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Tmb Salario, l'impianto Ama di via Salaria 981 incubo dei residenti del III municipio

Un disastro annunciato, dicono sindacati e residenti. Breve storia dell'impianto Ama di via Salaria 981

"7 anni di veleno"; "No TMB"; "Ci avete rotto i polmoni". Era il 6 ottobre quando, con questi cartelli  su via Salaria mille cittadini hanno manifestato, per l'ennesima volta per chiedere la chiusura dell'impianto Ama Salario. Oggi, a due mesi di distanza, con il fumo ancora ben visibile dalla struttura, residenti e sindacati parlano di disastro annunciato. 

Già, perché il Tmb Ama Salario da anni è protagonista della cronaca romana: tra proteste, denunce, incendi non passa giorno senza che l'attenzione mediatica si concentri qui, sul civico 981 di via Salaria. 

Che tipo di rifiuti tratta l'impianto Ama Salario

L’impianto di selezione e trattamento  di via Salaria 981 ha lo scopo di separare la frazione secca, ad elevato potere calorifico, dei rifiuti indifferenziati da quella umida. La frazione secca viene così trasformata in “combustibile derivato dai rifiuti” (il cosiddetto CDR, destinato al recupero energetico in impianti di termovalorizzazione), mentre la parte umida viene invece trattata per essere trasformata in “frazione organica stabilizzata” (FOS), un materiale organico igienizzato  utilizzato prevalentemente nelle attività di copertura delle discariche. 

La struttura ha una capacità di trattamento di 750 tonnellate di rifiuti al giorno e si compone di cinque sezioni, corrispondenti ad altrettante fasi della lavorazione.

Una discarica tra le case

Una battaglia lunga quella dei cittadini, negli ultimi mesi affiancati in pianta stabile dal presidente del III municipio Giovanni Caudo. Una battaglia che nelle ultime settimane ha portato a più di una vittoria. 

La relazione di Arpa Lazio ha infatti rilevato criticità nell'impianto, sottolineando come di fatto l'impianto per il trattamento meccanico e biologico somigli ormai più ad una discarica. Una vittoria perché per mesi l'assessora della giunta Raggi, Pinuccia Montanari, aveva detto che l'impianto non manifestava alcuna criticità, smentendo migliaia di cittadini. Alla relazione dell'Arpa si affianca la spinta del ministro dell'Ambiente Sergio Costa che sottolineando come l'impianto non poteva andare avanti in quelle condizioni, ne ha chiesto la chiusura. 

Le proteste dei cittadini

Il Tmb Salario è un impianto per il trattamento meccanico biologico dei rifiuti che dal 2011 rende l'esistenza di chi vive e lavora da quelle parti un inferno. Il fetore è forte e continuo: impossibile sfuggire alla "puzza", stendere i panni fuori, tenere le finestre aperte o semplicemente godere di terrazzi, cortili e piazze. 

Uno stabilimento che sta desertificando il territorio: chi ha potuto ha lasciato il proprio quartiere, gli altri sono rimasti tra case invivibili e deprezzate, attività commerciali in bilico e un tessuto economico e sociale in progressivo appassimento. 
La battaglia dei Comitati di Quartiere

A combattere da quasi otto anni quel "mostro" nel bel mezzo di abitazioni, uffici e a poca distanza anche da un asilo, i Comitati di Quartiere e del NO TMB che ieri si sono ritrovati a Piazza Sempione per la riunione dell'Osservatorio permanente dei residenti sul tema. 

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