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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Torri dell'Eur, un ricorso spaventa il Campidoglio: lo stop del M5s costa 328 milioni di euro

Si tratta dei mancati guadagni che saranno richiesti e che il Comune rischia di dover pagare. Lo stop, voluto da Berdini, rischia di mandare in tilt i conti capitolini

Una richiesta choc che rischia di compromettere i conti del Campidoglio: 328 milioni di euro per aver bloccato i lavori della trasformazione dell'ex sede del ministero delle Finanze nel quartier generale della Tim. La richiesta è della società Alfiere, società partecipata da Tim e da Cassa depositi e Prestiti, che ha quantificato in 328 milioni la somma persa per i mancati guadagni. A far esplodere la "bomba" è un articolo de Il Tempo che dà conto del ricorso che arriva dopo la sentenza del Tribunale amministrativo che aveva dato ragione alla società e torto al Campidoglio.

Il ricorso vinto dalla società Alfiere

A novembre del 2016 la società aveva vinto ricorso al Tar. Nel ricorso si sentenziava "l'inadeguatezza dell'atto" voluto dalla giunta Raggi e dall'allora assessore all'Urbanistica Paolo Berdini. Una sentenza che non ha evitato a Tim di disconoscere l'accordo raggiunto con la precedente amministrazione, e in particolare con l'allora responsabile dell'Urbanistica Giovanni Caudo, e di mollare l'affare. Tutto per colpa di un passaggio dell'accordo che consentiva a Telecom di disconoscere l'accordo senza l'autorizzazione entro settembre 2016. I lavori, lo ricordiamo, avrebbero dovuto concludersi entro il 2017.  
 

La decisione di Berdini

La decisione di revocare i permessi era arrivata con una determina del 29 luglio 2016. Alla base della decisione c'era l'inchiesta giudiziaria sui 24 milioni non corrisposti, dovuti al Comune da accordi per il permesso a costruire. Da qui la decisione di fermare tutto con le conseguenti polemiche.

Opposizioni all'attacco 

Durissimo Marco Miccoli del Pd: "In quella zona doveva sorgere la sede della compagnia telefonica: un'operazione che avrebbe riqualificato la zona e portato investimenti e lavoro. E invece nulla di tutto di questo e' stato realizzato, complice l'ennesimo disastro della giunta Raggi. Anzi, ora al danno si aggiunge anche la beffa: non solo abbandono e degrado ma il Comune di Roma, quindi i cittadini della Capitale, rischiano di pagare anche pagare 328 milioni di danni. Raggi per Roma una vera calamità, e se le notizie fossero confermate dimissioni sarebbero il minimo". Sulla stessa linea Marco Palumbo, consigliere capitolino Pd: "L'ennesimo disastro della Giunta Raggi è servito: niente riqualificazione della zona, stop a investimenti e lavoro ed ora pure un risarcimento danni colossale. Povera Roma, in che mani è finita...". Anche De Priamo, consigliere Fdi in Campidoglio, punta il dito contro la giunta Raggi: "Oltre agli atti sconclusionati di Berdini che hanno favorito Telecom per la sua uscita dall'operazione di riqualificazione della "Beirut" romana si registra la non meno grave inerzia dell'assessore Montuori, successore di Berdini, che non ha compiuto alcun atto in merito. Se da un lato l'assessore Caudo, della Giunta Marino, aveva favorito l'investitore a danno della collettivita' da un altro lato i grillini hanno bloccato, come su altri progetti, qualsiasi ipotesi di sviluppo condannando al permanere del degrado il territorio e esponendo gravemente le casse comunali alla luce dei danni richiesti da Cdp che potrebbero costituire una mazzata sulle gia' derelitte casse capitoline. Anche sull'urbanistica i grillini sono un vero disastro per Roma".
 

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