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Prima no, poi sì: Berdini cambia idea e chiede 25 milioni per le Torri dell'Eur

La giunta capitolina ha approvato una memoria che lo prevede. Lunedì però l'assessore aveva affermato: "Rinunciamo agli oneri aggiuntivi. Questi soldi bloccano tutto"

Prima la rinuncia, pur di tenere stretto il progetto di Telecom che, dopo anni di degrado, dovrebbe far rinascere le Torri dell'Eur. Poi il passo indietro e la conferma per vie ufficiali: "Il proprietario deve al Campidoglio 25 milioni di euro". Si è corretto da solo l'assessore all'Urbanistica Paolo Berdini sul futuro che l'amministrazione Raggi intende dare alle tre palazzine progettate da Ligini all'Eur, che fino al 2001 ospitarono l'ex sede del ministero delle Finanze. Dopo lo stop al progetto imposto lo scorso 29 luglio con una determina degli uffici del Dipartimento Urbanistica che revocarono il permesso a costruire, la giunta capitolina riprende in mano il destino dell'operazione vicende cittadine più lunghe e complesse della città e decide di chiedere all'Alfiere spa (dopo un cambio di azionariato, partecipata per metà da Cassa depositi e prestiti Immobiliare e per metà da Telecom Italia) 25 milioni di euro di oneri urbanistici. 

Lunedì scorso l'assessore all'Urbanistica, invitato a parlare di fronte alla platea dei costruttori dell'Acer, aveva anticipato l'esatto contrario: "Mercoledi voteremo una memoria di Giunta sulle Torri dell'Eur. Diremo che c'è interesse pubblico a non vedere più quell'orrore. Se non ci sono più 25 milioni che la precedente amministrazione ha dimenticato, con la Finanza che bussa alle porte posso dire che queste cose qui non succederanno più". E ancora. "Siamo ben felici che nelle Torri dell'Eur vada Telecom. Questo è l'obiettivo. Con la memoria di giunta rinunciamo a 25 milioni per gli oneri aggiuntivi. Questi soldi bloccano tutto". Non è un segreto, infatti, che la richiesta da parte dell'amministrazione di 25 milioni di euro potrebbe rimettere in bilico l'intera operazione. Il progetto della mega sede all'Eur, lanciato dall'ex amministratore delegato Marco Patuano, come anticipato anche dai rumors, non ha mai convinto fino in fondo il nuovo management che potrebbe così decidere di sfilarsi da questa avventura edilizia. 

L'amministrazione Raggi sembra decisa a battere cassa per l'operazione immobiliare. "La Giunta capitolina ha ribadito l'interesse al recupero delle "Torri" dell'Eur destinate alla sede centrale di Telecom Italia" si legge in una nota. "Si tratta di una vicenda iniziata nel 2001 e ancora non risolta mentre oggi l'amministrazione ha inteso incardinare il procedimento attraverso il quale giunta e consiglio comunale daranno il via definitivo al restauro conservativo degli immobili siti in viale Europa 242". Spiega Berdini: "A prescindere della mancanza del cambio di destinazione d'uso, cioè dal fatto che le Torri passavano da uffici ad abitazioni e dunque c'era una plusvalenza in capo al proprietario dell'immobile, a prescindere da questa mancata valorizzazione che è tutta di origine della proprietà e quindi non imposta dal Comune di Roma, il proprietario deve al Campidoglio i 25 milioni di euro". 

L'amministrazione Raggi, quindi, riparte dall'Atto d'obbligo del 2009 che per l'originario progetto di demolizione e ricostruzione con case di lusso portata avanti dalla Alfiere spa, seppur con altri azionisti al suo interno, stabiliva 24 milioni di euro come contributo della valorizzazione immobiliare. Se poi la società ha rinunciato a questa operazione dalla quale il proprietario avrebbe potuto trarre maggiore vantaggio economico, spiega in parole povere la nota, non è 'colpa'  dell'amministrazione comunale che resta ferma nell'intento di incassare i 25 milioni di euro. "Su questo siamo assolutamente convinti della giustezza della nostra analisi. E quindi, nell'auspicare che questo progetto della creazione della sede della Telecom nelle Torri dell'Eur vada in porto nel più breve tempo possibile, abbiamo ribadito che i 25 milioni di euro sono una cifra dovuta all'amministrazione comunale". 

Al contrario, Marino e Caudo chiedevano solo un milione di euro, perché, ha spiegato lo stesso ex assessore Caudo con un recente intervento su Facebook, "dopo sei mesi tra preistruttoria e istruttoria degli stessi uffici, è un progetto di Restauro e risanamento conservativo che restituisce le Torri da un punto di vista formale e funzionale alla loro destinazione originale".

L'assessore Berdini vuole un passaggio anche all'Assemblea capitolina. Dopo la pubblicazione della memoria di giunta, il futuro delle Torri dell'Eur verrà sottoposto all'Assemblea capitolina. "Si prevede di avviare i contatti con l'Agenzia del Demanio al fine di effettuare le opportune valutazioni inerenti gli accordi già intercorsi ed oggetto delle deliberazioni; di avviare le attività necessarie per la predisposizione di un nuovo provvedimento da sottoporre all'esame dell'Assemblea capitolina che consideri anche l'aspetto economico e finanziario della trasformazione del territorio; di  procedere alla nuova valutazione delle attività inerenti il permesso di costruire in relazione alle determinazioni che saranno assunte dall'Assemblea capitolina".

"E' l'ennesimo papocchio dell'amministrazione Raggi" attacca il consigliere dem Giulio Pelonzi pubblicando un video su Facebook. "I lavori sono stati bloccati erroneamente dall'amministrazione Raggi che si è riferita a un atto d'obbligo sottoscritto durante l'amministrazione Alemanno" continua, riferendosi al primo progetto di cambio di destinazione d'uso con demolizione e ricostruzione poi abbandonato dalla società proprietaria. una decisione sbagliata, per Pelonzi, perché "nel 2015 Marino e Caudo decidono di non procedere alla valorizzazione delle Torri ma di operare su di esse un restauro conservativo delle facciate. Procedimento che" per il consigliere di opposizione "non prevede alcun contratto d'obbligo e alcun pagamento di oneri". Così, il rischio è "che questo errore amministrativo grossolano esponga l'amministrazione a una possibile richiesta di risarcimento danni". 

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