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Politica Testaccio / Via Paolo Caselli

Testaccio, un concorso internazionale per ridisegnare il borghetto degli artisti di via Caselli

I manufatti abusivi presenti verranno demoliti. Non ci sarà più spazio per le famiglie che ci abitano

Sarà un concorso internazionale di architettura a disegnare l’assetto futuro del borghetto di via Paolo Caselli, a Testaccio, proprio di fronte all’ingresso del cimitero Acattolico. Sull’area, di proprietà del Comune di Roma, dal dopoguerra ad oggi sono sorti una serie di manufatti abusivi che nel tempo sono diventati vere e proprie case per una ventina di famiglie, alcune delle quali abitano lì da oltre trent'anni, ma anche officine e laboratori artigiani e artistici di rilievo. Tutti destinati alla demolizione nell’ambito della riorganizzazione del Patrimonio capitolino avviata a partire dall’amministrazione di Ignazio Marino, e proseguita con Tronca e Raggi, e in parte oggetto di sequestro da parte della Procura.

“Questi provvedimenti di sgombero, se attuati senza predisporre un piano per una prospettiva concreta di recupero, avrebbero rischiato di creare una situazione di degrado per il quartiere. Per questo ci siamo opposti”, le parole di Sabrina Alfonsi, presidente del I municipio, l’ente banditore del procedimento, che questa mattina ha partecipato alla presentazone del Concorso internazionale di progettazione presso la sala del consiglio dell’Ordine degli archietti di Roma, in piazza Manfredo Fanti 47, all’Esquilino, insieme all’assessore all’Urbanistica, Luca Montuori, e al responsabile e coordinatore dell’area concorsi dell’Ordine degli architetti di Roma, Andrea Iacovelli.

La progettazione si articolerà su due livelli. Il primo riguarda l’intero isolato che si estende per 51.500 metri quadrati tra via Marmorata, via Galvani, via Zabaglia e via Caio Cestio e comprende un polo scolastico, la caserma dei vigili del fuoco e il campo Testaccio, che verrà recuperato tramite un procedimento amministrativo autonomo. Su quest’area l’obiettivo è di arrivare a un “progetto pubblico unitario” finalizzato a un “riordino funzionale” del quadrante dando continuità alle connessioni tra i vari edifici scolastici, con le aree verdi e gli spazi pubblici della zona, anche in vista del recupero del campo sportivo. Per il sub-ambito di via Castelli il concorso punta invece a uno studio di fattibilità finalizzato al progetto definitivo.

“I volumi in muratura, i capannoni in metallo, le pensiline, i cortili realizzati dai privati nel corso degli anni senza alcun titolo edificatorio e che non possono essere oggetto di recupero verranno demoliti e sostituiti con nuove strutture”, ha spiegato Alfonsi. Al loro posto ci sarà un nuovo spazio pubblico che manterrà la vocazione artigiana e artistica presente oggi con la realizzazione tra i dieci e i quindici laboratori artigianali e artistici dove verranno ricollocate le attività presenti oggi e ci dovrebbe essere spazio anche per nuove assegnazioni. “Data la complessità dell’area, gravata da vincoli di diversa natura, il progetto vincitore sarà sottoposto all’esame della Conferenza dei servizi”, continua Alfonsi.

Nel nuovo ‘borghetto’ non ci sarà invece spazio per una quota residenziale. Le case verranno quindi demolite ma non ricostruite e i residenti dovranno trovare soluzioni alternative. “Abbiamo già avviato con il dipartimento Servizi sociali un censimento dei presenti. Per le fragilità andranno individuate soluzioni alternative”.

La prima fase del concorso scade il 2 marzo 2020 alle ore 12, termine ultimo per la presentazione delle offerte. Poi si formerà una commissione che selezionerà i cinque progetti migliori. Seguiranno altri due mesi di tempo per elaborare nel dettaglio le proposte. Il vincitore, ovvero colui che dovrà redigere il progetto definitivo, verrà individuato il 15 maggio. Le risorse complessive per il concorso sono pari a circa 172mila euro. Poco meno di 30mila andranno al primo classificato, 6.250 euro agli altri quattro mentre il corrispettivo per la progettazione definitiva sarà di 103mila euro circa più 13mila euro per il piano urbanistico dell’intero quadrante.

“Una volta arrivati al secondo livello”, ha infine aggiunto Alfonsi, “ci sarà un momento di partecipazione della cittadinanza. Il concorso riconsegna un lavoro unitario alla città, era da tanto tempo che in centro non si portava avanti un progetto così importante”. La stima dei costi per la realizzazione dell’intervento di via Paolo Caselli ammonta invece a circa 8milioni di euro. Il progetto definitivo dovrà poi essere approvato con una delibera della Giunta capitolina e poi del Consiglio.

L’assessore Montuori ha commentato: “Quando ci siamo insediati Roma non aveva progetti pubblici e tutto era stato delegato ai privati. Ora invece in questa città è ripartita la stagione dei concorsi pubblici. Quello relativo a via Caselli è molto complesso per la presenza di vari vincoli ma più questi limiti saranno definiti migliore sarà il risultato”. Iacovelli ha invece ribadito:  “Il concorso è lo strumento migliore per garantire una pianificazone di qualità e restituire centralità al progetto di architettura nei processi di trasformazione del territorio”. Alla luce della pubblicazione del concorso gli sgomberi in programma, l’ultimo dei quali è scattato il 23 ottobre scorso, dovrebbero essere sospesi.

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