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Il Teatro Valle occupato scrive a Marino: "Proponiamo un nuovo modello di gestione"

Gli attivisti della struttura chiedono al sindaco di avviare un percorso, già iniziato con l'ex assessore alla Cultura. Polemizza Fratelli d'Italia: "Sgomberateli"

“Prendersi cura di un teatro del Settecento non è esattamente un atto criminale”. Il Teatro Valle occupato scrive al sindaco Ignazio Marino. “Innanzitutto siamo felici di apprendere che il sindaco Marino non immagini 'uno sgombero con i manganelli'. È vero che il teatro Valle è una ferita aperta, ma non ne è l'occupazione la causa, bensì la scellerata gestione da parte dello Stato di tutto ciò che riguarda la cultura e lo spettacolo dal vivo in questo Paese” scrivono in una nota. “Un buon amministratore dovrebbe capire che a volte l'illegalità è una scelta ben precisa, una necessità l'unico campo di azione in cui è consentito elaborare un'alternativa agli attuali modelli di politica culturale”.

Gli attivisti del Teatro Valle poi hanno proposto al sindaco una riflessione “su ciò che è legittimo o illegittimo”. Continua la lettera: “È legittimo che il teatro italiano sia stritolato da un sistema di tasse e dal monopolio della Siae che rendono impossibile la crescita o persino la rinascita del sistema teatrale di questo Paese? È legittimo che molte realtà istituzionali ed 'eroicamente' legali non paghino attori e tecnici? È legittimo che nei teatri stabili non riesca a entrare la drammaturgia contemporanea? Ci chiediamo quindi: è possibile immaginare un progetto innovativo che coinvolga la cittadinanza e i lavoratori dello spettacolo e della cultura? Dov'è la partecipazione in un bando pubblico? Il bando pubblico si pone il problema della collaborazione tra questi soggetti e le istituzioni o serve solo a nascondere la ferita? Compito della politica dovrebbe essere quello di immaginare nuove forme, non solo quello di fare i guardiani della legalità”.

Gli attivisti ricordano poi “un lavoro di consultazione, voluto dall'assessorato alla Cultura, per una soluzione condivisa sul futuro del teatro Valle. Ci chiediamo: che fine ha fatto? Perchè le diverse parti dell'amministrazione non dialogano tra loro? Crediamo sia importante che sia reso pubblico, convinti che possa essere l'occasione per rilanciare un confronto tra istituzioni e lavoratrici/lavoratori della cultura. Vogliamo essere chiari: proponiamo un nuovo modello di gestione di un bene pubblico, un modello cooperativo e non competitivo”.

Polemizza Federico Mollicone membro dell'esecutivo nazionale di Fratelli d'Italia, già presidente della commissione Cultura di Roma Capitale. In merito alla situazione culturale della Capitale Mollicone si dice d'accordo con il presidente dell'Aula Giulio Cesare: “Concordiamo con lui sulla necessità di convocare al più presto un Consiglio straordinario aperto per trattare i temi della cultura e dei beni culturali della città. Certamente un primo importante passo verso la rinascita sarebbe quello di restituire il prima possibile il teatro Valle a tutti i cittadini romani attraverso una gestione e un bando pubblico per assegnare la direzione delle attività” scrive in una nota. “Finora le autorità sono state complici di una vera e propria associazione a delinquere che da anni sta sottraendo deliberatamente un teatro e soldi pubblici alla collettività. A seguito delle denunce di Fratelli d'Italia la Prefettura ha già delegittimato la ridicola fondazione che illegalmente prendeva lo stesso nome del teatro, ma ci chiediamo perché non sia ancora intervenuta per lo sgombero dello stabile. Alle istituzioni e alle autorità infine spetta fare il resto, dimostrando di non essere complici con questi ladri di cultura".

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