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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Raggi filma i giornalisti fuori casa e li attacca su Facebook: "Mi fate pena"

Dopo la pubblicazione degli scatti 'privati' e le polemiche per la spesa con la scorta, la sindaca risponde sui social e filma l'uscita mattutina da casa. In strada, ad attenderla, un gruppo di cronisti

La telecamera di uno smartphone contro le macchine fotografiche dei cronisti. Il contrattacco di Virginia Raggi ai giornalisti, dopo le polemiche per le foto con la scorta, si concentra in un post e in video pubblicati su Facebook. La sindaca esce di casa insieme al figlio. Fuori dal cancello, ad attenderla, un'auto e un gruppo di giornalisti pronti a intervistarla e ad immortalarla. "Le facciamo pena? Come sta? C'è gente che ci odia, è contenta?" le domande che le vengono rivolte con il sottofondo incessante del rumore degli scatti fotografici. "Il lunedì mattina si sta sempre bene" risponde Raggi con una punta di ironia.

Poco prima le sue parole su Facebook erano stato riservate proprio a 'loro': "Buongiorno a quei poveri giornalisti che aspettano ore e ore sotto casa mia". "Mi fate un po' pena a dir la verità: tutta la vostra vita passata ad aspettare che qualcuno "inciampi". Forse siamo già al giornalismo 3.0? Ad ogni modo, se faccio presto, oggi butterò l'immondizia: state pronti! Sia mai sbagli bidone, potete vincere il Pulitzer!". 

Una risposta stizzita, quasi un attacco diretto. Per le immagini pubblicate questa mattina da Il Messaggero della sindaca in costume, insieme ad un'amica, mentre si prende una pausa dal caos capitolino sulle sponde del lago di Bracciano. Ma soprattutto dopo l'inasprimento delle polemiche generato da alcune foto pubblicate ieri da alcuni quotidiani con la sindaca ritratta davanti a casa con in mano alcune buste della spesa, accompagnata da alcuni uomini della scorta. Una protezione che da sempre il Movimento cinque stelle ha rigettato come uno dei tanti simboli distintivi dalla 'classe politica', proprio come le auto blu, e quindi non è passata inosservata e ha fatto discutere. 

Nella serata di ieri il Campidoglio è stato così costretto a precisare che la sindaca Raggi non ha una vera 'scorta' (protezione di quinto livello con agenti di sicurezza a bordo di una automobile supplementare) ma un servizio di tutela disposto dalla questura di Roma. Il servizio è dovuto al fatto che la sindaca è stata più volte pedinata, di giorno e di notte, nei suoi spostamenti privati. "E non solo" sottolineano nello staff della Sindaca M5s "da parte di paparazzi e cronisti". Tutti "episodi che, per scelta e tutela della propria privacy", Raggi finora non aveva voluto rendere pubblici. Poi spiegano: il servizio di tutela prevede che la persona a rischio non possa muoversi autonomamente: un agente di polizia deve accompagnarla obbligatoriamente in tutti i suoi spostamenti. La Sindaca, pertanto, è sempre accompagnata da un agente della Polizia locale ed uno della Polizia di Stato.

Tra un commento sui social e l'altro, la difesa di Virginia Raggi è arrivata anche da parte del presidente del Pd Matteo Orfini: "Nessuno decide di avere la scorta, ti viene assegnata perché evidentemente c'è un rischio per la tua persona. Da quel momento non sei tu a decidere quando averla. Anzi, la devi avere sempre a fianco. Quando vai a lavoro, negli eventi pubblici, quando vai al cinema, quando vai a fare la spesa. Anche se porti tuo figlio al parco." scrive su Facebook. "E vi assicuro che - nonostante la professionalità e la discrezione di chi fa quel mestiere - non è affatto divertente né per chi la ha né per la sua famiglia. È una privazione di libertà enorme". Poi ancora: "Attaccarla per questo è da imbecilli.
Spero che finalmente se ne rendano conto anche i compagni di partito della Raggi". 

Sulla vicenda è intervenuto anche il presidente dell'ordine dei Giornalisti Enzo Iacopino: "Il sindaco dovrebbe avere consapevolezza che la sua privacy è attenuata. Ed è doverosamente sotto i riflettori. Dall'altra parte, i giornalisti dovrebbero fare informazione, non gossip" ha affermato interpellato dall'Agenzia Dire. Iacopino ha invitato Raggi "ad avere maggiore tolleranza" nel rapporto con la stampa ma nel contempo i cronisti ad avere "buon senso". E ancora. "Il sindaco di una città, e di una città importante come Roma è doverosamente sotto i riflettori, non è un privato cittadino. Pertanto dovrebbe avere la consapevolezza che i suoi diritti sono attenutati nella pretesa di riservatezza. Detto questo, quei diritti non sono cancellati, e soprattutto la maggiore esposizione del sindaco non investe il figlio, un bambino, e non si estende a ogni aspetto della vita del sindaco stesso. Parliamoci chiaro: noi dobbiamo fare informazione, perché è di interesse sociale".

La denuncia arriva anche dal marito di Virginia Raggi, Andrea Severini. "Anche oggi giornalisti sotto casa mia alla ricerca di qualcosa che possa screditare Virginia" scrive pubblicando un video di denuncia. "Inseguito tutto il giorno, fino al ritorno a casa. Cercano qualcosa che le possa andare contro. Fantastici quando mi inseguono a piedi e io che in bicicletta non freno e loro che mi rincorrono facendo domande assurde del tipo: chi è Virginia Raggi?  Alla fine, al ritorno a casa, visto l'inseguimento manco fossero la digos, li ho ripresi e se ne sono andati. È dura, chiedo ancora una volta a tutti i cittadini di fare scudo per i nostri portavoce e per il nostro sindaco".

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