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Rifiuti, guerra senza tregua a "zozzoni" e "pendolari": 300mila euro di multe e 45 indagati

Il report della Polizia locale che riassume gli interventi tra maggio e dicembre 2019. CIrca 50 le fototrappole usate per stanare i furbetti

Via Tiburtina, via Aurelia, via Tiberina, via Prenestina, via Casilina. Gli "zozzoni" dei rifiuti prediligono le grosse arterie che collegano l'hinterland romano alla città. È qui che sono state posizionate buona parte delle 50 fototrappole che nel 2019 hanno portato a indagare 45 persone per diversi tipi di reati ambientali e a sequestrare 85 automezzi. I dati vengono forniti dalla Polizia locale in un dettagliato resoconto delle attività svolte tra maggio e dicembre 2019 per stanare i furbetti della 'monnezza'. 

Sofisticati sistemi di videosorveglianza, anche a raggi infrarossi, che scattano un elevato numero di immagini grazie alle quali il Nucleo ambiente e decoro (Nad) di via della Conciliazione ha elevato 300mila euro di sanzioni, circa 2400 multe in totale.

Due le categorie prese di mira: gli "svuota cantine" illegali che buttano materiali ingombranti nei pressi dei cassonetti o delle aree verde e i cosiddetti "pendolari dei rifiuti" (1.058 i sanzionati nel 2019), i residenti dei Comuni vicini a Roma che per sfuggire all'impegno della raccolta differenziata porta a porta, approfittano dei secchioni della Capitale nel tragitto percorso ogni mattina per andare a lavoro. Li caricano in macchina e al primo cassonetto utile se ne liberano. 

I numeri forniti dalla Polizia locale fanno esultare la sindaca Virginia Raggi, che della battaglia agli ecoreati ha fatto una bandiera. Lo scorso agosto, nel bel mezzo dell'emergenza rifiuti che ha sepolto di sacchetti la città (che però aveva a che fare con deficit degli impianti e carenza nella raccolta stradale) ha firmato un'apposita ordinanza. Da una parte l'obbligo per tutti gli utenti di usare sacchetti trasparenti, per rendere visibile agli operatori Ama la separazione degli scarti, e multe salate appunto per i "pendolari" dell'immondizia. Una misura che scatenò un putiferio di polemiche da parte degli amministratori dei Comuni accusati di sfruttare il territorio romano. 

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