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Tenuta Castel di Guido, scontro tra Regione e Campidoglio: contestata la gestione del Comune

Il Campidoglio ha impugnato la delibera regionale che punta a riaffidare l'azienda agricola romana. Diaco (M5s) "Non siano vanificati 40 anni di gestione comunale"

La gestione dell’azienda agricola di Castel di Guido è di nuovo in discussione. La Regione, che dal 2015 ha rilevato dal Comune i due milioni di metri quadrati della Tenuta, aveva lasciato all'amministrazione cittadina la gestione dei terreni. Ma i risultati non sono stati in linea con le aspettative.

L'iniziativa della Regione

Con un'apposita delibera, la Giunta Zingaretti, lo scorso febbraio, ha formalmente contestato la conduzione capitolina di Castel di Guido. E nel farlo, con l'atto firmato dal governatore, la Regione ha gettato le basi per avviare un partenariato con un altro soggetto in vista d' una nuova concessione.

La reazione del Campidoglio

L’iniziativa ha finito per scatenare la reazione del Campidoglio. “La Regione Lazio non può assolutamente ignorare l’importante lavoro svolto da Roma Capitale in 40 anni di gestione dell’azienda agricola di Castel di Guido” ha dichiarato Daniele Diaco che, sul tema, ha recentemente convocato un’apposita seduta di Commissione. La mossa delle Regione non ha lasciato insensibile neppure la Giunta Raggi. L'assessore al Verde Laura Fiorini è infatti già corsa ai ripari, impugnando al delibera firmata da Zingaretti.

Bocciata la gestione comunale

Secondo la Regione, il Comune starebbe gestendo i terreni in un modo che “non assicura la giusta valorizzazione dei fondi agricoli, del patrimonio boschivo, dei fabbricati e delle infrastrutture agricole di cui sono costituiti”. Da questa considerazione è derivato il proposito di rilanciare l’attività agrosilvo-pastorale della Tenuta attraverso la predisposizione di un avviso pubblico.

Le buone intenzioni

“Si passerebbe, con tale bando, da una visione di tutela ambientale senza fini di lucro a una in cui lo scopo principale sarebbe di natura prevalentemente economica” ha dichiarato il presidente capitolino della commissione Ambiente Daniele Diaco. “Non permetteremo che Castel di Guido perda la sua originale vocazione, orientata più alla qualità dei prodotti che a ragioni di mero profitto”. Nelle intenzioni del Campidoglio l'azienda, al cui interno avviene la produzione di un olio extra vergine biologico e d' un antico grano siciliano, abbandonata la strada dell'allevamento intensivo, puntava a diventare un modello di eccellenza in agricoltura. i risultati però, secondo l'amministrazione regionale, non sono stati all'altezza delle aspettative.

Un patrimonio inestimabile

La tenuta agricola di Castel di Guido si trova all'interno di una tenuta che si estende su due milioni di metri quadrati. La sua superficie si estende anche all'interno confini della Riserva Naturale del Litorale Romano e del Sito di Importanza Comunitaria di Macchia Grande di Ponte Galeria. In questo immenso patrimonio, sono custodite apprezzabili testimonianze archeologiche risalenti ad epoca preistorica, etrusca, romana e manufatti agricoli tipici dell'agro romano. E, non meno importante, come testimoniato dai volontari della Lipu, all'interno dell'oasi naturale di Castel di Guido sono presenti numerose specie animali. Lupi inclusi

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