Nei