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Telecamere nelle case? Allo studio del Campidoglio. Pd: "Gf all'amatriciana"

Si tratta di un progetto politico, ancora da studiare. Ma la giunta Alemanno ci crede. Un sistema di telecamere "fai da te" che ogni cittadino può installare in casa in collegamento diretto con i vigili urbani

Affidarsi a un "occhio" esterno per sentirsi più sicuri. Un occhio che collega le case dei cittadini alla Sala Sistema Roma, spazio gestito dal corpo della Polizia Municipale che raccoglie le immagini provenienti dal sistema di video sorveglianza della città. Già, perché la soluzione telecamere sembra essere l'asso nella manica della giunta Alemanno, da tirar fuori ogni qual volta la questione sicurezza tocca punte di emergenza. Il dibattito è particolarmente caldo in queste ore a seguito della violenta aggressione subita da un tassista che due giorni fa è stato violentemente picchiato da due turisti ubriachi e ha poi perso un occhio. Telecamere dentro i taxi? E' la proposta di Ugl. Ma il Campidoglio si spinge oltre con un progetto in via di sperimentazione che rientrerebbe nelle direttive del Terzo Patto per Roma Sicura.

Stavolta non si tratta semplicemente di piazzare telecamere a ogni angolo della città ma di dare la possibilità ai singoli cittadini di avere guardie del corpo virtuali in salotto. A poter usufruire dell'occhio dei vigili attraverso le videocamere infatti sono i romani, i privati che, individualmente, potrebbero installarle in casa e averle collegate alla Sala Sistema. Insomma, si tratterebbe di un controllo costante e di un contatto diretto con le forze dell'ordine. Per qualcuno una grande idea, per altri l'emblema di un fallimento.

"E' allo studio un progetto che si chiamerà 'Contratto di legalità di quartiere', attraverso il quale daremo la possibilità anche ai privati cittadini di dotarsi di telecamere e collegarle alla nostra Sala sistema Roma in modo da avere un contatto diretto con i nostri vigili urbani. Partiremo come progetto-pilota in alcuni quartieri particolari per poi estenderlo a tutta la città" ha fatto sapere la vicesindaco Sveva Belviso a margine della visita al tassista ricoverato all'ospedale San Camillo Forlanini. E la miccia della polemica si accende subito.

“Dopo la boutade dell’esercito nei quartieri ora la Vice-sindaco rilancia con il ‘grande fratello all'amatriciana’ per nascondere il fallimento palese delle politiche sulla sicurezza della giunta Alemanno". A parlare è Dario Nanni, consigliere del Pd che incalza: "Invece di avviare le ‘consulte municipali della legalità’ promuovendo il coinvolgimento della società civile, delle associazioni di categoria e di quartiere, dal Campidoglio arriva la proposta della ‘telecamera a la carte’ per dare un scopo alla fallimentare esperienza della Sala sistema Roma. La sicurezza non è solo videosorveglianza ma prevenzione sociale delle dinamiche che alimentano la criminalità e controllo del territorio attraverso gli attori che in quel territorio vivono e lavorano e di cui conoscono le bene dinamiche sociali".
 

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