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Disabili, insegnanti Aec in protesta: "Didattica a distanza mai attivata, noi senza stipendio e bimbi abbandonati"

Questa mattina il sit in fuori dall'assessorato al Sociale di viale Manzoni. Fassina (Leu): "Riprendere subito iter per internalizzazione dei lavoratori"

"Dopo il virus ancora qua, internalizzazione e ci dovete paga'". Roma riparte e anche le proteste, quelle dei 3mila assistenti educativi per i bimbi con disabilità, i cosiddetti Oepa (ex Aec), senza stipendio dall'inizio del lockdown, quando le scuole sono state chiuse, e senza didattica a distanza per i piccoli alunni abbandonati, nel migliore dei casi, alla sola cura della famiglia. 

E allora eccolo lo striscione fuori dall'assessorato alle Politiche sociali di viale Manzoni. I megafoni, gli slogan e le richieste al Campidoglio. "Qui tutti aspettano ancora la cassa integrazione dalle cooperative, ci sono persone alla fame - denuncia Germano Monti, del Comitato romano Aec - e i municipi non hanno rimodulato i servizi e sbloccato i fondi per pagarci". 

Già, perché il decreto Cura Italia di marzo prevedeva la possibilità di attivare percorsi di sostegno scolastico a distanza, ma pochissimi municipi (enti appaltanti) hanno fatto partire l'iter. E gran parte degli alunni non ha potuto fruire di alcun servizio in questo senso. 

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"La didattica a distanza sarebbe davvero importante" spiega Ivana Cuzzucoli, insegnante tra i tanti in protesta questa mattina sul marciapiede di fronte all'assessorato. "I bambini rispondono bene, per quei pochi che ne hanno usufruito, anche se certo dipende dal tipo di disabilità di cui parliamo, ma è un sollievo per la famiglia. Pochissimi municipi hanno fatto partire questo servizio e a noi nessuno ci ha pagato". Parliamo di stipendi variabili, con pagamenti a ore di didattica, che si aggirano intorno agli 800, 900, massimo 1000 euro. Per molti è l'unica entrata. 

"Chiediamo di ripartire con l'iter per l'internalizzazione degli Aec" dichiara Stefano Fassina, deputato di Leu e consigliere in Assemblea capitolina. L'appello è chiaro e viene da lontano: tornare a gestire le figure degli insegnanti di sostegno a livello di Roma Capitale, senza appalti a cooperative esterne. "L'assessore Mammì riceva i lavoratori in protesta, e con De Santis (assessore al Personale, ndr) lavori alla delibera per internalizzare"

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