Bretella Cremolino-Casal del Marmo ancora silenzio: a chi giova tutto questo?
11 agosto 2007 (non è un errore di battitura, è proprio 2007 l’anno!) un articolo de l’Unità annunciava l’acquisto per 44 milioni di euro di un’area a Selva Candida di ben 11 ettari da parte della Rinnovamento Commerciale Spa, una società appositamente costituita dal gruppo CMB. Sull'area è presente da 30 anni un ecomostro, l'ex centro direzionale Alitalia, che Cmb chiede di poter abbattere per realizzare un centro commerciale ed edilizia residenziale.
Presidente del Municipio XIX (oggi XIV) allora è Fabio Lazzara che parla di “viabilità al collasso” per la zona, tanto che a suo parere prima di partire con l’abbattimento della struttura (avvenuto poi come tutti sappiamo il 10 giugno 2010) bisognava provvedere alla realizzazione delle nuove strade, prima fra tutte la “bretellina” Cremolino-Casal del Marmo, nel tempo cresciuta all’onore di Bretella!
Dichiarava il minisindaco: «Ho già messo nero su bianco che la pre-condizione a qualunque intervento è la costruzione della bretellina. Poi l'impresa ci deve garantire un impegno per la costruzione di altri servizi: una scuola, un centro socioculturale e un parco verde nelle zone adiacenti o sugli undici ettari».
Siamo a novembre 2015 e le parole che leggiamo ormai assomigliano ad una favola: l'ecomostro è stato abbattuto, è in fase di realizzazione un grande progetto residenziale da parte di CMB con appartamenti già in vendita, non capiamo bene se sugli 11 ettari di cui si diceva o alle spalle di quello spazio, e dopo l’ennesimo annuncio di apertura del cantiere per la realizzazione della Bretella, previsto questa volta entro ottobre 2015, ancora silenzio.
E’ proprio il silenzio in questa vicenda che denuncia il Comitato Selva Candida, rivolgendo la domanda più naturale possibile: a chi giova tutto questo?
Non è possibile infatti comprendere in maniera chiara e razionale il perché di quanto fin qui accaduto.
Una cosa però è certa: da una parte CMB e dall’altra il Comune di Roma, proprio come nel proverbio africano, sono diventati i due grandi elefanti che mentre si fronteggiano producono come effetto reale il calpestamento dell’erba sotto i loro piedi, ovvero dei residenti di Selva Candida.