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Il viaggio della Memoria raccontato dagli studenti: "Dobbiamo essere pronti a smascherare l’odio"

Le voci dei ragazzi all'aeroporto di Amburgo, di ritorno nella Capitale dopo i quattro giorni trascorsi nei luoghi simbolo dell'Olocausto

"Dobbiamo essere pronti a smascherare l’odio. Come diceva Umberto Eco". Chiara, 17 anni, del liceo Cavour, sembra più grande dell’età che ha. Lucida e preparata, ci racconta in fila al check in le impressioni al termine del viaggio della Memoria, quattro giorni trascorsi tra Auschwitz Birkenau e Amburgo sui luoghi simbolo dello sterminio nazista

"Le camice nere non ci sono più, certo, l’odio però è ancora presente tra noi ed è più difficile riconoscerlo" commenta la giovane, quasi maggiorenne come i suoi colleghi che hanno partecipato al viaggio, 145 tra studenti e insegnanti di 29 scuole di Roma, accompagnati in questa esperienza dalla sindaca Virginia Raggi e dall’assessore a Scuola e Sociale Veronica Mammì. 

C’è molta consapevolezza del presente nelle parole di Chiara, che da giovanissima è certo avvezza a un uso quotidiano delle rete. "Basta aprire Instagram per rendersi conto. Ci sono tanti commenti contro le donne, contro i gay, contro gli ebrei, contro le razze". Un fenomeno da fermare ognuno nel suo piccolo e ognuno a modo suo. 

"È stato un viaggio tosto ma unico, che ci ha fatto riflettere". Anche Annalisa e Alessia, dell’istituto tecnico Ambrosoli di Centocelle, vincono la timidezza e ci danno le loro impressioni. "È stato molto forte vedere nel museo i capelli, i vestiti delle vittime. Ma la cosa più bella... conoscere i sopravvissuti di persona". E ancora Gaia, sempre del Cavour: "Questo viaggio ci ha insegnato il valore di non essere indifferenti mai. Leggere un libro è molto diverso da ascoltare la voce di chi quelle cose le ha vissute". Già, i racconti di Sami Modiano e Andra Bucci hanno emozionato e commosso chiunque li abbia ascoltati. Semplici e potentissime descrizioni di scene strazianti, fatte di violenza e morte.

Sopravvissuti, appunto, ma condannati a convivere con ferite profonde. Se accettano di riaprirle è per passare il testimone, perché la memoria non vada perduta. E a giudicare dai commenti che abbiamo raccolto e dall'applauso emozionato dei ragazzi diretto a Sami e Andra, all'arrivo all'aeroporto di Fiumicino, un primo obiettivo, forse, è stato raggiunto. 

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