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Casal Bruciato, si spegne la protesta. Ormai quasi deserto il presidio di CasaPound: gli attivisti restano soli

Le immagini del presidio di Casal Bruciato in occasione della conferenza stampa convocata da Casapound. Nemmeno i “big” del partito richiamano i cittadini

Sembra si stia sgonfiando la protesta esplosa da domenica pomeriggio a Casal Bruciato. Al presidio di via Cipriano Facchinetti sono rimasti solo gli attivisti di Casapound, provenienti per lo più da altri quartieri di Roma. Con loro una decina di abitanti di zona e Noemi Fasciano, la 20enne che ha tentato di occupare l’alloggio assegnato, come da graduatoria, alla famiglia di origini rom, costretta a rinunciarvi dopo la rivolta del quartiere.

A prendere parola al megafono, insieme a Mauro Antonini, anche Davide Di Stefano (fratello di Simone) e Luca Marsella (consigliere al X municipio di Roma). Un'occasione per ribadire il proprio “prima gli italiani”. Ma sono rimasti davvero in pochi ad ascoltare ormai.

 "Le case popolari dovrebbe andare agli italiani e non a questa gente che, ad eccezioni di poche minoranze, continua a delinquere e vivere di criminalità. Noi non accettiamo accuse di razzismo perche' il razzismo lo pratica il Comune di Roma con il piano Rom. Se qui si fosse trasferita una famiglia di filippini, tutto questo non sarebbe successo". Così il responsabile di Casapound Roma e Lazio, Mauro Antonini, durante una conferenza stampa a Casal Bruciato. "I filippini- ha proseguito Antonini- sono grandi lavoratori e non a caso un alloggio popolare non lo chiedono. Le nostre battaglie continueranno in questa e in altre periferie finchè continueranno ad esserci corsie preferenziali per i rom. Siamo anche noi per il superamento dei campi ma non con le case popolari". Luca Marsella, consigliere Cp del Municipio X, ha concluso: "Questa situazione non cambiera' finche' ci sara' questa amministrazione e finchè in Campidoglio non salirà CasaPound Italia".

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