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Villini storici, la Soprintendenza vincola tre edifici di proprietà di enti religiosi

Rinviata ai Comitati Tecnico-Scientifici del Mibac anche la posizione di Villa Paolina

Cambio di passo nella vicenda delle autorizzazioni a lavori di demolizione e ricostruzione in base al piano casa regionale di una serie di villini storici, per la maggior parte concentrati nell’area del secondo municipio. Nell’ambito del censimento della città storica avviato nel 2018 , la Soprintendenza Speciale di Roma ha riconosciuto d’interesse storico-culturale tre edifici di proprietà di enti religiosi. A comunicarlo con una nota, la Soprintendenza Speciale di Roma e il ministero per i Beni e le attività culturali. 

Si tratta di tre edifici di proprietà di enti religiosi, tutti con oltre 70 anni di età. In particolare, ad essere stati vincolati dal provvedimento, sono la sede della Suore Mercedarie Missionarie di Berriz di via Pola 10, la sede della Fondazione Misna Onlus Missionary service news agency in via Levico 14, entrambi nei pressi di Villa Torlonia, e il villino di proprietà dell'Istituto Figlie di Misericordia di via di Porta Maggiore 38.  
“In tutti e tre i casi le costruzioni non hanno subito alterazioni dell’assetto originario” si legge nella nota. In particolare, continua, “il villino liberty che sorge nella corte interna di via di Porta Maggiore 38, si presenta come un vero e proprio miracolo di conservazione, dove oltre all’esterno sono ancora preservati gli interni, con le loro decorazioni, pavimenti e modanature”.

La procedura, che corrisponde all’apposizione di un vincolo, è stata avviata dalla Soprintendenza e ratificata dalla Commissione Regionale per il Patrimonio Culturale (Co. Re. Pa. Cu) del Lazio riunita la scorsa settimana.

Sotto la lente di ingrandimento della Sovrintendenza ci è finito poi un quarto edificio, Villa Paolina di largo XXI Aprile, finito nel mirino delle polemiche perché oggetto di un progetto di demolizione e ricostruzione con tanto di premio di cubatura sulla base del cosiddetto Piano Casa della Regione Lazio. La Sovrintendenza l’ha definito un caso “complesso, vista la presenza di numerosi ampliamenti, di evidenti ristrutturazioni interne e di altre alterazioni, la ex Soprintendenza ai Beni Artistici e Architettonici aveva dato parere negativo all’interesse storico-culturale”. La sua posizione, però, su “proposta della Soprintendenza Speciale è stata rinviata ai Comitati Tecnico-Scientifici (Belle Arti e Paesaggio) del Mibac, che saranno insediati nelle prossime settimane, dopo le elezioni dei componenti interni previste nei giorni 5, 6 e 7 marzo 2019”.

L’allarme era scattato nell’ottobre del 2017 quando una palazzina ann trenta di via Ticino, nel quartiere Coppedè, era stata completamente demolita con le ruspe. Le autorizzazioni erano state concesse nell’ambito del piano casa regionale. 

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