rotate-mobile
Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Roma-Giardinetti, si rifiuta di guidare un treno perché non sicuro: macchinista "punito"

E' accaduto ad Alessandro Neri macchinista Atac e sindacalista responsabile della comunicazione di Fast Confsal. "Il treno non era a norma, non potevo guidarlo". Dopo il diverbio con i superiori, il malore

Si è rifiutato di prendere servizio su un treno della Termini-Giardinetti "perché non corrispondente ai necessari standard di sicurezza". E, dopo "un acceso diverbio con i superiori", si è sentito male rendendo necessario l'intervento dell'ambulanza nel deposito di Centocelle. Non è la prima volta che Alessandro Neri, macchinista Atac e sindacalista attualmente responsabile della comunicazone di Fast Confsal, denuncia le condizioni dei vagoni del 'trenino giallo' ma questa volta i fatti esposti l'hanno visto come diretto protagonista. 

Tutto è accaduto il 14 luglio scorso. E' mezzogiorno e il caldo estivo non concede alcuna tregua. Il treno è già sulla banchina pronto a partire. "Prendo servizio e mi rendo conto che il mezzo non è tra quelli messi a norma così come richiesto dall'Ustif in merito alle condizioni di sicurezza. Avrebbe avuto bisogno di un secondo macchinista" racconta "per frenare qualora chi guida abbia un malore. Una misura necessaria in quanto su questi treni manca un sistema di sicurezza denominato 'uomo morto attivo' che frena automaticamente in caso di problemi al macchinista". Invece è necessaria una seconda persona "chiusa in una cabina fatiscente e stretta, non progettata per ospitare due persone, con un caldo asfisiante vista la stagione estiva con l'aria condizionata che non garantisce un adeguato confort di sicurezza".  

Non una novità. "Dopo l'incidente che si è verificato in Puglia il ministero dei trasporti ha richiesto l'adeguamento dei sistemi di sicurezza e di segnalamento per tutti i treni" spiega. Nel gennaio scorso, in qualità di sindacalista del Confail, "Atac aveva promesso il ripristino del cosiddetto agente unico su tutti i treni entro il 1 giugno ma questo non è accaduto. Per questo mi sono rifiutato di prendere servizio. Non è possibile lavorare in queste condizioni".

Di fronte a questa decisione, racconta ancora Neri, "sono stato oggetto di parole pesanti da parte dei superiori, erano in sette, e sono stato messo fuori servizio. Io allora ho riportato il treno in deposito". Di ciò che è accaduto in seguito "ricordo ben poco: mi sono risvegliato in ospedale con un principio di sincope. L'ambulanza è venuta direttamente in deposito a prendermi. Mi hanno trovato in uno stato di forte agitazione con la pressione sanguigna molto alta. E' stato considerato un infortunio sul lavoro". 

Il pensiero non può che andare a quanto accaduto la scorsa settimana alla fermata della metro della stazione Termini dove una donna è rimasta incastrata in una delle porte del convoglio in partenza ed è stata trascinata per un centinaio di metri. "Se si cerca di fare il proprio lavoro con professionalità si viene minacciati" commenta ancora Alessandro Neri "mentre se accade qualcosa, magari in situazioni di sicurezza non adeguate, si mette alla gogna mediatica il macchinista di turno". 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Roma-Giardinetti, si rifiuta di guidare un treno perché non sicuro: macchinista "punito"

RomaToday è in caricamento