rotate-mobile
Politica

Congresso Pd Roma, Giuntella scende in campo: "Basta umiliare i circoli"

Il capogruppo in I municipio punta alla segretaria romana del partito: "Ogni singolo iscritto deve tornare a poter incidere sulle decisione che vengono prese dall'alto"

"Mi candido a segretario del Pd di Roma. Non con un documento, ma con un metodo". Così Tommaso Giuntella annuncia la decisione di correre per la segreteria romana del Pd. Una candidatura vicina a Gianni Cuperlo, espressione di quella che può essere individuata come l'area bersaniana del partito. Le sue parole sono di critica e di rottura nei confronti dell'apparato.

Giuntella, qual è la situazione del partito qui a Roma?

A Roma la situazione non è diversa che nel resto d'Italia. C'è una spaccatura tra quella che è la base del partito e i vertici. I circoli e gli iscritti si sentono umiliati, sentono di essere considerati mera manovalanza per il mantenimento del consenso.

Quindi immagino che il primo obiettivo sarà quello di ricostruire un processo che coinvolga gli iscritti e i circoli, giusto?

Esatto. Dobbiamo riportare nelle decisioni a livello nazionale e cittadino quello che è il dibattito che si sviluppa all'interno dei circoli. E' indispensabile che la nostra gente si riconosca in ciò che facciamo, che veda i frutti di un processo che è partito dal singolo iscritto. La gente deve tornare a fidarsi. Deve tornare a sentirsi parte di un processo e non semplicemente una massa che viene movimentata in occasione delle primarie.

Concetti semplici, quasi banali che però suonano come una bocciatura di chi ha governato sinora.

Il Pd ha dato prova di saper offrire grandi momenti di democrazia diretta ai quali hanno fatto seguito momenti deliberativi dai quali tutti, ciascuno a suo modo si sono sentiti esclusi. Tanti, per non dire tutti, hanno avuto la sensazione di dover attendere che le decisioni arrivassero da altri luoghi, altre stanze, altre persone. Penso che alla domanda "che cos'è il Partito democratico" non si può rispondere "il partito democratico è il partito delle primarie". La cosiddetta "contendibilità della leadership" è un dato di fatto, fa parte della vita di una qualunque associazione nel corso del perseguimento dei suoi scopi, non lo scopo. I talent show hanno come scopo la contendibilità. Di fatti trovano l'esaurimento nella conclusione della contesa. Così anche la nostra comunità è tanto in grado di convocare milioni di persone a partecipare ad una contesa quanto di esaurire la propria partecipazione in quel momento e proseguire il percorso tra logoranti guerre di posizione sui quotidiani alle quali seguono semestrali direzioni e assemblee pacificate e concluse all'unanimità.

Sembra la storia delle primarie per scegliere il candidato sindaco di Roma

Sì, anche in quel caso c'è stata una decisione, quella della candidatura forte di Marino, che in molti circoli e tra molti iscritti è stata vissuta come un'imposizione. Poi certo va detto che la figura di Marino è di livello tale che ha messo tutti d'accordo ed il successo ottenuto nelle urne ne è la prova. Però sono convinto che anche nella scelta del candidato sindaco forse si sarebbe dovuto dare maggior spazio all'anima del partito.

Ripartire dai circoli quindi, ma come?

L'obiettivo è ricucire quel fondamentale rapporto di fiducia tra la base del partito e chi lo guida. Bisogna smettere di umiliare chi si mette al servizio del Pd. Ad esempio quel che si è verificato quest'anno alla Festa dell'Unità, dove c'è stato una sorta di sciopero di alcuni iscritti, non deve più accadere. E per far sì che non accada più bisogna ritornare prima di tutto ad ascoltare.

Com'è nata la sua candidatura?

E' nata all'interno di un gruppo di persone che siede già in consiglio comunale o nei vari municipi, la generazione giovane. Siamo tutti giovani tra i 25 e i 35 anni, molti dei quali reduci dall'esperienza dei giovani democratici. L'idea è quella di portare il vento di cambiamento che ha caratterizzato le vittorie in regione e al comune anche all'interno del Pd. Non sarà facile.

"Mi candido non con un documento, ma con un metodo". Come si traduce in pratica questo progetto?

Nei prossimi giorni sarà lanciata a partire dal congresso del Pd di Roma una piattaforma di condivisione e partecipazione, un percorso costruttivo e inclusivo che ci vedrà costruire attorno alla visione progressista i contenuti, gli obiettivi e gli strumenti secondo alcuni punti che vogliamo darci per prendere in mano il nostro destino. Il congresso che abbiamo davanti è la nostra ultima occasione, ma la generazione che si affaccia oggi al l'impegno è la nostra più bella e concreta speranza di successo.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Congresso Pd Roma, Giuntella scende in campo: "Basta umiliare i circoli"

RomaToday è in caricamento