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Sanità, nel 2020 scatta il nuovo triage nel pronto soccorso: "Meno 14 per cento di accessi in codice verde"

Il dato è frutto di una sperimentazione effettuata nel 2017 all'Ospedale Bambino Gesù

Dai colori ai numeri. Dopo la sperimentazione effettuata negli anni scorsi, la nuova proposta di codifica della gravità degli accessi nei pronto soccorso della Regione Lazio è pronta a partire. Si passerà da un inquadramento della gravità dei pazienti attualmente contrassegnata dai colori rosso, giallo, verde e bianco - dal più grave al meno grave - ad un nuovo sistema che identifica con i numeri da 1 a 5 i livelli di pericolosità. Verrà, inoltre, introdotto un ulteriore grado intermedio di rischio (il numero 3 di colore azzurro), che faciliterà ancor di più lo smistamento degli accessi al Pronto soccorso. 

La novità è stata presentata all'agenzia Dire, nel corso del primo congresso unitario di pediatria del Lazio, con le sezioni regionali della Sip, Sin e Simeup, da Rocco Stelitano, infermiere coordinatore del pronto soccorso dell'Ospedale Bambino Gesù, e Sebastian Cristaldi, pediatra dell'emergenza della stessa struttura e membro della Società italiana di medicina emergenza urgenza pediatrica (Simeup). 

I risultati della sperimentazione sono stati "importanti", afferma Stelitano. L'infermiere ha seguito la messa in opera del nuovo codice numerico, durata due mesi e partita ad agosto 2017, su 6.215 pazienti di 10 strutture ospedaliere del Lazio (pari all'8% degli accessi in 2 mesi). In particolare, sul campione di 1.100 bambini dell'ospedale Bambino Gesù "si è vista una riduzione del 14% degli accessi per codice verde- spiega Stelitano- quindi la media, che si attestava intorno al 56,8%, si è abbassata notevolmente arrivando al 42,9%. A livello regionale, invece, si è abbassata dal 56% al 44%". 

La sperimentazione è partita dopo un duro lavoro realizzato da un gruppo pediatrico che ha sviluppato, corretto ed elaborato le nuove schede del triage. In sostanza in quei due mesi è stato effettuato un doppio triage: "Il paziente che arrivava in pronto soccorso veniva codificato con il vecchio codice colore- racconta Stelitano- poi l'operatore interpellava le nuove schede triage modello Lazio e ricodificava il paziente con il nuovo triage (basato sul codice numerico). Questi dati venivano infine conglobati nei database statistici e inviati alla Regione per l'analisi statistica unita ai feedback degli operatori. La riduzione degli accessi con il codice verde è dovuta- spiega Stelitano- al fatto che una parte di questi codici verdi è convogliata nel nuovo codice numero 3 (ossia l'azzurro), ma soprattutto i codici di alta priorità di accesso, come quello giallo sostituito dal nuovo numero 2, si sono ridotti in modo percentuale così come i relativi tempi di attesa. Il sistema ha permesso, quindi, una individuazione precoce dei bambini a rischio riducendo le probabilità di errore". 

La parola triage deriva dal termine francese trier (cernita, smistamento) e rappresenta una tra le molteplici competenze dell'infermiere che lavora in pronto soccorso, che consiste in una rapida valutazione della condizione clinica dei pazienti e del loro rischio evolutivo attraverso l'utilizzo di una scala di codici (colore o numerici), volta a definire la priorità di trattamento. Questo nuovo triage, tuttavia, non affronta la questione del sovraffollamento. 

"È un discorso diverso- chiarisce subito alla Dire Sebastian Cristaldi- perché il triage serve ad identificare la gravità del paziente che arriva, poi che siano 1 o 100 i bambini che arrivano al pronto soccorso il discorso sul triage non cambia. L'inserimento di un codice in più permetterà certamente di identificare meglio i pazienti più fragili con una gravità intermedia", aggiunge l'esponente della Simeup "e quindi di ottimizzare l'attività del pronto soccorso e il percorso del paziente nell'utilizzo della struttura". Per affrontare, invece, le criticità che determinano il sovraffollamento "ci vuole una progettualità che ci aiuti a migliorare la comunicazione tra ospedali e territori".

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